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Il fungo e il bastone (racconto di Alberto Bottazzi)

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La brina culla le zolle di terra umide di pioggia. Un pallido sole le riscalda nel risveglio del bosco al nuovo giorno, mentre un raggio di sole penetra prudentemente le frasche di castagno e un tocco magico di madre natura sorprende la vecchia carbonaia.

Tra la fioritura primaverile fa capolino un fungo porcino: bello, tosto, pettoruto, con il cappello sorridente e la voglia di essere lì in quel momento a respirare l’aria salubre dei suoi monti.

Non è il solo nato questa mattina, altri tre funghi sono spuntati nel circondario, sulla sponda del torrente, stiracchiando al cielo le cellule bianche del gambo, con l’aria orgogliosa di essere al mondo.

Un quarto fungo c’è, ma non si vede, perché nasce timido e nasconde il suo cappello brunito tra due grossi sassi all’ombra della vecchia carbonaia un tempo ardente di tronchi, sacrificio e duro lavoro. Stupore! In quel piccolo perimetro di bosco si è formata una famigliola, pur non sapendo nulla l’uno dell’altro e sono felici e spensierati sotto la verde protezione dei castagni. Avvolti dal mantello affettuoso di madre natura, iniziano a deliziarsi ai raggi del sole che nel frattempo ha potenziato il suo calore, tuttavia la loro spensieratezza ha le ore contate, poiché famelico, caparbio, padrone del bosco, avanza un prepotente ed odioso bastone...

 Alberto Bottazzi