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Crisi di Governo: anche i sindaci dell’Appennino sottoscrivono la lettera appello a Draghi

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MARIO DRAGHI

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha rassegnato le dimissioni dopo che il Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto in Senato sul Decreto Aiuti.

Dimissioni che, però, il Capo dello Stato Mattarella ha rifiutato rimandando la decisione al Parlamento dove mercoledì 20 luglio Draghi si ripresenterà per una verifica parlamentare e a quel punto capire se proseguire il suo mandato.

Diverse le reazioni delle forze politiche: netta la posizione di Fratelli d'Italia che valuta l'esperienza del governo Draghi definitivamente finita e chiede di andare al voto, anche la Lega è possibilista sulle elezioni pur rinnovando la propria fiducia a Draghi mentre Pd e Forza Italia hanno disapprovato il comportamento del movimento guidato da Giuseppe Conte e desiderato una nuova fiducia al governo.

Anche fuori dal Parlamento si alzano voci in particolare tra i sindaci alcuni dei quali hanno sottoscritto una lettera appello per chiedere a Mario Draghi di restare alla guida del governo.

Anche nella nostra provincia c’è stata adesione, sono infatti trentasette i sindaci reggiani di ogni orientamento politico che hanno già sottoscritto la lettera aperta dei sindaci sulla crisi di governo in atto, in cui si chiede con decisione il superamento della crisi attuale e la riconferma della fiducia a Draghi, con un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza del Governo ad anteporre l’interesse del Paese rispetto ai propri problemi interni.

La preoccupazione dei sindaci reggiani è prima di tutto legata al difficile momento che stanno attraversando le nostre comunità. L’inflazione e la crisi energetica stanno duramente colpendo famiglie ed imprese, mentre una guerra sanguinosa si sta consumando nel cuore dell’Europa. Minare la capacità di intervento e la credibilità dell’Italia, in questo momento, sarebbe un fatto gravissimo, che può generare danni incalcolabili per il ritardo nelle risposte di cui il paese ha bisogno, colpendo l’enorme lavoro che è già partito sul PNRR, strumento di rilancio e cambiamento del Paese.

È necessario che il Parlamento riesca nello sforzo di ridare al Governo la capacità e lo slancio utili ad affrontare l’urgenza del momento che stiamo attraversando. Un paese martoriato dalla pandemia, dalla crisi internazionale, dai costi dell’energia, dalla siccità, con una situazione socioeconomica che settimana dopo settimana peggiora, ha bisogno di risposte immediate e serie. Questo insegna la pragmaticità a cui costringe l’essere “primo cittadino”. Ci sarà poi tempo e modo per liberare le energie da campagna elettorale: ma se la politica non vuole allontanarsi ancora dai cittadini, deve cogliere la strada migliore per rispondere subito ai loro bisogni sempre più gravi.

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Lettera aperta dei sindaci sulla crisi di governo in atto, 16 luglio

Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza.

Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà.

Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio.

Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo.

Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Queste forze, nel reciproco rispetto, hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale per la vita delle famiglie e delle imprese italiane. Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni.

Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia.

Nico Giberti - sindaco di Albinea

Fabrizio Corti - sindaco di Baiso

Andrea Carletti - sindaco di Bibbiano

Matteo Benassi - sindaco di Boretto

Luigi Bellaria - sindaco di Cadelbosco di Sopra

Alessandro Santachiara - sindaco di Campagnola

Alessandro Spanò - sindaco di Campegine

Luca Bolondi - sindaco di Canossa

Tiziano Borghi - sindaco di Carpineti

Stefano Costi - sindaco di Casina

Giorgio Zanni - sindaco di Castellarano

Enrico Bini - sindaco di Castelnovo né Monti

Francesco Monica - sindaco di Castelnovo di Sotto

Francesca Bedogni - sindaco di Cavriago

Ilenia Malavasi - sindaco di Correggio

Luca Ronzoni - sindaco di Gattatico

Renzo Bergamini - sindaco di Gualtieri

Camilla Verona - sindaco di Guastalla

Elisabetta Sottili - sindaco di Luzzara

Fausto Torelli - sindaco di Montecchio

Elena Carletti - sindaco di Novellara

Cristina Ferraroni - sindaco di Poviglio

Alberto Olmi - sindaco di Quattro Castella

Luca Vecchi - sindaco di Reggio Emilia

Roberto Angeli - sindaco di Reggiolo

Lucio Malavasi - sindaco di Rio Saliceto

Luca Nasi - sindaco di Rolo

Emanuele Cavallaro - sindaco di Rubiera

Paolo Fuccio - sindaco di San Martino in Rio

Franco Palù - sindaco di San Polo

Carlo Perrucchetti - sindaco di S. Ilario

Matteo Nasciuti - sindaco di Scandiano

Vincenzo Volpi - sindaco di Toano

Enrico Ferretti - sindaco di Ventasso

Stefano Vescovi - sindaco di Vezzano sul Crostolo

Nello Borghi - sindaco di Viano

Elio Ivo Sassi - sindaco di Villa Minozzo

6 COMMENTS

  1. Come Cittadino, ma anche come ex Sindaco, permettetemi una critica nei confronti di questa iniziativa dei Sindaci, i Parlamentari, di un qualsiasi partito, di destra, di sinistra o di centro, sono stati eletti dai Cittadini Italiani che hanno eletto anche quei parlamentari che chiedono al Governo di andarsene, pertanto ritengo che un Sindaco non dovrebbe esprimere a favore di una scelta rispetto ad un’altra. Personalmente sono ben favorevole che Draghi resti capo del Governo e trovo inopportuna la decisione di alcuni parlamentari di toglierli la fiducia, ma Draghi deve andare avanti se ha i numeri per farlo e non per un appello dei Sindaci, parliamo di un Governo non eletto dai Sindaci ma dagli Italiani. Che piaccia o meno I Sindaci non devono farsi portavoce di una qualsiasi corrente, i parlamentari di un Governo rispondono agli elettori e non ai Sindaci. Nell’occasione volevo fare un appello ai Sindaci, visto che vi siete permessi di esprimervi su chi Governa questo paese, di farlo anche nei confronti di chi amministra questa Regione, vista che non si decide per la fondovalle Val Secchio, Val Lonza o per la ripresa dei lavori della Diga di Vetto, ma si parla di fare un nuovo progetto di un piccolo invaso, a mio avviso, una follia pura, visto i costi e i tempi che questo comporterebbe per un’opera che quali benefici darebbe?; a mio avviso solo uno spreco di centinaia di milioni di euro; ma su questo sembra che a tanti Sindaci vada bene.

    Franzini Lino

    • Firma - Franzini Lino
      • Non so se lei viva abitualmente in Italia, ma nel nostro paese il governo non viene scelto dagli elettori (che votano solamente per deputati e senatori), ma viene nominato dal Presidente della Repubblica, e successivamente sottoposto all’approvazione dai due rami del parlamento. E’ dal 1947 che funziona così…

        Andrea

        • Firma - Andrea
  2. Sulla stampa locale di oggi, mercoledì 20 luglio, abbiamo letto le ragioni espresse da due Primi Cittadini che hanno ritenuto di non firmare il documento in questione, rivendicando il diritto ad avere una propria opinione e posizione al riguardo, il che risponde al principio inviolabile – almeno per chi crede nelle più elementari regole democratiche – di poter non uniformarsi all’altrui pensiero, anche laddove questo dovesse risultare quello prevalente, o addirittura dominante.

    Al di là di come ciascuno di noi vorrebbe veder evolvere la crisi in atto, un analogo “approccio” dovrebbe valere, per automatica estensione, anche nei confronti di chi preferirebbe anticipare il voto, rispetto alla naturale scadenza del 2023, adducendo il motivo che non possiamo permetterci una campagna elettorale così lunga, ma sappiamo nondimeno che tale tesi viene criticata da molti, fino ad essere etichettata come irricevibile, se non irresponsabile o suppergiù.

    Anche quest’ultimo giudizio è ovviamente legittimo, ma dobbiamo ragionevolmente ammettere che con l’avvicinarsi delle urne – con riferimento a quelle del 2023 – ogni forza politica è tentata di propiziarsi il proprio elettorato con proposte “di parte”, che nulla hanno a che fare con un Governo di unità nazionale o quasi, come quello in carica (posso sbagliarmi, ma non saprei come interpretare diversamente tematiche quali Ius Scholae e legalizzazione droghe leggere).

    P.B. 20.07.2022

    P.B.

    • Firma - P.B.
  3. Complimenti a Lino x il commento sempre lucido e preciso…sono d’accordo con lui,
    Non e ill momento di mandare Draghi a casa,anzi…e son d’accordo con lui che i sindaci volendo hanno in sacco di altre cose su cui mettere attenzione…il parlamento esiste…che lavori…

    DB.

    • Firma - DB.