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Lega: “Nonostante le promesse la Regione non apre i punti nascita”

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I consiglieri regionali della Lega  denunciano di essersi visti bocciare in Assemblea, nell'ambito della discussione sull’assestamento e variazione di bilancio regionale 2022-2024, un ordine del giorno dedicato alla soluzione della questione relativa ai punti nascita delle aree appenniniche.

“Nonostante le promesse, la maggioranza di centrosinistra regionale non si è assunta l’impegno di riaprire i punti nascita dell’Appennino" - tuonano Gabriele Delmonte e Maura Catellani.

Delmonte e Catellani rammentano che solo cinque anni fa l'Appennino reggiano, con una fiaccolata di oltre 2000 persone, reclamava un diritto fondamentale ingiustamente tolto per motivi politici, ricordando inoltre che “Il patto per la salute sottoscritto dal presidente Stefano Bonaccini e dal ministro della Salute Roberto Speranza, il quale contiene la revisione del decreto ministeriale 70 per la disciplina e i parametri dei punti nascita, prevedeva la possibilità, per un largo campione di donne, su base volontaria, di partorire nei quattro punti nascita di montagna, ossia Borgo Val di Taro (Parma), Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), Pavullo nel Frignano (Modena) e Porretta Terme (Bologna).

“La decisione della chiusura dei punti nascita – hanno aggiunto Delmonte e Catellani - è di competenza esclusiva della giunta regionale e, in particolare, dell’assessorato alla Sanità, mentre altrove, come in Trentino, si è vista ripartire l’attività dopo chiusure similari."

"In particolare - continuano i consiglieri - il comune in provincia di Trento ha riaperto con 2 sale parto, una sala operatoria con anestesista 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con 8 medici tra anestesisti, pediatri e ginecologi”.

I leghisti hanno anche denunciato come vuote le promesse del presidente Bonaccini per le elezioni regionali nel 2020: “Il ministro della Salute Roberto Speranza è stato di parola: riapriremo i punti nascita. E’ ciò che gli avevamo chiesto fin dal suo insediamento e che il precedente Governo non aveva saputo o voluto fare, nonostante i proclami”.