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Festa delle adozioni dei castagneti di Marola

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“Chiediamo al Signore pensieri di pace e preghiamo affichè non disperdiamo simboli forti presenti nelle nostre case, nelle scuole e negli ambienti di lavoro e di vita”.

Sono alcune delle parole pronunciate da Don Riccardo Camellini alla celebrazione della Santa Messa nell’Abbazia di Marola che, dopo un momento di accoglienza dei partecipanti, ha introdotto, sabato 10 settembre, nel segno dell’amicizia, la prima Festa delle adozioni” dei castagni, presenti nell’adiacente castagneto. Subito dopo tutti immersi “nell’abbazia esterna”, il castagneto appunto, come ha voluto chiamarla il nuovo presidente dell’ associazione, Lauro Bolognesi, nel sottolineare l’obiettivo di riqualificazione e valorizzazione dello stesso come anche luogo dello spirito, sulla linea tracciata da Papa Francesco nella Laudato Sì. Luogo dell’ospitalità, dell’accoglienza, della spiritualità e preghiera.

Il presidente ha ben delineato, nel suo saluto iniziale, l’idea ed i progetti che ne sono seguiti, in primis quello che ha portato alla costituzione (con il contributo fattivo del dott. Umberto Bernardi) della società consortile, braccio operativo dell’ Associazione Amici del Castagneto Matildico di Marola, grazie alla quale è stato possibile ottenere fondi per riqualificare già 22 ettari di bosco ed effettuare potature per 100 castagni.

Sono seguite informazioni relative alle convenzioni già operative con il Centro Missionario Diocesano (per gestire la tradizionale raccolta delle castagne a Marola), la convenzione con Eco Sapiens (gruppo della Cooperativa sociale l’Ovile con la mission “educhiamo per natura, attraverso la natura, in mezzo alla natura” che accompagna nel bosco di Matilde le scolaresche del primo e secondo ciclo), la convenzione con l’Istituto Nelson Mandela di Castelnovo Monti (che propone per il ciclo secondario superiore progetti e laboratori educativi all’aperto). Tutto questo già si fa ma seguiranno percorsi fruibili per disabili, anche in collaborazione con l’ associazione “Durante e dopo di Noi” e progetti su aree tematiche che spazino dal teatro alla musica, dalla narrazione all’arte. .

Un bosco - giardino dove si potrà agire e operare e ove verranno recuperati metati (antichi seccatoi delle castagne), dove il pascolo torna a vivere per garantire la sopravvivenza del castagneto e riportarlo a condizioni di naturalità, secondo vecchie tecniche di gestione del bosco.

Le risorse principali per questa ampia progettazione vengono in gran parte dal progetto 'Adotta un castagno', partito nel 2020 che ha già visto 70 castagni adottati da ditte sponsor ma soprattutto da privati ed anche la risorsa del 5 per mille.

Ma è alle risorse umane che si è rivolto con riconoscenza il presidente sottolineando  la generosità di molti che ha permesso di gettare le basi di una “casa fondata sulla roccia”: l’ associazione ed i suoi aderenti che crescono sempre di più con la volontà di difendere la natura, la bellezza del creato come “risorse per il proprio benessere e quello della comunità”. Tanti gli attori di questo progetto: la Diocesi di Reggio Emilia, il seminario con la sua Abbazia indivisibile dal bosco, Monsignor Eleuterio Agostini e Lorenzo Giberti che diedero un enorme contributo, gli attuali soci ed il Consiglio direttivo, la Società Consortile con il suo presidente Massimiliano Gibertini, Marco Picciati agrotecnico competente ed attivo, l’ amministrazione comunale di Carpineti, la ditta Benassi che ha curato lavori di pulizia del bosco. Sono state ringraziate tutte le ditte sponsor per il loro generoso contributo: la Cooperativa l’Ovile con Ecosapiens, le Cantine Riunite, Bertoni Carni di Marola, l’Osteria al Portico e Dina Market di Marola, la ditta Chimar del modenese, il Consorzio Lambrusco Reggiano, i Lions di Castelnovo Monti.

Un ringraziamento speciale è andato al CSV (Centro Servizi Volontariato di Reggio Emilia rappresentato da Umberto Bedogni) a cui l’ associazione ha intitolato un castagno in riconoscenza del lavoro di sostegno ed affiancamento per le numerose pratiche burocratiche e l’ospitalità. Ma la parte più coinvolgente della giornata  è stata la consegna personale, da parte del presidente e del segretario Nemesio Gherpelli, delle pergamene in ricordo delle adozioni fatte dalla “compagnia degli adottanti”, seduti su  panchine ricavate da tronchi riciclati, dono del bosco e della laboriosità dei volontari, in un anfiteatro naturale che ben si presterà per altre iniziative E’ seguita la lettura dei nominativi degli adottanti un castagno, presenti ed assenti, i cui nomi saranno esposti in una tabella posta in bacheca all’ingresso del castagneto, anno per anno ed in ordine di adozione. Non è possibile qui ricordare tutti i nomi dei generosi adottanti per cui voglio citare solo alcune adozioni particolarmente significative: quella di due nonni ai loro tre nipotini (come loro altri, anche ai figli) e quello degli amici di Don Pasquino Borghi a Don Pasquino, ma anche a Don Francesco Milani, colonna del seminario, e a Don Creardo Cabrioni, recentemente scomparso. Molte le adozioni in memoria di un marito, un fratello, una sorella, un amico, ricordati per sempre in una casa comune fondata sulla roccia: il castagneto, uno dei più antichi dell’Appennino, dove è nata la tradizione della castanicoltura, dove vivono castagni secolari ed anche ultrasecolari che hanno nutrito per secoli la popolazione e che non cessano di farlo.

Bosco abbandonato da oltre 40 anni, divenuto selva disordinata con la crescita di piante infestanti, 15.000 quintali di materiale secco portato via in due anni, castagneto che richiede anche interventi di manutenzione periodica, non finanziati da ente pubblico e che ora torna a vivere nella sua bellezza.

Maria Alberta Ferrari