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Rinascerà nelle scuole della Riserva Mab Unesco l’acero di Bismantova. I Carabinieri Forestali consegnano i semi

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Davanti alle scuole della Riserva di Biosfera dell’Appennino tosco-emiliano potrà crescere la discendenza dell’acero monumentale dell’Eremo di Bismantova, vecchio di 250 anni. L’iniziativa prende il via in occasione della Giornata nazionale degli alberi, lunedì 21 novembre 2022.
Una scelta presentata dal Parco nazionale dell’Appennino che, con i Carabinieri forestali, ha raccolto i semi, le disamare, cadute sul Centro Laudato Si’ che, proprio sotto l’eremo, è stato inaugurato poco più di un anno fa, nel 2021.
“Consegneremo questi preziosissimi semi dell’acero napoletano (Acer Opalus) alle scuole Mab Unesco (Reggio, Modena, Parma, Massa Carrara, Lucca, Spezia) in occasione delle iniziative ‘Un albero per il futuro’ – spiega il direttore del Parco, Giuseppe Vignali – che prevedono la messa a dimora nelle scuole italiane di circa 500mila piantine. Faremo questo con la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale. Auspichiamo che gli studenti possano fare germogliare la discendenza di questo straordinario acero, probabilmente tra i più noti in regione e in Italia”.
Ed è davvero singolare la storia di questo maestoso albero che, chiunque sale a Bismantova, nota davanti all’eremo che fu dei benedettini. In questi giorni si presenta nella sua stupefacente colorazione autunnale. Messo a dimora, o germogliato spontaneamente tra fine Settecento e inizio Ottocento, quando ancora Bismantova era parte del Ducato estense che, proprio in quegli anni, istituì l’iscrizione obbligatoria a scuola dai 6 a 13 anni.
“Ha un valore simbolico per le nuove generazioni – prosegue Vignali -. È anche l’albero di tutti i fedeli che ancora salgono a Bismantova, di sposi dei decenni passati, di turisti e amanti della fotografia. È scampato, anche, al rovinoso crollo del gigantesco masso nel 2015. Nella seconda metà del Novecento i monaci, che realizzarono il piazzale davanti all’eremo e alcuni bassoservizi sottostanti, decisero di salvaguardarlo. Lo lasciarono salire, sopra il piazzale, grazie a un foro nel pavimento. Un’apertura un po’ stretta, dato che non pioveva più sulle sue radici e la pianta ne risultava sofferente. In occasione della realizzazione del centro Laudato Si’ l’anello è stato allargato e sono tornate pioggia e neve sulle sue radici”.
Il Parco nazionale nelle prossime settimane consegnerà alle scuole le preziose disamere. Gli studenti avranno il comito di metterle in terriccio inumidito e, se germinate, metterle a dimora. Tra 250 anni, magari, qualcuno racconterà e scriverà di questi aceri.