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Carlo Boni: “Non si smantella il Ssn per mettere in equilibrio i costi dello Stato”

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“Le reiterate proteste e le paure che emergono sulla sanità del nostro distretto vanno, io credo, contestualizzate e chiarite nel limite del possibile facendo emergere quello che pare di poter capire di una situazione complessa quanto delicata”.

Così il Capogruppo di maggioranza e medico pediatra Carlo Boni interviene sulla situazione della sanità in montagna e dell’ospedale Sant’Anna in particolare.

"E' nota la carenza di personale, che è la causa dei numerosi disservizi sotto gli occhi di tutti con particolare riguardo alle liste di attesa per visite ed esami, per arrivare alle interminabili attese nei Pronto Soccorso di tutta Italia. Una difficoltà generale insomma di assicurare assistenza puntuale e secondo le legittime aspettative dei cittadini. Pare ormai anacronistico e falsamente rassicurante affermare che abbiamo un sistema sanitario solidale, universale e sempre tra i migliori d’Italia e d’Europa. Lo stato delle cose non è più questo.
Occorre dire con chiarezza che è a rischio il sistema sanitario nazionale pubblico, sotto attacco ormai da anni da parte di interessi privati forti e consolidati"

E aggiunge: "Il Covid non ha fatto altro che assestare un colpo forse mortale al Ssn come sino ad oggi lo abbiamo conosciuto. Per tentare una terapia risolutiva che ne impedisca la fine occorrono scelte politiche decisamente orientate e che riconoscano la sanità come la priorità del nostro vivere civile.
Scelte che vanno molto al di là dei poteri dell’Ausl di Reggio Emilia piuttosto che del Distretto sanitario montano. Questo non significa smettere di lottare per il nostro ospedale e per il nostro territorio, ma dobbiamo avere ben chiaro che i finanziamenti per il sistema erano stati ridotti moltissimo già in epoca pre-covid con responsabilità di tutti governi e le forze politiche di vario colore che negli anni si sono alternate.
Una programmazione completamente sbagliata sul personale, ancora una volta in gran parte basata sul risparmio e su logiche commerciali, ha fatto il resto. Ancora oggi l'attuale governo incrementa i fondi per la sanità di quanto basta per far fronte si e no all'inflazione e al caro energia, e contemporaneamente non intende dar corso al finanziamento attraverso le risorse europee del Pnrr per la paura di dover poi affrontare l’ingerenza UE e la temuta ristrutturazione del debito".

"Dunque - conclude Boni - rimettere in equilibrio i conti passerebbe attraverso lo smantellamento del Ssn? Non esiste  alcun macroscopico spreco in questo paese a cui mettere mano? Credo che a ciascuno di noi ne vengano in mente molti e assai vergognosi.
In sostanza spero che sia chiaro a tutti che la situazione è grave ed estremamente complessa e che abbisogna di una partecipazione votata al confronto, consapevole, determinata e scevra da pregiudizi ideologici, men che meno a rimorchio della ambizione eccessiva e colpevole di politicanti senza scrupoli”.

5 COMMENTS

  1. Ai non più giovanissimi torna in mente L’ INAM (Istituto Nazionale Assistenza Malattie). È stato sostituito dal S.S.N (Servizio Sanitario Nazionale) gestito su basi regionali negli anni 70 del secolo scorso. Gli incauti amministratori di allora dichiaravano con eccessivo ottimismo: “faremo vedere, noi amministratori regionali come si gestisce la sanità in Emilia Romagna. A mio modesto parere sono stati riempiti gli uffici amministrativi, ridotti i posti letto e svuotati tanti ambulatori. Adesso i medici si trovano a dover curare i numeri anziché i malati!!! Alla faccia della sanità regionale e dei “pazienti”. C.V.

    • Firma - Conte da Palude
  2. Quando il Capogruppo di maggioranza parla della “ambizione eccessiva e colpevole di politicanti senza scrupoli”, non si capisce se si riferisca a quelli che, da “governanti”, fanno promesse che poi non mantengano, o invece a quanti, da posizioni di minoranza, avanzano “reiterate proteste”, ma io credo in ogni caso che se la situazione è ritenuta così grave e complessa da richiedere “una partecipazione votata al confronto”, bisognerebbe evitare di dividere i politici, ed altri, in “buoni” e “cattivi”, perché non vedo come tale classifica potrebbe favorire una discussione non ideologica (e portare casomai ad una comunanza di intenti).

    Dopo di che io penso che nel farsi un’idea sull’oggi potrebbe tornare opportuno, o quantomeno non inutile, un salto nel passato, di qualche decennio, quando la nostra provincia vedeva una rete ospedaliera che contava vuoi sull’Arcispedale cittadino vuoi su una pluralità di sedi periferiche, il cui insieme copriva l’intero territorio, e non ricordo che allora esistessero problemi di personale, o di altra natura, e mi pare valesse altrettanto per la medicina territoriale, a configurare un sistema composito, provvisto di “entità” tra loro complementari e sintonizzate, e che aveva funzionato più che discretamente (non volendo ricorrere a superlativi, o eccedere nelle lodi).

    Se la memoria non mi tradisce, quel sistema ha fatto lungamente capo, sul piano organizzativo, ai Comitati di Gestione, ossia organismi collegiali di emanazione politica, che poi hanno lasciato via via il posto ad una conduzione di tipo maggiormente tecnico, cui ha corrisposto una progressiva trasformazione degli assetti organizzativi, verosimilmente ascrivibile anche agli intervenuti cambiamenti in materia di terapie, cura e prevenzione, ecc ., ma se il presente non ci soddisfa, rispetto ad un passato che invece sembrava incontrare larga approvazione, dovremmo forse chiederci quali eventuali errori sono stati commessi nel concepire l’odierno modello.

    Quanto all’affermare che l’attuale Governo “non intende dar corso al finanziamento attraverso le risorse europee del Pnrr”, immagino si tratti del MES – ovvero il Meccanismo Europeo di Stabilità, definito pure Fondo Salva Stati – quasi che il non ricorrervi comporti di fatto “lo smantellamento del Ssn”, ma io non entrerei nel merito di queste scelte, le cui implicazioni stanno dividendo le forze politiche, non solo a livello nazionale (a meno di pensare che noi siamo un Paese in crisi al punto di dover accettare un piano di riforme imposto o “sorvegliato” dall’Europa).

    P.B. 20.12.2022

    • Firma - P.B.
  3. Se non ho compreso quanto esposto sono il primo a scusarmene, ma in ogni caso la mia opinione in argomento è abbastanza irrilevante, mentre non lo è invece, io credo, il confronto che facevo col passato, tanto da pensare, a mio modesto vedere, che chi è preposto, anche sul piano politico, alla organizzazione sanitaria provinciale, oltre a chiedere legittimamente l’assegnazione di ulteriori risorse, dovrebbe fors’anche domandarsi se l’attuale modello sia proprio l’ottimale, o non potrebbe essere in qualche misura ripensato.

    P.B. 21.12.2022

    • Firma - P.B.