Home Diocesi ne' Monti Unità pastorale di Carpineti: “Natale è una luce che non si spegne”

Unità pastorale di Carpineti: “Natale è una luce che non si spegne”

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                   UNITÀ PASTORALE DI CARPINETI (335/8257036)

 San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone

Vita parrocchiale dal 25 dicembre 2022 al 01 gennaio 2022

 

DOMENICA

25 dicembre

NATALE DEL SIGNORE GESU’, AUGURI DI PACE E SERENITA’ PER TUTTI.

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (libera intenzione) ore 11.15 (pro populo)

ore 18.00 (libera intenzione)          Pantano ore 10.00

LUNEDI’

26 dicembre

Festa di Santo Stefano Primo Martire

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (def. Grasselli Giancarlo) ore 11.15 (def. Gandini Stefano)          Onfiano ore 10.00  San Biagio ore 15.30

MARTEDI’

27 dicembre

Festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista

S. Messa: ore 18.00 (def.Caciucco) all’asilo

MERCOLEDI’

28 dicembre

Oggi contempliamo nel Bambino Gesù, il nostro Salvatore che si è fatto fratello per cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione. Egli è il Verbo di Dio venuto per liberarci dal peccato. Adagiato in una mangiatoia, diviene nostro cibo nell’Eucaristia.

Festa dei Santi Martiri Innocenti

S. Messa: ore 10.30 (def. Favali Tommaso e Manuela)                                                                                                                                            

GIOVEDI

29 dicembre

S. Messa:

ore 18.00 (def. Brandi Marino e Marisa) all’asilo   

VENERDI’

30 dicembre

S. Messa:

ore 18.00 (def. Aldini Leonardo ed Ebe) all’asilo   

SABATO

31 dicembre

S. Messe: ore 10.30 (libera intenzione) Canto del Te Deum.

Prefestive: ore 18.00 a S. Donnino ore 19.00 a Velluciana.

DOMENICA

01 gennaio

Solennità della Madre di Dio Maria. Giornata della Pace.

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (libera intenzione) ore 11.15 (pro populo)

ore 18.00 (def. Baldelli Adeodato e Luisa)   Pontone ore 10.00       Pantano ore 10.00

 

MEDITAZIONE DOMENICALE. Una luce che non si spegne. Sì fratelli e sorelle, Natale è proprio questo: una luce che non si spegne. Nonostante le nubi che si addensano sulla nostra storia, nonostante la fatica e la tristezza che talora gravano sul nostro cuore, nonostante i ritmi frenetici che ci vengono imposti e ci schiacciano, impedendoci di ritrovare l’armonia e la pace del cuore. Nonostante tutto, Natale continua a far breccia nella nostra esistenza. Ci fa avvertire la bellezza di uno sguardo incantato e limpido, che si ferma davanti alla capanna per contemplare quel bambino, il Figlio di Dio, diventato uomo per noi, per comunicarci un amore smisurato, per strapparci alle forze del male, per farci conoscere una nuova possibilità di vita. Non lasciamo che questa notte santa passi invano. Che questa luce venga presto coperta da altre luci, fredde e potenti, che pretendono sempre di avere il sopravvento sulla nostra esistenza. Fermiamoci un attimo, per lasciarci illuminare in profondità da questa luce. Essa è benevola, non umilia, non ferisce. Porta con sé il calore di un Dio che ha scelto di prendere la carne di un uomo, per amore. Tendiamo la nostra mano, disarmata, accogliente, amica al nostro prossimo, a quelli che ci vivono accanto, a partire dai nostri famigliari. Apriamo la nostra bocca per parole che recano in sé il sapore di cose buone, di sentimenti nobili, delle esperienze grandi che impreziosiscono la nostra esistenza.

IL PRESEPE ha origine dalle sacre rappresentazioni che si tenevano nelle chiese in occasione del Natale, alle quali è probabilmente da collegare anche il presepe vivente ricostruito da S. Francesco a Greccio. Con la loro decadenza, dopo il sec. 14° nacquero i primi allestimenti plastici permanenti, spesso di grandi dimensioni, che tendevano a mantenerne lo spirito di realistica rievocazione; caratteristici i presepi lucani e pugliesi, ambientati su un monte. I francescani e i domenicani, e in seguito i gesuiti, diedero impulso alla diffusione del presepe in Italia e in tutta l'Europa centrale. Il più antico presepe italiano conservato, almeno in parte, è quello di Arnolfo di Cambio (1280 circa) in S. Maria Maggiore a Roma, dove dal sec. 7° si venerava la reliquia della culla di Gesù. Nel sec. 17° si diffusero i presepi mobili, allestiti anche nelle case, con composizioni sempre più complesse e ambientazioni dal vivo gusto realistico, raggiungendo nel sec. 18° il massimo sviluppo specie in alcuni centri, come Napoli o Genova. All'episodio della Natività si aggiunsero scene e personaggi secondarî, a sottolineare il contrasto tra la vita mondana e l'evento miracoloso, ma che divennero pretesto per virtuosistiche realizzazioni.

I bambini che hanno allestito il presepe nelle loro case e desiderano partecipare al concorso parrocchiale, lo comunichino alla loro catechista, che volentieri verrà a vederlo. Nella solennità dell’Epifania verrà consegnato un attestato di partecipazione e un piccolo dono.

SANTO STEFANO. Il 26 dicembre si celebra il Santo riconosciuto come primo martire della Chiesa Cattolica. Chi era Santo Stefano? Non si conoscono le origini ma pare fosse ebreo di nascita, uno dei primi giudei a convertirsi al cristianesimo e a seguire gli apostoli. Si ipotizza, però che fosse greco e in greco il suo nome assume il significato di "coronato". E’ il primo e più importante martire del mondo cristiano, ovvero il primo ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo. Come è raccontato negli Atti degli Apostoli, il suo martirio avvenne per lapidazione a Gerusalemme intorno al 36 d. C con l'accusa di blasfemia. S. S. Stefano è considerato il protettore di tagliapietre e muratori. È inoltre Santo Patrono di 14 comuni italiani. Perché il 26 dicembre? La celebrazione del Santo è stata fissata il giorno dopo il Natale perché considerato uno dei comites Christi, ovvero uno dei più vicini al Figlio di Dio nel suo percorso terreno e primi a testimoniarne la fede attraverso il martirio.

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                        RICORDO DI PADRE GIANFRANCO MEGLIOLI

 Meglioli Padre Gianfranco di anni 80, è deceduto a Castelfranco Emilia il 18 dicembre. Nativo di Casteldaldo, figlio di Agostino e di Lugli Bruna, fratello di Giacomino e di Suor Caterina, dopo le scuole elementari è entrato nel seminario Serafico dei frati Francescani Cappuccini a Scandiano, dove ha maturato la scelta vocazionale. Nel 1959 nel convento di Fidenza è ammesso al noviziato col nome di fra Filiberto da Casteldaldo, e, quando la regola francescana lo ha permesso, ha poi scelto di riprendere il nome di Battesimo. Inizia il corso teologico ed emette i voti perpetui di Castità, Povertà e Obbedienza. Il 14 agosto 1968 è ordinato sacerdote dal vescovo di Reggio Emilia Mons. Gilberto Baroni e viene destinato al convento-parrocchia di Salsomaggiore, nel 1973 entra a far parte della fraternità di Fidenza, dove viene apprezzato per l’opera prestata presso la Pubblica assistenza con turni prevalentemente notturni. Il 02 agosto 1996, festa del Perdono di Assisi, torna a Salsomaggiore con il servizio di “Guardiano” del convento dove vive in fraternità con un altro carpinetano, padre Gaetano Pederzini. In seguito, viene chiamato a reggere il convento dei Cappuccini a Reggio Emilia, dove dà impulso all’assistenza dei poveri con l’iniziativa della “Sporta della carità”. Da Reggio passa come “Guardiano” al convento di Paullo nel Frignano (MO), dove è tuttora ricordato per il suo impegno e per il servizio reso anche alle parrocchie limitrofe. Quando i Cappuccini lasciano ad altri frati il convento di Salsomaggiore, Padre Gianfranco viene inviato al Santuario della B.V.M. della Salute di Puianello Modenese, dove esercita prevalentemente il servizio di Direttore spirituale e confessore. Dotato di grande sensibilità nel rapporto interpersonale, ha saputo intessere molte amicizie. Umile e silenzioso, ha espresso la sua ricchezza interiore nell’arte pittorica, vincendo anche numerosi premi. Anche nel periodo della malattia è stato testimone di sopportazione e di pazienza, trovando nella preghiera e nella devozione mariana la serenità. Ha celebrato il suo 50° di Sacerdozio nel 2018 nella nostra parrocchia dove, finché erano in vita i genitori e il fratello, più volte l’anno faceva loro visita. Quando era nel convento di Reggio, diverse volte mi ha aiutato, specialmente quando mi recavo in pellegrinaggio, e di questo gli sono grato, anche per l’amicizia che ci ha sempre legati. Siamo vicini alla sorella Suor Caterina, alla cognata Teresa e ai nipoti Gianfranco (che porta il nome dello zio) e Alessandro, che Padre Gianfranco, pur non essendo fisicamente loro accanto, ha sempre portato nel cuore così come loro lo hanno sempre sentito uno zio speciale. Il suo funerale è stato celebrato nella chiesa di Paullo nel Frignano, con larga partecipazione di popolo e di confratelli; lo stesso giorno, nel pomeriggio, lo abbiamo ricordato nella nostra chiesa. Il suo corpo sepolto nel cimitero di S. Prospero, accanto al papà, alla mamma e al fratello, vi riposi in pace. Condoglianze ai familiari.