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Don Paul: “Con il battesimo, Gesù è ‘entrato’ nel peccato per permettere alla giustizia di Dio di entrare nell’uomo e salvarlo”

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don Paul Poku

Nella solennità odierna, che ricorda il battesimo di Gesù, la liturgia ci offre un brano del vangelo piuttosto breve (solo cinque versetti), ma ricco di riferimenti biblici impliciti. Poiché la Bibbia si spiega con la Bibbia, in questo commento cercheremo di approfondirli.
Il brano ci porta sulle rive del Giordano (fiume dallalto valore simbolico, perché limite tra la Terra promessa e i territori pagani), dove Gesù aspetta di essere battezzato da Giovanni Battista. Ma perché lo fa? Questo episodio è stato di difficile comprensione già per i primi cristiani: se il battesimo di Giovanni era un segno di purificazione nellattesa del Messia, perché Gesù si fa battezzare? Di fronte allesitazione dello stesso Battista («Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?»), Gesù risponde che deve essere adempiuta ogni giustizia. Con queste parole Gesù sta sostenendo che il suo battesimo è nel progetto di Dio. La giustizia di cui si parla qui è la volontà di Dio di salvare tutti i suoi figli; questa giustizia, già annunciata nella Legge e nei Profeti, si mostra nella sua pienezza solo in Gesù. Egli, che non ha conosciuto il peccato, è stato fatto «peccato per noi, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui» (cfr. 2Cor 5, 21); detto in altri termini: con il battesimo, Gesù è “entrato” nel peccato per permettere alla giustizia di Dio di entrare nelluomo e salvarlo.
Dopo essere stato battezzato, «Gesù uscì dallacqua»: questo è un rimando a un versetto di Isaia in cui Dio si rivolge a Israele come a un figlio (cfr. Is 43, 2); levangelista intende sottolineare che Gesù è lautentico figlio di Dio, che accompagna i figli per raggiungere la salvezza facendosi egli stesso strada per condurli al Padre. Appena uscito dallacqua accadono due segni grandiosi. Dapprima «si aprirono i cieli per lui», un avvenimento che sottolinea la rivelazione del progetto di Dio (cfr. Ez 1, 1: «si aprirono i cieli e vidi una visione divina»); secondariamente «egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui». Anche questo è un riferimento a Isaia, in particolare al primo canto del servo di Dio (cfr. Is 42, 1: «ho posto il mio spirito sopra di lui; egli proclamerà il diritto alle nazioni»). Gesù infatti è il servo di Dio che deve venire a soffrire per salvarci mediante la forza dello Spirito Santo; la sua è una vera e propria consacrazione (cfr. At 10, 38: «Dio ha consacrato in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth») cosicché in lui sia rinnovata la creazione del mondo avvenuta per mezzo della forza creatrice dello Spirito. Ma come mai lo Spirito è disceso in forma di colomba? Secondo gli studiosi questo era un antico simbolo per indicare il popolo dIsraele (cfr. Os 7, 11 e Os 11, 11); Gesù è pubblicamente investito dal cielo («Questi è il Figlio mio, lamato: in lui ho posto il mio compiacimento») per essere primogenito del nuovo popolo eletto, perché attraverso di lui nasceranno i veri figli di Dio.
Buona domenica