Home Diocesi ne' Monti Unità Pastorale di Carpineti: “Scegliere la parte migliore”

Unità Pastorale di Carpineti: “Scegliere la parte migliore”

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UNITÀ PASTORALE DI CARPINETI (335/8257036)

 San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano, Pantano, Pianzano, Poiago e Pontone

Vita parrocchiale dal 12 al 19 febbraio 2023

 

DOMENICA

12 febbraio

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (Meglioli Giacomino e famigliari def.) ore 11.15 (pro populo) ore 18.00 (Defunti di Mercati Gianni)  Pontone ore 10.00.    Pantano ore 10.00
LUNEDI’

13 febbraio

Nel discorso della montagna, Gesù si mostra a noi come il “rivelatore definitivo” del Padre che è nei cieli.

Chiama alla conversione e svela il significato profondo della legge, espressione della fedeltà di Dio, dono fatto al suo popolo perché custodisca la libertà ricevuta.

S. Messa: ore 18.00

(def. Zanelli Walter, Anna, Igino e Anna) all’asilo  

MARTEDI’

14 febbraio

Santi Cirillo e Metodio Patroni d’Europa.

S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo

MERCOLEDI’

15 febbraio

S. Messa: ore 10.30 (libera intenzione)                                                                                                 
GIOVEDI

16 febbraio

S. Messa ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo     
VENERDI’

17 febbraio

S. Messa ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo
SABATO

18 febbraio

Dalle ore 15.00 alle ore 16.00 incontri gruppi di catechismo.

Prefestive: ore 18.00 a S. Donnino ore 19.00 a Velluciana.

DOMENICA

19 febbraio

S. Messe. Carpineti ore 8.30 (defunti di Costi Firmino) ore 11.15 (Montecchi Carlo e Rosa  ore 18.00 (pro populo)  Pontone ore 10.00.    Pantano ore 10.00

 

MEDITAZIONE DOMENICALE. Scegliere la parte migliore. Cosa differenzia chi osserva i comandamenti e chi non lo fa? (prima lettura) Non una predisposizione, perché tutti siamo creati a immagine di Dio, e tutti siamo chiamati alla santità. Ciò che differenzia i primi dai secondi sono le scelte, quelle che compiamo ogni giorno, quelle che possiamo compiere perché Dio per il suo amore ci ha voluto liberi, quelle che definiscono chi siamo perché descrivono la nostra relazione con Dio e con i fratelli e le sorelle. Siamo i perfetti/maturi che si pongono in ascolto dello Spirito di Dio, come scrive Paolo nella seconda lettura? Oppure siamo come gli scribi e i farisei di cui parla il vangelo, giusti solo in apparenza ma incapaci di aderire veramente alla volontà di Dio perché l’apparenza non corrisponde all’amore che dovremmo vivere? Siamo oggi chiamati a scegliere e scegliere bene, scegliere la “vita”.

TRREMOTO IN TURCHIA E SIRIA. La preghiera come segno di vicinanza - e affidamento - al Signore delle popolazioni colpite dal terribile terremoto di Siria e Turchia e delle sue numerose vittime. L'Ufficio liturgico diocesano suggerisce per oggi, domenica 12 febbraio, un’intenzione da aggiungere alla preghiera universale per le vittime del terremoto in Turchia e in Siria. “Perché il Signore accolga nel suo Regno, dove non vi sarà più la morte né lamento né affanno, le vittime del terremoto in Turchia e in Siria, e perché, grazie alla carità generosa di tanti sia asciugata ogni lacrima dagli occhi di chi soffre e possa rifiorire la speranza di risorgere. Noi ti preghiamo. “O Dio, che hai fondato la terra su solide basi, abbi pieta dei fedeli che nella paura ti supplicano: fa’ che sentiamo sempre la sollecitudine della tua bontà e allontana per sempre i pericoli del terremoto, perché sotto la tua protezione possiamo servirti con riconoscenza. La Caritas Diocesana raccoglie offerte da inviare alle popolazioni colpite dal flagello del terremoto. Se vuoi lo puoi fare tramite la Caritas Parrocchiale.

PER RIFLETTERE. La guerra in Ucraina ci logora, il terremoto insieme in Turchia e Siria ci devasta gli animi... Matteo Messina Denaro, spietato mafioso, continua a tenere banco. Chiediamo, ai professionisti dell’informazione, di risparmiarci i pettegolezzi sui suoi umori, le sue camicie, la sua antica virilità compromessa dalla malattia. Occorre dare voce, invece, al piccolo martire della mafia, Giuseppe Di Matteo; occorre metterci in ascolto di quei terribili 779 giorni e notti di agonia. Solo. Spaventosamente solo. Disumanamente solo. Martedì sera non ho guardato il festival di Sanremo, l’indomani leggo. A Sanremo un “artista” incappa in un problema tecnico. Perde la pazienza, si arrabbia, dà in escandescenze, prende a calci i fiori. Un bullo? Un bullo. Niente di nuovo sotto il sole, quello di Sanremo, intendo. Il giovanotto, al di là dei meriti personali, ha ottenuto ciò che voleva. E mi ritrovo a farfugliar Trilussa: «La lumachella de la vanagloria ch’era strisciata sopra un obelisco, guardò la bava e disse: già capisco che lascerò un’impronta ne la storia». Confondere la bava con l’obelisco è cosa grave, la prima si scioglie al primo sole, il secondo rimane nei secoli. Poverini quelli che verranno dopo. Non oso immaginare cosa dovranno inventarsi per rimanere a galla. I ragazzi hanno bisogno di noi, della nostra testimonianza, del nostro esempio. Nelle scuole si parla ai ragazzi di mafia, di camorra, di bullismo. Di droga, di sopraffazione, d’imprudenza, di volontariato, di amicizia, di condivisione, di vita. Una vera e bella missione quella dell’educatore. Poi arriva la prima serata di Sanremo. E sono costretti a sorbirsi un tizio che tenta di gettare alle ortiche tutto il lavoro degli educatori, dei genitori, della scuola, e, davanti a milioni di telespettatori, si fa stupidamente – e furbescamente – violento senza essere nemmeno redarguito. Lo spettacolo continua. Con i soldi nostri, naturalmente, e contro la nostra volontà. Qualcuno ha detto che la televisione fotografa la realtà. Mah! Diciamo che un po’ la fotografa, un po' la crea. Un miscuglio di verità e finzione che non sempre è facile districare. Per questo occorre fare attenzione.

Offerte ricevute. Ovi Corrado per l’asilo, Bertocchi Antonio per la parrocchia. A tutti Grazie!                          

VICINI ALLA FAMIGLIA DI FRASSINETTI FRANCESCA

La notizia dell’incidente che ha causato la morte della Dottoressa Francesca, avvenuta lunedì 6 febbraio ha gettato nello sgomento quanti la conoscevano. Possiamo solo immaginare il dolore della Mamma Carbognani Armida, dei figli Matteo e Federico, del marito Paolo e delle sorelle Alessandra e Germana, legate a lei da grande affetto. I giornali di questi giorni hanno dato grande risalto alla notizia, mettendo in evidenza la preparazione, l’impegno, la genialità di una ricercatrice preparata, stimata e capace di trasmettere il sapere alle giovani generazioni. Il suo lavoro di ricerca ha contribuito e continuerà a farlo nel trovare cure per le malattie, in particolare per L’Alzaimer. L’interrogativo che ci poniamo di fronte a queste premature dipartite è sempre lo stesso: perché? Per noi cristiani, la risposta non c’è se non nella fede, in una vita dopo la morte. Dio non vuole il nostro male, c’è un progetto, un cammino tracciato per ognuno di noi. Attraverso queste righe più che far risaltare le doti di scienza e di conoscenza (cosa che hanno già fatto le cronache dei giornali) vorrei ricordare Francesca nella sua naturale cordialità, attenzione verso quanti si rivolgevano a lei, che consapevole dei suoi doni, li metteva a disposizione di tutti con umiltà. La sua infanzia l’ha trascorsa all’ombra del campanile di S. Prospero, con i nonni materni, i cugini ed in particolare Alberta, che la considerava come una figlia. Ha sempre amato Carpineti e quando poteva vi trascorreva giornate serene con la sua famiglia, che veniva prima di ogni altro interesse. Proprio in un viaggio da Parma a Carpineti, la sua vita terrena si è fermata. Personalmente le sono grato per la stima e l’affetto che mi ha sempre dimostrato. Ricordo con commozione le visite che mi fece quando, ricoverato nell’ospedale di Parma, nel tempo del covid, lei aveva trovato il modo di venirmi a trovare, infondendomi coraggio e donandomi momenti di serenità. Il libro biblico della Sapienza dice che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e che nessun tormento le toccherà. La vita dell’uomo non si misura con il numero degli anni, ma con l’intensità con cui la si vive e certamente Francesca ha dato il meglio di sé. Ci mancherà il suo contributo alla ricerca, ma soprattutto la sua presenza fisica. Il suo funerale sarà celebrato lunedì 13 nella chiesa di S. Benedetto a Parma, dove i suoi figli hanno studiato e lei si recava a santificare la festa. La salutiamo con la preghiera, affidandola alle cure materne di Maria Immacolata, che in questi giorni ricordiamo apparsa a Lourdes, nella certezza che la fede in Gesù che l’ha sempre animata, l’ha già resa partecipe della Gerusalemme celeste. Il suo corpo, come suo desiderio verrà sepolto nel cimitero di S. Prospero, accanto al papà Sergio e i suoi cari che l’hanno preceduta. Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia e chiediamo per loro la consolazione e la speranza cristiana. Riposi in pace.