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Il Governo alza la soglia minima di studenti, rischiano le scuole dei comuni montani

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Quindici scuole cancellate in Emilia-Romagna, la montagna penalizzata. È questa la conseguenza dell’ultima Legge di Bilancio del Governo che ora vuole l’innalzamento della soglia minima di iscritti a quota novecento studenti per poter avere un’autonomia scolastica con un proprio dirigente.
La Regione si è opposta a questo ridimensionamento che provocherebbe forti penalizzazioni, soprattutto in certi territori, scegliendo di fare ricorso alla Corte costituzionale contro la norma voluta dal Governo.
Anche il nostro Appennino verrebbe toccato profondamente: le sedi scolastiche contano infatti per la maggior parte classi con un basso numero di iscritti. Il rischio reale è quello di accorpamenti che porterebbero alla riduzione del numero delle autonomie nelle aree interne, periferiche e nei comuni montani.
La Regione, sollevando una questione di legittimità costituzionale, ritiene infatti che le norme del provvedimento deciso dal Governo siano lesive delle competenze regionali in materia di dimensionamento della rete scolastica, così come anche dei principi di sussidiarietà e di rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola.
Ridurre il numero delle realtà scolastiche potrebbe essere altamente controproducente: secondo quanto previsto dal Governo, in Emilia-Romagna il taglio previsto sarà di 15 posizioni di dirigenti scolastici e direttori dei Servizi generali e amministrativi in tre anni.
Sarà dunque necessario riorganizzare la rete scolastica, accorpando istituzioni che hanno una media di più di 1.000 studenti per autonomia scolastica, con punte di quasi 1.200 studenti di media nelle scuole superiori di II grado.

“Sono tagli inaccettabili, il ridimensionamento porterà inevitabilmente a chiusure di istituti nelle aree interne e nei comuni di montagna. È un grave attacco alla scuola pubblica. Viene a mancare il rispetto della la Costituzione e delle competenze regionali” - hanno dichiarato in conferenza stampa il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessora alla Scuola, Paola Salomoni -. Il provvedimento del Governo taglia le autonomie scolastiche per risparmiare sul costo dei dirigenti scolastici e dei direttori dei Servizi generali. Tagliare in questo modo, come vuol fare il Governo, mette a rischio le scuole in montagna e nelle aree interne periferiche”.

“Porsi come obiettivo la riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche è inaccettabile - ha continuato il sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi -: chiediamo alla Corte costituzionale di intervenire perché questo articolo della Finanziaria è in contrasto con tutti i principi del diritto allo studio e con l’articolo 3 della Costituzione”.

4 COMMENTS

  1. Che mondo meraviglioso: il centro sinistra ci chiude gli ospedali, il centrodestra le scuole. Speriamo non salti fuori un altro schieramento politico, sennò ci portano via anche le case perchè gli abitanti sono troppo pochi.

    Andrea

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