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Contrastare gli effetti del clima e salvare l’agricoltura, l’Emilia-Romagna chiede provvedimenti

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Sei miliardi di euro. È questa la somma costata al nostro Paese per i danni provocati dalla siccità dell’anno scorso nel settore agroalimentare.
Da questa consapevolezza è sorta dunque anche in Emilia-Romagna una domanda di fondo: ci si chiede quali provvedimenti abbia preso la nostra Regione per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici in agricoltura.
L’interrogazione nasce dalla prima firma di Giancarlo Tagliaferri, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, insieme a Marta Evangelisti e Luca Cuoghi.
Favorire l’estensivizzazione dell’attività agricola, riqualificare i suoli contrastandone l’erosione, compattare e ripristinare la dotazione organica dei suoli stessi per ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche in agricoltura e orientare l’attività verso coltivazioni e tecniche colturali a ridotto fabbisogno idrico.
Sono queste le proposte, richieste a gran voce.
Un settore strategico come quello agroalimentare necessita, infatti, di profondo impegno.
Il 2022, come già ripetuto, è stato un anno critico e climaticamente difficile per tutta l’Italia, aggravato dalla carenza di precipitazioni: sono stati addirittura 111 i giorni senza rovesci ed è stato registrato il 60% di pioggia in meno rispetto alla media.
In più, lo scorso anno la neve ha iniziato a sciogliersi un paio di mesi prima del solito.
Per le Regioni, come anche l’Emilia-Romagna, che hanno subito una grave carenza idrica nello scorso, quest’anno non si preannuncia differente.

“In Emilia-Romagna la portata dei grandi fiumi, in assenza di precipitazioni significative, continua a calare giorno dopo giorno: i flussi negli alvei di Secchia, Enza e Trebbia segnano un netto calo, secondo l’Osservatorio Anbi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Senza cospicue piogge primaverili rischiamo di trovarci con un grosso problema di invasi durante la stagione estiva: un colpo all’agricoltura che allarma gli addetti del settore”, hanno dichiarato i tre firmatari.
Da queste considerazioni è nato l’atto ispettivo per chiedere all’esecutivo regionale quali misure del Psr 2014/2020, prorogato al 2022, siano state finanziate, con quali stanziamenti e in quale percentuale rispetto alla dotazione complessiva per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici in agricoltura e per ostacolare il fenomeno dell’impermeabilizzazione dei suoli agricoli”.