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Rivalutazione pensioni, assemblee Fnp Cisl in Appennino

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Arrivano in Appennino le assemblee della Fnp Cisl Emilia Centrale per discutere del tema della rivalutazione delle pensioni. Una serie di incontri promossi dai pensionati della Cisl alla luce degli aumenti per fasce previste dal governo, per discutere di norme di salvaguardia e degli aspetti ancora oggetto di confronto con l’esecutivo. Già una quindicina le assemblee svolte sul territorio, particolatamente affollate, con lo scopo di dare una informazione completa a tutti i pensionati, anche non iscritti al sindacato.
“Nel reggiano saranno interessanti 181.000 trattamenti pensionistici Inps a Reggio Emilia e provincia – spiega Claudio Bucci, responsabile sindacale locale della Fnp Cisl Emilia Centrale per il distretto di Castelnovo ne’ Monti –. La rivalutazione delle pensioni avviene a 11 anni dal governo Prodi che avviò questo proposito. A fronte dell’elevata inflazione in essere, il governo Meloni ha approvato la rivalutazione delle pensioni con una previsione della 7,3%, per il 2023. La rivalutazione, però, vale per i trattamenti minimi (sino a quattro volte) che, appunto, saranno rivalutati del 100% rispetto all’inflazione e così arriveranno a 2.101,4 euro lordi al mese. Il governo ha scelto, però, di non applicare la rivalutazione al 100% in relazione a tutti gli scaglioni pensionistici: di fatto l’aumento sarà inferiore in relazione al crescere dell’ammontare pensionistico. Di questo e altri temi discuteremo con l’intervento del dottor Alberto Scuderi, responsabile del Dipartimento di previdenza Fnp Cisl Emilia Romagna oltre al segretario generale della Fnp Cisl Emilia Centrale, Adelmo Lasagni”.
Ecco l’elenco delle assemblee: a Casina martedì 7 marzo alle 9.30, presso la Casa della Cultura in via Marconi 7, e, lo stesso giorno, a Castelnovo ne’ Monti presso l’Oratorio don Bosco, in via alla Pieve 5.alle ore 14.30. Quindi venerdì 17 marzo a Toano, presso il Circolo parrocchiale San Biagio, in Corso Trieste 52 alle 9.30 e, lo stesso giorno, alle 14.30 presso la Sala del Consiglio comunale di Villa Minozzo.

3 COMMENTS

  1. Come purtroppo succede abbastanza spesso, le iniziative sindacali sono in ritardo rispetto alle decisioni già prese e presumo del tutto ininfluenti rispetto alla loro applicazione. Il problema delle pensioni è purtroppo affrontato in modo spregiudicato ed è un grosso nodo che lentamente sta soffocando le casse dello stato, ma anche i pensionati. Se non si prende la decisione di separare la previdenza dall’assistenza non ci si salta fuori: tutto il welfare è a carico dell’INPS e non della fiscalità generale; cassa integrazione, integrazioni al trattamento al minimo maternità, assegni famigliari, prestazioni assistenziali, reddito di cittadinanza, gestioni speciali ( vedi enti pubblici) etc . che erode fortemente i contributi degli accantonamenti destinati alle pensioni. È del tutto evidente che le pensioni di 2.101,40 Euro mensili lordi sono fortemente penalizzate da una rivalutazione modesta. È peraltro evidente che chia ha pagato di più si aspetta di più che non quella elemosina. Comprendo il significato della solidarietà, ma se andiamo avanti di questo passo la solidarietà non sara più in grado di farla nessuno. A me piace più S. Benedetto (ora eta labora) che S.Francesco! Cordialità C.d.P. Conte da Palude

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  2. Preciso meglio: bisogna distinguere la pensione lorda dalla pensione netta (quello che entra realmente nelle tasche del pensionato) perché, quando il legislatore parla del limite per la rivalutazione al 100%, si riferisce a 5 volte il trattamento minimo. Il trattamento minimo, quello percepito dal pensionato nel 2022 era di circa 550 euro mensili. Il limite per una rivalutazione completa è di 5 volte il trattamento minimo pari ad euro 2101,4, ma per il confronto con i 550 euro, che sono netti (completamente esenti), dovrebbe essere 600 euro per 5 volte uguale 3.000 euro netti mensili. Il problema è che a 2101,40 lordi, corrisponde un netto di circa 1.600 euro e pertanto non è vero che fino a 5 volte il minimo viene riconosciuta una rivalutazione del 100%, ma in soldoni spendibili, i pensionati vedranno una rivalutazione al 100% dell’inflazione, per importi mensili corrispondenti a 2,6 volte circa il trattamento minimo e non a 5 volte come erroneamente affermato. Netto con netto. Una bella diffferenza! Cordialità C.d.P. Conte da Palude.

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