Home Cronaca “Un progetto per la lotta contro il bullismo”

“Un progetto per la lotta contro il bullismo”

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Flavia Pigozzi

Quello del disagio giovanile è un fenomeno che parte dalla scuola ed è stato segnalato dai sindaci dell’Unione Montana durante una seduta del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a Castelnovo ne' Monti. Nel corso di questo incontro il questore Giuseppe Ferrari ha sottolineato l'importante ruolo dei genitori e dei docenti nella prevenzione del disagio giovanile ed il colonnello Andrea Milani, comandante provinciale dei carabinieri, ha sottolineato l'importanza di affrontare questo fenomeno con delicatezza, per tutelare la riservatezza dei minori coinvolti.

Il Comune di Carpineti scende in campo contro il disagio giovanile, in particolare impegnandosi a dare il via ad un progetto per prevenire e contrastare il bullismo e il cyberbullismo. Abbiano chiesto a Flavia Pigozzi, assessora al sociale e alla scuola, di spiegarci perché e come hanno deciso di intervenire proprio su queste tematiche.

Assessore, come amministrazione avete deciso di scendere in campo contro il disagio giovanile. 

Sì, in primis il sindaco Borghi, e tutti noi riteniamo necessario porre delle azioni rivolte a contrastare, in generale, il disagio giovanile perché ci siamo resi conto che i nostri ragazzi hanno bisogno di aiuto. In questo momento abbiamo deciso di dare la priorità alla prevenzione e al contrasto al bullismo e al cyberbullismo. Partiremo con un progetto, ora in via di definizione, perché abbiano colto il disagio che vivono alcuni ragazzi nelle nostre comunità.

Ecco... secondo Lei, quanto ha inciso la pandemia, e in che modo? 

Sicuramente la pandemia ha generato disorientamento, paura, incertezza in tutti noi e ancor più nei bambini in età scolare e nei ragazzi. La paura del contagio ha ridotto drasticamente i rapporti sociali, ha portato all'isolamento e a quel senso di angoscia, che ha influito profondamente sui rapporti relazionali. La cosa, comunque, che io, come insegnante, mi aspettavo, è che non si manifestasse subito questo disagio, bensì nel ‘dopo pandemia’. E così è stato.

Come pensate di agire anche in una ottica di prevenzione?

Abbiamo contattato delle associazioni e a breve avremo degli incontri per capire come strutturare questo progetto. La cosa che ci preme è aiutare questi ragazzini. E lo faremo.