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La scritta della Marcia su Roma appare in classe alle elementari

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Riemerge un tratto del discorso della Marcia fascista su Roma nella scuola primaria di

L’edificio scolastico carpinetano risale al secolo scorso. Quello delle scritte murali con motti, spesso attribuiti a Benito Mussolini o da lui coniati, fu uno dei principali strumenti di propaganda durante il regime fascista e molti edifici ne recano ancora i caratteri largamente leggibili, come vicino accade oggi per l’ex cantina carpinetana. Una sorta di macchina del consenso, quella delle scritte murali, disponibile anche per quegli strati sociali della popolazione che non avevano accesso alla stampa, una forma di propaganda tutt’altro che marginale. Ai tempi della dittatura, Achille Starace, segretario del Pnf, si prodigò per la fascistizzazione delle masse, attivandosi affinché molti dei motti inventati da Mussolini venissero riportati sugli edifici dello Stato e la loro efficacia fece sì che questo metodo di propaganda (più semplice da leggere dei quotidiani, trattandosi di slogan o pezzi di frasi) si irradiasse dal centro alle periferie, per impulso dei podestà locali, arrivando così anche nelle campagne e, appunto, nel nostro Appennino. Dopo il conflitto mondiale questi slogan murari vennero cancellati, ma i decenni stanno contribuendo alla caduta di vecchi intonaci e vernici e i messaggi originali tornano alla luce.

“La comparsa di un motto fascista per tanti anni nascosta sotto l'intonaco che ora si è sgretolato dovrebbe essere una buona occasione per una lezione di storia – afferma il sindaco del Comune di Carpineti (proprietario dell’immobile), Tiziano Borghi -. Gli alunni si emozionano di fronte ai ritrovamenti e questa emozione va indirizzata alla comprensione di un periodo storico che non vogliamo che torni. Quindi va studiato e conosciuto. Io, fiero figlio di un partigiano, non ho timore di motti, simboli e delle firme di Mussolini. Ho timore, invece, dei pensieri totalitaristi e delle filosofie del superuomo che portarono all'autoritarismo, alla dittatura e al razzismo, rigurgiti da contrastare ancora oggi”.

Da segnalare, per altro, che a Carpineti proprio nella sala di attesa dell’ufficio del sindaco è esposto – dalla precedente amministrazione ndr - il decreto istitutivo dello stemma del Comune di Carpineti con in bella vista la firma "monumentale" del capo del governo di allora, Mussolini appunto.

“Ho ritenuto a mia volta di conservarla – prosegue il sindaco Borghi - perché è un importante documento storico che non rappresenta e non deve mai rappresentare motivo di ingiustificate e intollerate nostalgie”.

Non ci si pone il problema quindi di coprire questa scritta emersa a scuola? Risponde la dirigente scolastica Sara Signorelli che afferma: “Le tracce visibili che la Storia ha lasciato nel nostro paese non devono essere coperte o rimosse, anche se illustrano contenuti discutibili. Servono infatti come significative fonti concrete per attivare percorsi di approfondimento e di studio. Esse generano nei bambini e nei giovani uno stimolo utile ai docenti per avviare riflessioni sui valori fondanti della nostra Costituzione. Infatti proprio gli alunni di classe quinta, con il supporto della fondazione Istoreco e del professor Luciano Rondanini, stanno svolgendo un importante lavoro di approfondimento sulla figura di Don Pasquino Borghi partendo dai luoghi dove egli ha vissuto e dalle tracce che ancora sono visibili. Il 25 Aprile i bambini saranno presenti con le loro opere su Don Pasquino Borghi alle manifestazioni di commemorazione in paese. Opere che poi saranno esposte vicino all’iscrizione murale come segno tangibile del coraggio che riesce a cambiare la Storia”.

Oltre un decennio fa a Cerredolo di Toano fece molto discutere il restauro della scritta “Vincere” sopra un edificio del paese. Ne nacque una polemica, soprattutto sui social, che si protrasse per diverso tempo.

 

2 COMMENTS

  1. Mi sembra ragionevole e sensata la posizione del Sindaco di Carpineti nel voler conservare i segni del passato, anche quando appartengono ad epoche o momenti che non ci sono graditi, e trovo altresì giusto quanto ebbe a scrivere (Remigio), in un commento del luglio 2011 in cui si complimentava col Primo Cittadino di Toano per una circostanza analoga dicendo che la storia non è (o non dovrebbe !) essere di destra o di sinistra.

    P.B. .02.04.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.
  2. Visto che nell’articolo si parla di “alunni di classe quinta”, e poi di bambini che saranno presenti alla commemorazione del 25 Aprile, immagino che ci si riferisca agli scolari frequentanti l’ultimo anno delle Elementari, il che mi riporta con la memoria al tempo in cui anch’io ero allievo della Scuola Primaria, e poi del triennio successivo, alle Medie, e salvo improbabili dimenticanze, non ricordo che quelle mie classi venissero impegnate in ricerche su fatti e figure del periodo bellico, e della cosiddetta guerra civile, mentre il partecipare alla celebrazione del 25 Aprile avveniva casomai singolarmente, insieme alla rispettiva famiglia, e per scelta e decisione della medesima.

    Più di una volta ho cercato di interpretare una tale “neutralità” e mi sono detto, da un lato, che poteva essere forse dettata dal non voler acuire tensioni che allora erano piuttosto acute, trovandoci ancora a “respirare” il clima del dopoguerra, e per altro verso ho pensato che non si volessero avvicinare prematuramente gli adolescenti e i ragazzi ad argomenti dalla forte carica emotiva, per lasciar loro il tempo e il modo di farlo in maniera progressiva e scalare, col crescere ed il graduale formarsi della personalità. Io non so ancora quale risposta darmi, ma sono comunque contento che per me le cose siano andate allora così (senza voler giudicare quanto succede oggi).

    P.B. 03.04.2023

    P.B.

    • Firma - P.B.