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“Guiducci è stato qualcosa di più, molto di più di un medico”

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“Il dottor Umberto Guiducci è stato qualcosa di più, molto di più di un medico, operante nell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti”.

Così Paolo Bargiacchi, noto amministratore pubblico dell'Appennino reggiano, già vicepresidente dell'Usl 13 di Castelnovo, ricorda il noto cardiologo in occasione dell'intitolazione alla sua memoria del centro cardiovascolare di prevenzione dell'ospedale Sant'Anna.

“Ricordo – racconta Bargiacchi - che, a metà degli anni settanta, quando con le risorse dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio (sostenuto da Regione e Provincia) si è fatto acquisto della struttura ospedaliera dell’onorevole e professore Pasquale Marconi, il dottor Guiducci, da buon montanaro, non ha mancato di incoraggiare, sostenere e consigliare coloro che, in primis Giuseppe Battistessa, si avviavano a trasformare una clinica privata, pur apprezzata e vissuta dalla comunità dell’Appennino reggiano come un servizio per tutti, in un ospedale pubblico destinato a servire la collettività di riferimento con le essenziali divisioni di chirurgia, medicina, ortopedia, ginecologia e ostetricia, e con gli annessi servizi di radiologia e laboratorio”.

“Umberto Guiducci non solo ha incoraggiato lo sparuto gruppo – continua  - sostanzialmente inesperto in materia, che si accingeva a gestire una struttura da collocare in rete nel servizio sanitario nazionale, allora di recente istituzione, ma ha colto nel segno della necessità di avviare anche in montagna un servizio cardiologico che potesse in qualche misura rispondere alle esigenze della popolazione montana, distante e all’epoca staccata e lontana da ogni area di intervento per le patologie cardiache, già così diffuse e così urgenti nella maggior parte dei casi. Ovviamente non era ipotizzabile l’allestimento di un servizio cardiologico all’interno di uno, anzi del più piccolo fra i vari presidi ospedalieri di zona, di tutta la provincia”.

E aggiunge: “Ciò nonostante, fermo nell’intento di offrire qualche giovamento ai problemi sanitari della montagna, si è adoperato in Regione Emilia-Romagna, ove, utilizzando il credito personale di stima e di valenza medica che aveva accumulato negli anni, ha avviato un servizio cardiologico a Castelnovo ne’ Monti nei primi anni ottanta, distaccando alcuni medici dipendenti e pagati dal Santa Maria Nuova e seguendone di persona l’andamento ogni giovedì e ogni domenica pomeriggio, senza ovviamente dimenticare tutti i suoi valenti collaboratori che si sono via via succeduti. Il servizio si è poi consolidato nel tempo sviluppando il settore della riabilitazione, tanto che non solo il giovane ospedale castelnovese ne ha guadagnato in prestigio e rispetto nei confronti dell’amministrazione sanitaria regionale, divenendo il primo esempio e punto di eccellenza di una rete cardiologica provinciale integrata, ma ha ampliato e potenziato la sua presenza in montagna, troppo spesso messa in discussione per il suo modesto ambito di riferimento per numero di abitanti, evolvendo passo dopo passo in polo sanitario irrinunciabile ed inoppugnabile, e permeando della sua filosofia preventiva tutti i servizi territoriali”.

“E’ stata pure ‘strumentalizzata, mi si passi il termine – spiega Bargiacchi -  l’aria buona di montagna e l’iconica immagine della Pietra di Bismantova per sostenere la più puntuale idoneità dei luoghi per i percorsi salute, per le passeggiate destinate ad accompagnare il recupero e la riabilitazione degli infartuati provenienti dalla provincia, dalla regione e, ricordo bene soprattutto a fine anni ottanta, da varie parti d’Italia”.

“L’intitolazione, nei giorni scorsi, di un completo centro di prevenzione cardiovascolare nell’ospedale Sant’Anna alla memoria del dottor Guiducci” per Bargiacchi “è stata, quindi, opportuna e doverosa verso una figura che ha dato tanto alla montagna, un territorio che ha amato e accompagnato verso importanti e significativi traguardi di carattere medico e sociale e per l’accrescimento del benessere complessivo della sua popolazione attraverso  l’elaborazione di più che mai attuali indicazioni di  politica sanitaria per mantenere, qualificare e raccordare  col territorio tutti i servizi esistenti in un quadro di compatibilità finanziaria con le risorse  disponibili”.

E conclude: “E’ sua infatti, essendone stato il precursore e il propugnatore, quella linea di programmazione sanitaria che prevede  l’articolazione della rete ospedaliera provinciale nei tre punti di Reggio, Guastalla, Castelnovo ne’ Monti e che doveva diventare, come sostenuto da tanti, patrimonio comune di quanti hanno a cuore la salvaguardia del servizio  pubblico ospedaliero nel quadro delle risorse  disponibili senza intaccare le legittime esigenze e aspettative delle popolazioni interessate”.

2 COMMENTS

  1. Circa la rete ospedaliera provinciale coi tre poli di Reggio, Guastalla, Castelnovo Monti, qui opportunamente ricordata, e che doveva diventare patrimonio comune di quanti hanno a cuore ….., come qui si legge, si ha non di rado l’impressione che in non pochi si siano poi dimenticati, o quasi, di quel modello, anche se spero di sbagliarmi vista l’importanza dell’ospedale montano per il nostro territorio.

    P.B. 14.06.2023

    P.B.

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