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Commemorazione e benedizione croci a Vetto

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Come ogni anno dal 2007 per Pietro Azzolini e dal 2012 per Ostilio Ferrari si è celebrato, il 17 giugno, il ricordo dei caduti nel periodo bellico 1943 – 45 con la benedizione delle croci poste dalle famiglie degli stessi, rispettivamente in località  Costaborga e Montepiano di Vetto.

“Vicende storiche che riguardano crimini partigiani sui quali dopo 79 anni non si è ancora addivenuti ad un chiarimento” ha affermato Luca Tadolini del Centro Studi Italia, sostenendo la necessità di riprendere a presentare ricerche fatte e contenute in almeno 30 libri, come ad esempio “La lettera delle vedove di Cervarolo e degli abitanti di Civago” pubblicata nel 2015 nel libro ‘La Repubblica sociale italiana a Reggio Emilia -1945’. Studiare la storia a 360 gradi per capire e rileggere la guerriglia portata in montagna in  un conflitto di estrema violenza quale è stato quello della seconda guerra mondiale: omicidi politici, uccisione di civili con cariche politiche, ma anche persone vettesi che non avevano cariche, esponenti che rappresentavano semplicemente  la patria e il bene comune, come un medico e un maresciallo della forestale, fino a determinare rappresaglie da parte tedesca, come quella di Cervarolo. Ma l’evento si è esteso ad accogliere esponenti dell’ ’Opera nazionale caduti senza Croce’ con l’intervento dei coniugi Montali, lui esule di Fiume e lei, Laura Bruzzi, esule di Pola, per portare omaggio a tutti i caduti.

”Gemellare il dolore” con le popolazioni dell’Istria che avevano perso tutto. Toccante la storia dello zio di  Mauro Manfredi, infoibato e mai ritrovato per il quale a Costaborga è stata posta una nuova targa vicino a quella di Pietro Azzolini e dei vettesi, dedicata alcuni anni or sono. Il nipote si è commosso pensando che ora c’è un luogo dove il nome dello zio Manfredi Zmarich è ricordato, un luogo di pace e bellezza come sono le nostre montagne e dove pare assurdo, in tale contesto, siano avvenuti delitti così efferati. Persone uccise a colpi di zappa, poi con arma da fuoco, come successo anche a Pietro Azzolini e  Ostilio Ferrari i cui corpi furono ritrovati dopo mesi. La morte di Pietro venne persino festeggiata e ci si vantava anche in piazza di quanto successo quella notte,  tra il 21 e il 22 giugno 1944: “Sono successi fatti incredibili questa notte … presto si sapranno” andava a sbandierare qualcuno. E persino una donna del paese, paziente dello stesso medico, partecipò al delitto di Azzolini.

Si è ricordata anche la figura di Pasquale Marconi, cattolico esponente del CLN. Insieme ad Azzolini riuscì a salvare qualche borgo… Lungo l’elenco dei vettesi deceduti con tragica sorte raccontata da Laurenzia Azzolini, nipote di Pietro: Pietro e Luigi Azzolini, Maria Costi, Alfonso Dazzi, Ostilio Ferrari, Lodovico, Marino e Pierino Filippi, Bernardo Genitoni, Franco e Roberto Rinaldi.

”Orgia di sangue: le genti del confine orientale si uniscono a voi. Morirono uomini buoni e giusti il cui nome è su queste croci. A Padova esiste una tomba vuota con il nome di un corpo mai ritrovato e che aspetta di essere riempita. E’ stato offerto un mazzo di fiori bianchi, simbolo di purezza, valore, onore ed è stato proposto di piantare a Costaborga un albero, da una ragazza del gruppo di istriani pervenuti.

”Siamo onorati di essere presenti per ricordare e mai dimenticare tutti i caduti innocenti. Ringraziamo tutti i familiari e chi ha organizzato questo incontro così particolarmente sentito. Siamo commossi perché oggi unitamente al ricordo dei vostri concittadini massacrati avete desiderato ricordare anche i martiri delle foibe” ha affermato la dott.ssa Bruzzi. ”Uniamo i nostri caduti ai vostri in preghiera e devozione con un minuto di silenzio. Nessuna parola può esprimere compiutamente il dolore dei familiari e la partecipazione solidale dei veri patrioti nazionali per la tragica perdita di chi ebbe il solo torto di amare l’Italia. Soltanto la parola del Dio degli eserciti può consolare quel dolore ed accogliere il grido della speranza e della fede. Il Dio che ‘atterra e suscita’ accoglie i nostri martiri nell’onore dell’eternità e nel rispetto della giustizia universale. I nostri martiri vivono nel cuore degli italiani migliori e nella gloria del Signore.

”E’ stata poi  elevata una preghiera corale per  tutti i caduti. Don Giancarlo Denti ha benedetto entrambe le croci, auspicando che dai semi gettati anche da queste tragedie possa nascere un mondo migliore: ”Dal buio del bosco Dio ha suscitato un germoglio di speranza”riporta il depliant predisposto per la ricorrenza in memoria di Ostilio Ferrari. L’iniziativa è stata condotta nello spirito di riconciliazione nazionale.

Maria Alberta Ferrari