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Reusemed, la seconda vita dei rifiuti

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Reusemed è un progetto creato in Italia, Giordania, Spagna e Tunisia, basato su circuiti di riutilizzo di materiali.

Lo scopo è quello di contribuire attivamente a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e decarbonizzazione.

Mobili, libri, vestiti, elettrodomestici, apparecchiature elettriche ed elettroniche e anche cibo possono avere una seconda vita, anziché diventare rifiuti da buttare.

Per raggiungere questo obiettivo, Reusemed ha dato vita ad un network internazionale di buone pratiche ambientali, politiche, sociali e culturali, che hanno toccato l’impiantistica, la sensibilizzazione verso la cittadinanza, la strutturazione di attività come il baratto e la riparazione, la divulgazione e il coinvolgimento come il festival del riuso.

Proprio per promuovere  la cultura del riuso, il Progetto Reusemed, Reuse Mediterranean Basin, dopo due anni giunge a conclusione.

In generale le pubbliche amministrazioni delle sponde del Mediterraneo tendono a concentrare i loro sforzi sul riciclo, che è solo una parte dell’economia circolare. Puntare sulla promozione del riutilizzo e della riparazione di beni ha incoraggiato invece a completare così il ciclo delle quattro R dell'economia circolare: ridurre, riutilizzare, riciclare e riparare.

Al progetto partecipano otto partner: in Spagna, Anepma - Associazione nazionale delle imprese ambientali pubbliche, in Giordania MoLA - Ministero dell'amministrazione locale e il comune di New Deir Allaa, in Tunisia il comune di Sakiet Ezzit e Anged - Agenzia nazionale per la gestione dei rifiuti. Per l’Italia
la partnership è costituita dal comune di Capannori, provincia di Lucca, il primo comune italiano ad adottare la strategia rifiuti zero, e Fondazione Reggio Children–Centro Loris Malaguzzi, insieme a Remida, il centro di riciclaggio creativo, entrambi con sede a Reggio Emilia.

Venendo a quanto realizzato in Italia, sono state numerose le attività realizzate a Capannori, città di 46 mila abitanti, in provincia di Lucca, già all’avanguardia in molte politiche di sostenibilità, a partire dal riciclo dei rifiuti.

Con Reusemed, Capannori, guidata dal sindaco Luca Menesini e in particolare con l’assessore all’ambiente, Giordano Del Chiaro, ha esplorato e abbracciato la strategia del riuso. Dopo una prima attività di analisi per conoscere gli usi, le abitudini e le eventuali
resistenze dei cittadini al riuso dei materiali, sono stati avviati percorsi di co-progettazione insieme ai cittadini e le associazioni che si occupano di riuso per conoscere ed evidenziare i punti di forza delle esperienze esistenti e valutare possibili miglioramenti.

Ne sono nate diverse proposte e buone pratiche innovative alcune delle quali sono state lanciate proprio in queste ultime settimane di chiusura del progetto Reusemed.

In questo percorso Capannori ha voluto al suo fianco Remida, il Centro di Riciclaggio Creativo, progetto di Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia, Fondazione Reggio Children-Centro Loris Malaguzzi e di Iren. Anche Fondazione Reggio Children, presieduta dalla pedagogista Carla Rinaldi, ha avuto parte attiva nel progetto Reusemed.

“Remida ha sostenuto in ogni sua fase il progetto Reusemed – spiega Laura Pedroni, responsabile organizzativa – offrendo in primo luogo una lettura culturale dello scarto, dell’imperfetto, di ciò che ci pare aver finito il suo corso, suggerendo una sensibilità
che può valere come approccio verso il mondo. La nostra ricerca riguarda la materia, generativa di pensiero, capace di stupire e affascinare, oltre che di porre interrogativi sulle questioni ambientali, sociali, economiche ed educative, suggerendo un approccio verso il mondo. Non si tratta solo di tornare a rendere utile ciò che non ci pare lo sia più, magari riparandolo, compiendo una scelta di sostenibilità. Si tratta anche un’azione etica ed estetica, un invito a cercare bellezza dove non si è abituati a trovarla”.

Remida nasce a Reggio Emilia nel 1996, nell’alveo della cultura dei nidi e delle scuole d’infanzia della città e fa parte del sistema educativo denominato Reggio Emilia Approach. Sposa quindi un pensiero educativo con un pensiero ecologico, in tutte le loro accezioni. Ha a sua volta diversi centri in Italia, come Napoli e Bologna, e nel mondo. Recupera da una rete di 200 aziende del territorio circa 20 tonnellate annue di materiale destinato allo smaltimento, che viene rimesso in circolo attraverso i progetti e un servizio di distribuzione a circa 400 scuole e associazioni.

Per facilitare l'accesso dei cittadini o delle aziende ai circuiti del riuso, nei giorni scorsi è stato poi lanciato dal Comune di Capannori il servizio ‘InfoRiuso’. Uno sportello telefonico che orienta e fornisce informazioni ai cittadini e aziende interessati a destinare al riuso materiali inutilizzati e oggetti usati o da riparare, scarti di produzione o giacenze di magazzino, anziché a conferirli in discarica o all’isola ecologica, dove diventano per legge rifiuti destinati al riciclo del materiale o allo smaltimento.

A seconda della merce di cui ci si vuol disfare, mobili, abiti, materiali informatico, giochi, elettrodomestici rotti e così via, l’operatore/trice indirizza la cittadinanza al servizio più adeguato.

Tra le altre iniziative il primo Festival del riuso, una occasione che ha visto protagoniste le associazioni e le realtà locali che si occupano di riuso nelle varie filiere e associazioni ambientaliste con un ricco programma di interventi, laboratori creativi, mercatino e intrattenimento; incontri/tavole rotonde con diversi referenti istituzionali e della società civile; il percorso di formazione RiusoLab rivolto ai cittadini e associazioni sulle pratiche di riuso e sull’economia circolare a cura delle varie realtà e associazioni del territorio.

Per conoscere meglio il progetto Reusemed e le sue buone pratiche di riuso è stata realizzata una Reusemed App, in corso di implementazione, che cerca di mettere in rete le informazioni e gli utenti e gestori dei circuiti di riutilizzo che sono stati implementati in tre città coinvolte, Capannori in Italia, Cordoba in Spagna e New Deir Allaa in Giordania.

L’app può anche esser utilizzata per le informazioni ai cittadini sui singoli territori.