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Soccorso alpino: “la montagna non è una moda”

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L'allarme è lanciato dai protagonisti delle ormai frequentissime azioni di salvataggio che anche nel nostro territorio vede impegnato il Soccorso alpino.

A raccogliere lo sfogo di Fabio Bristot del Corpo nazionale del soccorso alpino è il Dolomiti.it. "La montagna sta diventando una sorta di luna park in cui approdare senza pagare il gettone".

(immagine di repertorio)

"Oggi molti partono senza aver nemmeno consultato una cartina o un bollettino meteo - prosegue Bristot. - In non pochi casi si preferisce affidarsi ai consigli dell'influencer di turno, mettendo a rischio la propria vita e quella dei soccorritori".

La situazione sta diventando davvero preoccupante anche nel nostro territorio, soprattutto durante questo periodo dell'anno, dove quasi quotidianamente gli amanti della montagna si mischiano ai turisti improvvisati, capitati per caso, quelli del "e perchè no? Se ce la fanno gli altri?"

Nemmeno nelle nostre zone sono mancati gli escursionisti che si sono "persi affidandosi meramente ai navigatori in internet. Alcune persone non si rendono conto del fatto che i soccorritori mettono a rischio le proprie vite per salvare gli altri".

L'escursione in montagna è sì fatica fisica, ma anche mentale, quella cioè che consiste nel preparare nel modo corretto il trekking pensandolo ed organizzandolo, preparandosi con le corrette calzature e con uno zaino che possa contenere il necessario, senza tuttavia risultare troppo pieno.

"Due terzi delle persone che soccorriamo - conclude Bristot - scivolano a causa di scarpe non adatte".

7 COMMENTS

  1. Se si facesse come in Svizzera, dove un intervento in elicottero (quelli della Rega) costa 10’000 franchi (non scherzo e avete letto bene: diecimila franchi), le persone ci pensano ben 3 volte, non una. Infatti, il 90% dei salvataggi avviene solo per questioni serie. Voglio vedere chi è disposto a pagare quella cifra per un weekend finito “male”.

    Tutta la mia ammirazione e rispetto per i soccorritori.