Home Cronaca Vassallo: “Per l’Ausl presentarsi incinta al Sant’Anna è sempre un errore”

Vassallo: “Per l’Ausl presentarsi incinta al Sant’Anna è sempre un errore”

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Un’interpellanza all’indirizzo del sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini, sulla incandescente vicenda della chiusura del punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna.

Che sarebbe una delle concause della morte, di un bimbo, due mesi fa, alla 37esima settimana-nono mese di gravidanza.

A proporla è la consigliera di minoranza, Nadia Vassallo (Castelnovo né Cuori).

Nadia Vassallo (Castelnovo Nè Cuori)

“Spettabile sindaco – si legge nel testo dell’ordinanza -, vorremmo conoscere la sua opinione nel merito di una disposizione organizzativa della direzione sanitaria dell’Ausl, a firma Galgano - Marchesi, che depositiamo agli atti presso la segreteria comunale nel rispetto del divieto di divulgazione dell’atto stesso”.

Documento che il gruppo consigliare cui appartiene la signora Vassallo era in possesso, in via informale, da tempo ma che: “Abbiamo richiesto ufficialmente con istanza di accesso agli atti, trovando conferma della forma e del contenuto”.

“A pagina 6 c’è scritto testualmente: ‘L’autopresentazione di una gravida all’ospedale di C.Monti è sempre da considerare come errore’ e aggiunge ‘Le pazienti gravide, con patologia gravidanza correlata certa o non eludibile, sopra le 22 settimane di EG, saranno inviate presso il centro Hub’ – affonda Vassallo -. Ciò spiega il mancato intervento urgente nel caso del bambino morto 2 mesi fa alla 37 settimana - nono mese di gravidanza”

“Alla luce dell’accaduto e della consapevolezza che la tempestività dell’intervento decide sulla vita e la morte delle persone, le chiediamo – domanda la consigliera -. Ritiene corretta questa azione dell’Ausl di Reggio dopo la chiusura del punto nascita, per la sicurezza di donne e bambini della montagna? Ritiene di dover intervenire presso le istituzioni e l’Ausl in tutela della sanità in montagna? Pensa che sia necessario fare un esposto alla magistratura di questo caso?”

Vassallo all'attacco

“hanno chiuso il punto nascita di Castelnovo, con esso anche ogni forma di assistenza al parto, e con le risorse umane ed economiche dirottate stanno costruendo il più fantastico progetto di ospedale per l’infanzia che è anche la più megalomane affermazione di reggianità, il MIRE – affonda il colpo la consigliera Vassallo -. Nonostante da decenni i reparti di ostetricia del Santa Maria siano sovraffollati e inadatti per la breve degenza ospedaliera delle partorienti, nonostante dal 2011 CuraRE Onlus spinge per la costruzione del MIRE, le donne continuano a partorire in quei reparti degli anni 60 in evidente stato di incuria manutentiva, e la realizzazione del nuovo ospedale è ancora a livello delle fondamenta

L'Ospedale Sant'Anna

“Intanto, però in montagna si muore (il riferimento è alla vicenda del bimbo morto, ndr) – è un fiume in piena Vassallo -. Sì perché oltre alla chiusura del punto nascita deciso dalla Regione di Bonaccini, è stata vietata dall’Ausl ogni forma di intervento presso l’ospedale di Castelnovo sulle donne che si presentano al pronto soccorso con un quadro di emergenza-urgenza, ributtando il problema su Reggio Emilia anche se sono a rischio la vita del bambino e della madre”.

Il punto, per la consigliera di Castelnovo né Cuori: “non importa se donna e bambino stanno rischiando di morire, non importa se è urgente intervenire per salvarli, importa che l’Ausl ha fatto cassa con le risorse umane della montagna chiudendo anche la guardia ginecologica H24, e quindi non ci sono più le competenze per prendere a carico l’emergenza, nonostante le distanze rendano indispensabile il presidio sanitario”

2 COMMENTS

  1. Che delusione i politici che invece di prendere a calci chi ha distrutto la sanita in Emilia, li appoggiano accontentandosi di qualche poltroncina e di qualche soldino che cade dal cielo, per interventi di salvaguardia del nostro eco sistema, che evidentemente non contempla l’essere umano ma solo piante e animali autoctoni.

    G.M

    • Firma - G.M
  2. Occorre capire che l’azienda usl è quasi sempre mera esecutrice di decisioni prese dalla politica.
    Tali decisioni vanno poi ricondotte in un’ ottica organizzativa strutturalmente adeguata a mantenere il massimo della sicurezza possibile alle condizioni date.
    In questo senso è da intendere la procedura messa nero su bianco dalla AUSL a seguito della chiusura del punto nascita e del ridimensionamento conseguente e peraltro inevitabile della ostetricia ginecologia.
    Il governo decise a suo tempo la chiusura dei punti nascita in base al parametro del n dei parti e la regione si adeguò salvo poi rendersi conto dell ‘errore fatto a scapito di territori come il nostro.

    Fatta salva la riaffermata volontà della regione di riaprire il punto nascita, nonostante la difficoltà legata al n insufficiente di operatori sanitari specializzati, occorre ora capire con interlocuzioni ad hoc cosa intenda fare il ministero in proposito stante la volontà espressa in passato da suoi autorevoli esponenti di riaprire i p nascita chiusi al più presto (sono passati ormai anni da quelle determinatissime esternazioni)

    CARLO BONI

    • Firma - CARLOBONI