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Il seminarista Rolando Rivi

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Aveva da poco compiuto quattordici anni quando fu ucciso, in un clima di odio disperato e furioso che dilagava in ogni direzione, il giovane seminarista Rolando Maria Rivi. Fu ritrovato morto nelle colline di Monchio, nel modenese, freddato da un colpo di pistola. La sua unica colpa? Essere creduto spia a favore dei fascisti.

Nato il 7 gennaio 1931 a San Valentino di Castellarano, il giovane Rolando era il secondo di tre figli. La vocazione in lui era presente già da piccolissimo: a cinque anni serviva messa e a undici anni entrò nel Seminario Vescovile di Marola. Rolando non smise mai di indossare il suo abito talare, nonostante i genitori fossero in disaccordo, a causa del violento fermento antireligioso in quella zona.

Il 10 aprile del 1945 venne rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che fecero trovare un biglietto a genitori: “Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani”. Venne ritrovato quattro giorni dopo, seguendo le indicazioni del suo stesso assassino, e la sua salma brutalmente torturata e martoriata fu seppellita con rito cristiano a Monchio.

Nel maggio dello stesso anno le spoglie mortali di Rolando furono riportate a San Valentino e la tomba divenne meta di pellegrinaggio. Nel frattempo, nel 1951 Giuseppe Corghi, esecutore materiale dell’omicidio, e Delciso Rioli, comandante della 27ª Brigata Garibaldi "Dolo", furono condannati dalla Corte d’Assise di Lucca a ventitré anni di reclusione, ma ne scontarono solo sei per effetto dell’amnistia voluta da Palmiro Togliatti.

Nel 2018 la figlia di Corghi, Meris, strinse la mano a Rosanna Rivi, sorella di Rolando, alla presenza del vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca. Come si legge sulla rivista La Nuova Bussola Quotidiana, Meris Corghi affermò: «Questa stretta di mano tra le nostre due famiglie sia il simbolo della giusta espiazione per l’odio fraterno per ogni padre, per ogni nonno, per ogni bisnonno che ognuno ha nella nostra famiglia tornato vivo dalla guerra».

Il 28 marzo 2013 papa Francesco riconobbe il martirio del giovane Rolando, che venne beatificato il 5 ottobre dello stesso anno con una cerimonia al Palazzetto dello Sporti di Modena, davanti a migliaia di persone. Il beato Rolando Rivi è patrono dei ministranti di Modena e Nonantola e la sua memoria liturgica, che si celebra il 29 maggio di ogni anno, è una ricorrenza sentita in tutto il mondo. Addirittura nelle filippine esiste un gruppo dal nome “Amici di Rolando”.

Marco Capriglio