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Una riflessione di don Giordano Goccini tratteggia il profilo del popolo della Gmg

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Don Giordano Goccini

Giornata Mondiale della gioventù Lisbona 2023 ore 1700 circa.

Don Giordano Goccini, in mezzo alla fiumana di ragazzi in procinto di entrare al Parco Edoardo VII,per il primo incontro con Papa Francesco, commenta come segue  l'evento che registra una consistente partecipazione di ragazzi reggiani e fra questi numerosi "Quelli della montagna":

“Siamo finalmente arrivati a Lisbona dopo un percorso lungo e abbastanza faticoso dove abbiamo vissuto alcuni momenti molto intensi a Barcellona, a Toledo con il nostro vescovo Giacomo e momenti di profonda spiritualità e di intensità emotiva ma anche appunto spirituale. La stanchezza è tanta, si fa sentire ma contemporaneamente alla stanchezza cresce anche l’entusiasmo anche perché l’arrivo a Lisbona che ci ha accolto con un bel sole e un bel vento fresco con la sua bellezza, questa città è meravigliosa. In ogni angolo ci sono centinaia di migliaia di giovani che vengono da tutto il mondo con i loro colori e le loro bandiere. Questo è già in se è assolutamente rigenerante.

"Stiamo entrando al parco Edoardo VII dove ci sarà il primo incontro con il Papa e la preghiera di accoglienza che da inizio ai giorni più intensi della Gmg. E' un momento molto forte e il primo assaggio di un evento con davvero tantissime persone. L’afflusso è già di per se impressionante. Ho visto persone fuori dai negozi e dai bar prendere i cellulari e filmare queste fiumane di ragazzi che cantando e ballando entrano nel parco ignari del fatto che saranno nelle ultime fila. Saranno in fondo perché ormai il campo è quasi pieno ma così contenti di essere qui.

L’esperienza della Gmg è molto intensa, importante. Questa è una Gmg diversa dalle altre, soprattutto perché viene dopo l’esperienza del Covid. La maggior parte dei ragazzi che è qui ha tra i 18 e i 22 anni. Sono quelli della generazione che del Covid ha fatto davvero le spese in modo pesante dovendo chiudersi in casa nel periodo più esplosivo della vita cioè quello dell’adolescenza. Adesso è come se volessero riprendersi tutto. Hanno la voglia di abbracciarsi, di stare insieme, la voglia di essere tanti, di essere un solo corpo, di essere fratelli per dirla ‘alla Papa Francesco’. La voglia di una fratellanza universale si respira molto forte.

Dal punto di vista della fede, questa è una generazione che potremmo dire ‘diversamente credente’. All’apparenza potrebbe sembrare assolutamente indifferente al tema della fede. Eppure questi ragazzi sono qui. Sono qui perché qualcuno li ha chiamati, sono qui perché qualcuno gode nei loro confronti di un credito di fiducia e sono i loro educatori, le loro comunità parrocchiali che hanno ancora la capacità di fare proposte e di metterli in cammino.

Questi giovani vengono qui con la loro fede, quella che hanno, con molte domande. Mi sembra  che da questo campo si elevino al cielo in tante lingue più domande che risposte. Se la Gmg quarant’anni fa poteva essere quasi un’espressione muscolare visibile del cattolicesimo che si metteva in mostra, del cattolicesimo giovane, forte, universale, adesso no, adesso è un coacervo di domande, di dubbi. Si va dalle domande sulla vita interiore alle scelte da fare, alle domande sulla propria identità, (chi siamo?) alle domande pesanti, a volte ansiogene sul futuro. Questo mondo ci accoglie? C’è un posto per noi? Soprattutto questa Terra è ancora un posto abitabile? Sarà ancora un posto abitabile nel futuro? Questi quesiti toccano molto profondamente la vita dei ragazzi che sono qui.”

Stay tuned