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Muoiono abeti rossi, piante acquatiche nei laghi: il cambiamento climatico che si vede nel Parco

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Giuseppe Vignali

È piovuto finalmente in Appennino, e anche in pianura… e così, presto, ci dimenticheremo anche il grande caldo di questa estate. Noi dimenticheremo, ma le ferite drammatiche subite dalla natura resteranno. Ancora una volta i sistemi naturali hanno subito danni irreversibili che diventeranno evidenti nei prossimi anni. Siamo portati a pensare che passato il momento critico tutto tornerà come prima, ma purtroppo non è così: gli stress provocati dalle temperature fuori controllo condizioneranno i prati, i boschi, i fiumi, i laghi e anche le coltivazioni; i danni provocati resteranno per decenni e in alcuni casi innescheranno processi di cambiamento irreversibili. È importante essere consapevoli di quello che sta succedendo; il riscaldamento globale cambierà in modo radicale l’ambiente che ci circonda. I sistemi naturali non sono più in equilibrio con il nuovo clima: lo testimoniano lo scioglimento dei ghiacciai, i crolli sempre più frequenti delle pareti rocciose in alta quota, il disseccamento delle foreste, la scomparsa delle sorgenti. Il raggiungimento di un nuovo equilibrio, qualora possibile, sarà molto doloroso per la nostra specie. Quest’estate anche l’immagine più iconica e rappresentativa della montagna italiana ha vacillato: il pascolo alpino con erba verde brillante, circondato da abeti slanciati e con sfondo di vette aguzze coronate da ghiacciai bianchi non era più lo stesso. Il pascolo si è ingiallito per il caldo e la siccità, gli abeti sono stati falcidiati dalla tempesta Vaia e le successive invasioni di insetti scolitidi ed anche lo sfondo dei ghiacciai si è molto “ingrigito”.

Anche da noi, in Appennino, le cose non vanno molto meglio e, se ci pensiamo un attimo, scopriamo di avere già perso il piacere di beni preziosi che alcuni di noi forse considerano “poco importanti”, ma che invece facevano parte della cultura e del modo di vivere di un passato vicino. Per esempio guardare la città e la pianura coperte da un morbido manto di neve, andare a sciare nelle piccole e vicine stazioni dell’Appennino, godere di un acquazzone senza la paura di essere colpiti dalla grandine o travolti da un torrente, ammirare un lago appenninico con l’acqua fredda e trasparente…. E purtroppo questo è solo l’inizio. Per esempio perderemo quei bei boschi di faggio con il sottobosco rado e umido dove è bellissimo camminare e cercare i funghi, perderemo molte sorgenti e piccoli ruscelli, perderemo le verdi praterie di vetta da dove guardiamo il mare della Liguria… Nonostante tutto però anche quest’estate, quando il caldo era a livelli inimmaginabili ed erano evidenti l’estrema sofferenza della natura e i gravi pericoli incombenti come gli incendi e la peste suina, siamo rimasti concentrati su questioni e dibattimenti certamente significativi, ma forse non prioritari, del tipo … “nei laghi ci sono troppe alghe e il paesaggio non mi piace, la strada che arriva in cima alla montagna non è asfaltata, non possiamo passare per i sentieri con le biciclette, non possiamo parcheggiare sul prato, non possiamo accendere il fuoco” … e molto altro. È chiaro che manca completamente la percezione di quello che sta succedendo; restiamo chiusi nelle case o negli uffici o ancora nelle auto con il condizionatore acceso aspettando che tutto passi, ma quello che sta fuori dalle nostre scatole di latta o mattoni arriverà dentro e ci colpirà. Senza la natura non c’è ricchezza… per nessuno. Da parte dei Parchi, ma anche delle Riserve Unesco, credo che l’impegno prioritario, soprattutto in questo difficile momento, debba essere concentrato nella cura della natura e nelle politiche per il contrasto al cambiamento climatico.

La sfida è difficile ed è necessario che alla conservazione del capitale naturale contribuiscano anche i territori che usufruiscono dei servizi ecosistemici (acqua e aria pulite, suoli, biodiversità, ricreazione, stoccaggio del carbonio) attraverso l’acquisto da parte delle imprese dei crediti di sostenibilità. Abbiamo tutti i mezzi per vincere la sfida, non è necessario rinunciare alle conquiste che hanno reso migliore la nostra vita, ma dobbiamo riformare profondamente comportamenti, atteggiamenti e strumenti che utilizziamo. Il mondo nuovo che sapremo costruire insieme, se ci impegneremo subito, sarà migliore per noi e soprattutto per chi verrà dopo di noi.

(Giuseppe Vignali, direttore Parco nazionale Appennino tosco-emiliano)