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Vetto, a Cola l’ultimo saluto a Romano Genitoni

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Cola di Vetto in lutto per la morte dell’ ottantaseienne alpino e agricoltore Romano Genitoni.

L' infanzia di Romano è stata segnata da una vicenda dolorosa, raccontata dall'uomo tempo fa e riportata sul periodico TuttoMontagna (nel 1997, ndr): all’età di nove anni disseppellì il padre ucciso, perché fascista (il 25/26 gennaio 1945 assieme ad altre 23 militi), a Cadelbosco Sopra.

Un gesto d’amore di un figlio che non aveva avuto la possibilità di conoscere il genitore perché “per molto tempo restò in Africa”.

Secondo quanto raccontato dallo stesso Romano, mentre nella Bassa era imminente la liberazione, suo padre Bernardo, dopo aver svolto la sua attività di istruttore nella milizia fascista a Vetto, si trovava a Castelnovo Sotto assieme ad altri commilitoni nella Guardia nazionale repubblicana. Il presidio della G.N.R. si arrese ai partigiani convinto d’aver salva la vita. “Parte furono messi sotto chiave” (‘Castelnovo Sotto 1918 – 1946’ e parte furono rilasciati”, autore Antonio Zambonelli).

Il racconto

“Nel paese mio padre era conosciuto, perché andava a lavorare nelle case dei contadini che ci avvisarono della sua morte. Quando andammo a cercarlo, ci dissero che morte gli avevano fatto fare".  "Imprigionati, alcuni dei militi erano stati fatti incamminare sotto le armi puntate lungo il Crostolo, verso Reggio. A tutti legarono le mani dietro la schiena con un ‘filone’ (un fil di ferro). Li fecero passare su una passerella che attraversava il Crostolo e man mano che passavano li ammazzavano".

“Da Cola eravamo scesi, in bicicletta, io e mia zia. Quest’ultima aveva avvisato mia madre - della morte del marito – si legge ancora - sulle pagine di TuttoMontagna -  che però non si poteva muovere di casa, perché i partigiani non volevano che andasse in giro. Di giorno ci mettemmo d’accordo col becchino e alla notte siamo andati a cercarlo e a disseppellirlo. Trovato il corpo che cercavamo lo rimettemmo nella buca e lo coprimmo lì– in superficie per ritrovarlo ventiquattro ore più tardi n.d.a. – e la sera dopo ci recammo di nuovo al cimitero, ma con la cassa e un camioncino di mio zio, sul quale lo caricammo e lo portammo a casa”.

Negli anni Ottanta e Novante del millennio scorso era possibile incontrare Romano, sempre sorridente, alla Festa della Porchetta a Cola, in cucina o al da Giulitti o al Maxi Bar (come si chiamava allora) in paese. Persona gentile e attenta, aveva svolto per una vita la sua attività di allevatore, sino alla pensione, quando ancora a Cola esisteva il caseificio, poi confluito a Groppo (e infine alla Latteria Del Parco).

I funerali

Romano lascia la figlia Daniela, gli adorati nipoti Emma e Alessandro, la sorella Renata, i cognati, le cognate, i nipoti ed i parenti tutti. La cerimonia funebre sarà celebrata oggi, venerdì 1 settembre alle ore 15,30, nella Chiesa di Cola, poi si proseguirà per il  cimitero locale. Per volere della famiglia, niente fiori ma donazioni alla Lega del Filo d’oro.

5 COMMENTS

  1. La famiglia ringrazia di cuore tutti coloro che hanno dedicato un po di tempo per un saluto a casa per la preghiera del rosario e l’ultimo momento di congedo nel giorno del funerale .
    Per la vicinanza dimostrataci davvero da moltissime persone in questo momento.

    Un grosso abbraccio a tutti

    Daniela Alessandro Emma