Home Cronaca Predieri (SI): “I cittadini della montagna hanno diritto alle proprie cure”

Predieri (SI): “I cittadini della montagna hanno diritto alle proprie cure”

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“È preoccupante come sembri sempre di più che l’essere montanari sia una colpa agli occhi della sanità reggiana”, così Thomas Predieri, referente Appennino reggiano di SI, interviene dopo il verificarsi di due casi che si sono verificati negli ultimi giorni.

Infatti spiega: “Nello specifico ci riferiamo ad almeno due casi eclatanti che stanno emergendo con vigore in questi giorni: un parto prematuro a 33 settimane trasportato d’urgenza a Reggio e l’assenza di medici di base nel comune di Toano. Grazie all’enorme lavoro svolto dalla consigliera di minoranza Nadia Vassallo (Catelnovo ne’ Cuori) siamo venuti a conoscenza di un iter terrificante sostenuto dall’Azienda Sanitaria”.

Predieri si riferisce ai documenti emersi nell’intervento del 25 luglio 2023, nei quali si riporta testualmente: “L’autopresentazione di una gravida all’ospedale di Castelnovo ne' Monti è sempre da considerare come errore […] Le pazienti gravide, con patologia gravidanza correlata certa o non eludibile, sopra le 22 settimane di EG, saranno inviate presso il centro Hub”.

Per Predieri “in poche righe l’Azienda Sanitaria riesce a colpevolizzare le donne della montagna facendole sentire in errore perché incinta. Questi contenuti sono stati presentati anche in consiglio provinciale tramite un’interpellanza del consigliere Marco Signori (M5S) che chiese immediati chiarimenti all’AUSL. Ancora, nella giornata del 02 settembre il trasporto di una partoriente tramite elisoccorso per un parto prematuro a Reggio Emilia ha dimostrato come il sistema costruito sia del tutto inefficiente per le zone montane”. E poi un riferimento alle dichiarazioni di Nadia Vassallo che ha asserito: “Bisogna avere fortuna”.

“Se però il partorire in montagna lo si riduce ad un lancio di una moneta in cui se esce testa tutto va bene – prosegue Predieri - ma se esce croce succede il contrario, allora possiamo apertamente dire che il sistema ha fallito. Un fallimento che viene arricchito da continue scuse ipocrite e che, puntualmente, arrivano proprio tra le elezioni nazionali e quelle regionali. Sempre a questo discorso è riconducibile l’assenza del medico e di un ambulatorio a Cavola di Toano. Anche qui l’incontro ha lasciato abbastanza l’amaro in bocca. Nessun nuovo medico, ma un tamponamento provvisorio per cui saranno i medici di Toano e di Villa Minozzo a tenere aperto l’ambulatorio”.

E aggiunge: “Certo, la dirigente dell’azienda riporta come all’ultimo bando non si sia presentato nessuno (su 48 posti solamente 3 medici), ma questo fenomeno meriterebbe un’analisi più ampia. Per esempio il fatto che gli stipendi in Italia non bastino più per arrivare a fine mese con affitto, bollette, spese alimentari e mezzi. Una proposta, che è riemersa anche di recente in un incontro sull’urbanistica di Castelnovo, è la costruzione di appartamenti dedicati ai medici e a prezzo calmierato per incentivarne il lavoro nelle zone montane. L’idea è un buon punto di partenza anche per una discussione pubblica sulla sanità montana, che ad oggi sembra, da quanto riportato sino ad ora, l’ultima ruota del carro perché considerata sacrificabile. Sorge quindi spontaneo, in vista delle prossime comunali, avanzare almeno due idee: sicuramente quella degli alloggi per medici e infermieri, ma anche la reintroduzione della guardia ginecologica h24".

La montagna è fatta di cittadini che, alla pari di quelli che abitano in città, hanno diritto alla sanità e alle proprie cure – conclude Predieri -, tra cui quelle necessarie sia in tarda età che nel momento della nascita. Con un progressivo taglio alla sanità e, come riportato dal Sole24Ore, un rapporto spesa sanitaria-Pil che nel 2025 raggiungerà il 6,2%, ossia meno di prima della pandemia di Covid, cosa dovremo aspettarci?”.

1 COMMENT

  1. Devo dire che l’ intervento , condivisibile in più punti merita qualche osservazione.

    Un parto a 33 settimane non può avvenire in un ospedale non dotato di una neonatologia se non appunto per un errore o per l’impossibilità al trasferimento
    Questo lo si sa direi da sempre. A pn aperto a c monti si sarebbe fatta esattamente la stesa cosa: trasferire la donna il più rapidamente possibile.
    Le citate linee guida della AUSL di RE cercano semplicemente di rendere il percorso nascita il meno insicuro possibile alle condizioni date: reparto chiuso senza h24 ginecologica
    Intendo dire che la responsabilità è politica : ministeriale e regionale.
    Prima con la decisione assai miope di equiparare tutti i punti nascita in termini di sicurezza utilizzando il solo parametro del n dei parti , senza considerare altro e poi con la pedissequa accettazione da parte della regione di una scelta che solo successivamente ha contrastato, in una situazione peraltro mutata per la carenza di personale
    Come i medici di base. Carenti su tutto il territorio nazionale a causa di una mancata programmazione , altra responsabilità tutta politica.
    Rendere disponibili alloggi per i medici è una idea già messa in campo ed entro certi limiti applicabile , ma di sicuro non risolutiva.
    Gli incentivi economici sono limitati da un contratto nazionale che in pratica non li rende appetibili
    Mi pare che le proposte devono passare da una visione politica che ponga la sanità come priorità del nostro vivere civile e che consideri terminata la stagione dei tagli , del suo utilizzo come bancomat per il ripiano del debito.
    Il tanto famigerato MES è una delle possibilità, una scelta da considerare.
    Tuttavia non è solo questione di risorse economiche
    Il personale specialistico che non abbiamo è un problema che non si risolve dall’oggi al domani.
    La preoccupazione infatti è anche per gli OSCO E le CASE DI COMUNITA futuri che rischiano di essere costruiti, ma non essere poi operativi
    A fronte di un quadro tanto complesso non v’è altra possibilità che sperare che la politica scelga e percorra la strada della razionale riorganizzazione del ssn senza pregiudizi ideologici
    Il distretto montano a maggior ragione dovrà continuare ad essere costantemente presidiato come fatto in questi ultimi anni , va da sè che in queste condizioni i rischi maggiori sono per le aree interne come la nostra
    Qualunque amministrazione verrà dovrà continuare a lottare , a non mollare mai , a tenere sotto stretta osservazione i decisori politici e amministrativi

    CARLO BONI

    • Firma - CARLOBONI