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Elia Albertini, liutaio tra i boschi

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Tante volte, su questo canale, abbiamo dato spazio a donne e uomini che svolgono attività a cavallo tra passato e futuro, tra arte e professione. Artigiane e artigiani, insomma, che vivono, letteralmente, della perizia e della creatività espresse dalle loro mani.
In questo caso, il protagonista di questo nuovo capitolo di rESISTERE è un giovane che ha coniugato l'istintiva passione per il legno con l'amore per la musica: signore e signori, ecco a voi Elia il liutaio. Un giovane poco più che trentenne che, qualche anno fa, nel tentativo di costruirsi da solo una chitarra che rispondesse meglio alle sue esigenze, ha inaspettatamente innescato la prima scintilla per una professione tanto affascinante quanto esigente per chi la pratica.
Tradizione e tecnologia si danno la mano, nella sua quotidianità lavorativa; d'altronde, come già accennato, alla base di questa scelta c'è la passione per il legno e le storie che il suo profumo porta con sé. Ogni tavola racchiude un segreto, un arabesco irripetibile intriso nella sua grana, una matericità peculiare e inconfondibile. Elia le annusa, le scruta, le interroga, queste assi; da ciascuna di esse plasmerà un componente costitutivo di uno strumento a corda. O meglio: eliminerà accuratamente il legno in eccesso, così che la cassa acustica di un basso possa emergere in pienezza. Questo legame così forte con il legno non fa altro che rafforzare e confermare la sua scelta di restare a vivere in Appennino. Eppure, la spesso vituperata globalizzazione imperante in questo caso diventa un'alleata per Elia, il quale può produrre occhieggiando la Pietra di Bismantova dalla finestra della bottega e vendere i suoi pezzi in mezzo mondo.
Secondo l'Unesco le attività artigianali possono essere viste non solo come elementi caratterizzanti di una comunità, perché trasmessi di generazione in generazione in maniera spesso informale, bensì anche come strumenti di pace, poiché consentono alle giovani generazioni di tramutare un sapere locale in una scommessa per il loro futuro, attualizzandola senza perderne di vista le radici.
In fondo, ogni volta che si dà vita a uno strumento, come nel caso di Elia, è la cetra di Orfeo che riprende vita e ci parla, da molto lontano. Da domani.
Di seguito il link al quale potrete reperire questa videointervista:

3 COMMENTS

  1. Carissimo Elia,
    che sorpresa meravigliosa!
    Sono felice di esser stata la tua prof, di averti incontrato e soprattutto di vedere che sei stato in grado di ascoltarti e di scegliere di seguire la tua strada!
    Congratulazioni!
    La nostra scuola spesso viene scelta per “parcheggiare” e impegnarsi al minimo.
    Per essere feconda credo debba investire sulla via dell’ascolto interiore delle proprie passioni, lontano dalle troppe interferenze virtuali.
    W il lavoro manuale creativo! W la musica!
    Permettimi un caro abbraccio,