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Toano, scoperte archeologiche dove c’era il castello

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Dall’alto e da sinistra a destra Matteo L’Erario
Sara Biondani
Mattia Viapiana
Marika Bittante
Aurora Nigro
Mattia Cantatore
Chiara Guaglione
Valentina Pattarello
Aurea Zanatta

Toano farà storia. Lo sostiene Nicola Mancassola, archeologo e ricercatore della Università di Verona, impegnato negli scavi alla Pieve matildica che si avviano alla conclusione. “Oggi si chiude – spiega - abbiamo scoperto tanto ma forse è ancora di più quello che resta da scoprire. Riprenderemo il prossimo anno, l’archeologia è un lavoro anche di pazienza e spero che sia una tappa di un percorso ben più lungo”.

Un vero tesoro quello ritrovato negli ultimi mesi, che racconta la ‘storia di Toano’. Un tesoro che si aggiunge ai ritrovamenti degli anni scorsi.

“Grazie a questi scavi – commenta il vicesindaco Romano Albertini – sappiamo che prima intorno alla Pieve c’era il castello, ora proseguiranno per capire le posizioni delle varie torri ci rende orgogliosi capire che dietro la storia dei nostri avi Toano sta diventando un luogo davvero importante a livello storico”.

Durante gli scavi è infatti emerso un edificio quadrangolare che rappresenterebbe la torre del castello quindi “abbiamo due torri, una dalla parte nord – spiega l’archeologo - e una dalla parte sud, quindi questo ci fa pensare che un intero sistema difensivo circondava la Pieve più antica.  Abbiamo un caso di studio davvero significativo, potremmo davvero essere nell’epoca di Matilde di Canossa. Quello che manca è un palazzo, diversamente da quanto scoperto al Castello di Carpineti ad esempio, quindi al momento non sappiamo se il castello era stato costruito solo per ‘scopi’ difensivi”.

“Sappiamo inoltre che qui sotto la collina – continua - c’è una fattoria di età romana, questo testimonia la presenza di un luogo frequentato anche in quel periodo. Sotto la torre matildica poi, abbiano avuto una grande sorpresa: il ritrovamento di ceramiche risalenti all’epoca tardo antica e altomediavale, quindi V - VII secolo D.C.”

Tra i “tesori” emersi anche tre orecchini d’oro, una grande varietà di oggetti scoperti grazie all’uso del metaldetector che permette di non perdere oggetti di metallo: tantissime medagliette votive che risalgono al ‘700 forse e inizio ‘800; una trentina di monete, la gran parte vanno dal Rinascimento fino all’età contemporanea. Reperti che ora saranno studiati nei laboratori.

scavi alla Pieve

Molti di questi oggetti sono stati sepolti insieme ai defunti: l’area scavata è risultata essere una vasta area cimiteriale, sono state rinvenute tombe che risalgono a più di mille anni fa: i resti umani recuperati andranno nei laboratori dell’università di Ferrara “dove sarà possibile ricostruire come sono cambiate le condizioni di vita a Toano”, spiega Mancassola.

Durante l'intervista è stata scoperta una pietra tombale sotto la quale è stato poi rinvenuto uno scheletro di probabile datazione del X secolo. Sempre in diretta, è stato possibile anche rinvenire un frammento di pietra ollare (costituiva una pentola) molto raro in Appennino, prodotte in Valtellina fino al XII-XIV secolo.

 

 

 

“La Pieve è il simbolo della storia del nostro paese, del nostro territorio – commenta l’assessora Alessia Giorgini - e con gli scavi che stiamo facendo in questo luogo, sicuramente riusciamo a scoprire e ad approfondire la cultura, i modi di vita e tutto quello che c’era dietro la storia dei nostri antenati quindi insomma è un luogo di riscoperta dei nostri valori e del nostro passato. Oltre questo la Pieve è connessa anche alla storia dell’Italia e dell’Europa, ricordiamo che è compresa nel cammino della Via Matildica del Volto Santo che collega Luca a Mantova ed è nella rete dei castelli matildici”.

Soddisfatto anche il primo cittadino Vincenzo Volpi. “Abbiamo iniziato la collaborazione con le associazioni locali, con le Pro Loco, la parrocchia, siamo partiti tanto tempo fa – afferma - nel 2015 a Castel Pizigolo con la collaborazione dell’Università dove sono state fatte scoperte meravigliose. La Pieve domina tutte le Valli - dalla Valle del Dolo a quella del Secchia, da qui si vede la Pietra, si vede Modena, si vede il castello dei Carpineti, insomma un punto del territorio da riscoprire e valorizzar”. E conclude: “La collaborazione con il professor Mancassola e l’Università è proseguita negli anni e vorremmo proseguisse ancora; vogliamo tener coinvolti tutte le associazioni locali, questo perché qui c’è la nostra storia e il nostro passato, un valore storico, culturale e non ultimo, un importante punto per la promozione del territorio”.

(Monica Errico, Gabriele Arlotti)

Video intervista realizzata da Gabriele Arlotti a Vincenzo Volpi, sindaco di Toano, Alessia Giorgini, assessore alla cultura, Romano Albertini, vicesindaco, Nicola Mancassola, archeologo e ricercatore della Università di Verona, Mattia Cantatore, direttore lavori, e agli studenti Sara Biondani, Mattia Viappiana.