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I 100 anni di Alma Cassinadri, gran festa a Casina

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100 anni! Ancora un traguardo che invita alla storia sul nostro Appennino.

A raggiungerlo Alma Cassinadri, vedova Rinaldi, nata il 7 ottobre 1923 a Castelnovo ne’ Monti e presto trasferitasi con la famiglia a Casina dove ha trascorso poi l’intero secolo, salvo alcuni mesi a balia a Milano e un paio di anni di emigrazione in Piemonte.

Alla piccola festa organizzata dalle figlie Irene e Vilma si sono uniti il sindaco Stefano Costi e il vicesindaco Ilaria Cilloni che hanno portato alla neocentenaria una targa sulla quale significativamente si legge “Donna ammirevole ed operosa nella cui esistenza è racchiusa la forza della memoria e dell’identità della nostra comunità”.

La festa per i 100 anni di Alma Cassinadri con le figlie, il sindaco di Casina, Costi, e la vice Cilloni

Memoria e comunità, un invito alla storia: Alma stava per compiere 21 anni quell’8 settembre 1944 quando, insieme all’eco degli spari, giunse in paese la notizia che alle Tane in uno scontro con i tedeschi erano rimasti uccisi due partigiani.

Alma partì rapida per Giandeto per vedere chi erano, cosa c’era da fare. Li trovò deposti in chiesa, irriconoscibili. Presa un poco d’acqua dal mezzadro del parroco lavò il sangue dai visi tumefatti e riconobbe Afro Rinaldi e Agostino Casotti, poco più che coetanei. Ed è ancora lei a rispondere prontamente “Vengo io” quando Artenice Meglioli si reca dal papà di Alma per chiedere di essere accompagnata con un carro e i buoi a disseppellire il figlio Giuda, catturato 3 mesi prima nello scontro delle Tane, torturato e ucciso dallo stesso comando tedesco e seppellito malamente oltre il cimitero di Pantano.

Lei, mamma Artenice e l’amica Lilia Rinaldi, tre donne a sfidare il presidio dei soldati tedeschi per dare sepoltura nel cimitero di Casina al partigiano Giuda – Dino Meglioli – che era prima di tutto un figlio.

Poi il matrimonio e nel dopoguerra la nascita di due figlie, e l’avvio di un negozio come lattaia nel centro del paese. Con la pensione i viaggi con la famiglia nei diversi continenti fin che le forze lo hanno consentito.

 Fermata dalla malattia, non ha perso l’ottimismo e il buonumore e chi le faceva gli auguri di buon Compleanno rispondeva prontamente; “Grazie, son contenta!”