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Vignali (Parco): “A ottobre i lavori di pulizia del lago Calamone”

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Giuseppe Vignali, Ornella Coli

Lo sappiamo, lo stato di salute del Lago Calamone ha tenuto banco quest’estate sui social, giornali e televisioni.
È uno dei luoghi più belli del nostro Appennino, molto fotografato e visitato, e molto commentato per lo stato in cui riversa.

In una lunga intervista ai microfoni di Radionova Dossier il Direttore del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-emiliano Giuseppe Vignali interviene sullo stato di salute del lago Calamone e dei lavori previsti nel mese di ottobre.

Il lago lo troviamo ricoperto da una pianta quale?
È una pianta acquatica che si chiama “Miriofillo” una pianta che radica sul fondo del lago, anche abbastanza grande che ha un effetto benefico sul lago emettendo ossigeno, dal punto di vista dell’ecosistema da un contributo positivo.
Certo noi che siamo abituati a vedere un lago trasparente fa un po’ impressione non è comunque un'alga come spesso viene riportato.

Negli anni passati il lago veniva periodicamente pulito, certamente a partire dagli anni 90, in questo caso la competenza del lago di chi è?
Il lago è demanio acque quindi è di tutti come tutti i corpi idrici (quelli molto piccoli fanno parte di proprietà private) la manutenzione del lago negli anni passati è stata fatta dal comune con la collaborazione del consorzio di bonifica, questo fino al 2020.

Quest’estate sono arrivate moltissime sollecitazioni dai tanti turisti che vedevano il lago in queste condizioni, ma qual è il momento giusto per intervenire con il taglio?
Nello stesso modo in cui si fa giardinaggio o si cura il bosco, ci sono i periodi migliori e noi ci siamo accorti che questi interventi che sono stati fatti per un periodo prolungato avevano favorito l’espansione del “Miriofillo”, se avete presente le acacie quando le tagliate tutto in torno riparte, lì è una cosa simile, se tu tagli queste piante acquatiche nella stagione i pezzettini che cadono che sono migliaia e migliaia vanno a finire sul fondo e li radicano formando nuovo “Miriofillo”, questa pratica ha favorito – facendola nella stagione vegetativa - l’espandersi ulteriore di questa pianta.

Quindi sta dicendo che intervenire in un momento non adatto può peggiorare la situazione?
Certamente, inoltre il cambiamento climatico ha dato un’accelerazione incredibile a questi processi che stanno avvenendo in tutti i laghi che abbiamo nel Parco Nazionale, sono circa 20 i laghi e in tutti ci sono segni profondi di eutrofizzazione (processo per cui un ambiente acquatico modifica il suo equilibrio ecologico) ad esempio ai Lagoni un altro posto bellissimo del Parco Nazionale i laghi sono pieni di alghe, mentre nel Lago Santo Modenese, un luogo dal punto di vista turistico molto rilevante la superficie ha il 30% ricoperto da “Miriofillo”.

Facciamo un passo indietro, il lago Calamone negli anni '30 (come si vede da molte fotografie) era molto spoglio e lo specchio d’acqua era molto piccolo e intonso mentre adesso la parte che gira intorno ha un colore molto diverso, questo può essere dovuto alla realizzazione della briglia negli anni '50 che ha alzato ed allargato il lago?
Sì, oltre al cambiamento climatico sono stati fatti degli errori, la briglia realizzata negli anni '50 dal corpo forestale ha alzato il livello e allargato molto la superficie, ma la nuova superficie è poco profonda quindi in questi spazi la pianta acquatica riesce ad eradicare (eliminare radicalmente) e ha occupato tutto lo spazio, invece se è più profondo di due metri il “Miriofillo” fatica molto e non ce la fa a crescere; un’altra cosa da tenere in considerazione in queste acque basse è la temperatura che sale moltissimo d’estate e questo è un altro fattore di crescita.
Si sono quindi sommate diverse cose, gli errori nostri insieme a quello più generale del cambiamento del clima.

Giuseppe Vignali Direttore Parco Nazionale

Negli ultimi due-tre anni non sono stati fatti interventi nel lago, come mai? Molti lamentano che il lago è stato un po’ abbandonato…
Appunto essendoci accorti che questa pratica di tagliare con falciatrici il “Miriofillo” in stagione vegetativa contribuiva a diffonderlo sempre di più, abbiamo deciso di spostare il periodo di taglio quando le piante non vegetano, e l’autunno è la stagione più consigliata dall’Università che ha fatto degli studi su questo lago. A questo si aggiunge il metodo di prelievo di queste piante acquatiche perché tagliandole con metodi manuali cercando di recuperare i pezzi si tende a diffonderle molto, invece quest’anno faremo un altro tipo di intervento che consente di non disperdere ulteriormente nell’acqua questi pezzi di pianta, quindi cambiamo il sistema. Dopodichè abbiamo fatto anche cose rilevanti, quali il rifacimento della briglia…

...che rimane all’inizio del lago.
Sì, quella che ha alzato il livello dell’acqua, questo perché si era deteriorata e quindi l’acqua filtrava fuori senza passare sopra e questa è la cosa peggiore che può succedere per un lago, perchè l’acqua pulita e molto limpida esce e trattiene invece dentro tutti i detriti immaginabili che sono quelli che contribuiscono poi all’eutrofizzazione (processo per cui un ambiente acquatico modifica il suo equilibrio ecologico). Adesso avendo rifatto il manufatto il lago esonda nuovamente, passa sopra la briglia e quando arriva una pioggia consistente si depura anche un po’ ed escono tutti questi residui organici e inorganici che sono presenti nel lago. Anche lo scarico di fondo è rifatto. Quindi, adesso possiamo anche abbassare il lago e fare gli interventi che servono, con un lago più basso di un metro o due è più facile andare a gestire queste piante acquatiche.

Poi diciamo che non ha aiutato il fatto che dal 2020 c’è stato il Covid ed ha frenato questo tipo di interventi.
È stato un periodo complicato, questo intervento consistente lo abbiano concordato anche con la Comandita che sono i proprietari dei terreni del Ventasso.

Considerando che tutti sono molti dispiaciuti dell’attuale condizione del lago voi come Parco avete incontrato i residenti di Ventasso Laghi, quelli della Comandita e chi gestisce il rifugio Venusta per spiegare come mai il lago è in queste condizioni?
Sì li abbiamo incontrati, con la Comandita siamo in contatto perché gli interventi sono condivisi con loro e anche con il rifugio, chiaro è che chi fa turismo subisce una pressione forte.

Hanno anche le loro ragioni nel merito.
Certo, è stato utile fare un momento di riflessione e adottare una gestione più oculata del lago e possiamo farla tutti gli anni, quando si vede che le cose non vanno bene si deve avere il coraggio di cambiarle.

Arriviamo al nocciolo della questione , quali possono essere a questo punto gli interventi che voi andrete a fare?
In ottobre faremo degli interventi sia al Lago Calamone che al Lago Cerretano.

Ricordiamo che i laghi sono nella stessa situazione...
Hanno entrambi delle piante acquatiche che prolificano, poi con il cambiamento climatico cambieranno molte cose e dovemmo pensare a degli equilibri diversi rispetto a quelli ai quali eravamo abituati.
In Appennino noi abbiamo tre fasce di laghi: una a 1700 una a 1500 una a 1300/1200, le ultime sono ormai torbiere comunque in stato avanzato, a 1500 iniziamo ad avere dei segnali abbastanza preoccupanti tipo il Lago Santo Modenese, a 1700 sono ancora abbastanza limpidi tipo Alpi, però anche loro non so quanto dureranno.
Al Lago Calamone faremo degli interventi con dei ponti mobili galleggianti e sopra un escavatore con una benna che prenderà queste piante acquatiche e le toglierà dal terreno procedendo lungo il lago mantenendo la sua naturalità, perché ricordiamo che il lago non è una piscina.
Poi tutti questi residui che andremo a prendere verranno messi dentro a degli appositi contenitori (cestoni) che consentiranno all’acqua di tornare nel lago, la parte secca sarà portata via, quindi resterà pochissima sostanza organica nel lago.

Nel lago non ci sono solo piante ma anche tronchi di alberi?
Sì ci sono sicuramente dei tronchi fossili questo però non influisce, c’è anche un pezzo di canneto dove arriva l’acqua - il lago è alimentato da sorgenti sotterranee e un immissario – e lì c’è un pezzettino di canneto, quello va lasciato perché fa da filtro in quanto stoppa la parte di residuo minerale che entrerebbe nel lago e lo rende anche più pulito.

Quanto costa fare questi interventi?
Gli interventi sono costosi si aggirano sui 30/40 mila euro solo per fare il Lago Calamone.

Per risistemare la briglia quanto avete speso?
Lì abbiamo realizzato un progetto finanziato dal piano di sviluppo rurale, è costato tutto il progetto circa 150 mila euro.

Ci sono altre cose che possono avare contribuito allo stato attuale del lago?
Sì, avere immesso per esempio tanti tipi di pesci, anche questo ha contribuito a mettere in circolo la sostanza organica, le deiezioni sono un carico per questi laghi che sono piccoli che può diventare consistente.

Passiamo al Lago del Cerreto, quali sono nello specifico quelli che hanno avuto gli stessi problemi?
Il lago Cerretano ma non solo, anche il Lago Pranda ha lo stesso problema, interverremo però sul Lago Cerretano che è un lago più urbano.

Cosa risponde alle persone che dicono che il Parco non sta facendo niente?
Io rispondo con i fatti, noi abbiamo fatto questo intervento importante di manutenzione dello scarico e della briglia e di risorse ne abbiamo impiegate parecchie, faremo quindi questi nuovi interventi con questa modalità e periodo nuovi e vediamo dove andremo a finire, lo vedremo insieme a chi fa turismo.
Ricordiamo che anche noi ci stiamo muovendo in un campo nuovo, c’è l’Università di Parma che sta approfondendo il tema, abbiamo fatto un sopralluogo poco tempo fa.
L’Università che si sta occupando dei laghi alpini dice che anche loro hanno problemi analoghi con un invasione del “Miriofillo”.

Sempre sui social è stata fatta una comparazione tra laghi alpini e i nostri laghi, dicendo guardate come sono belli e puliti i laghi alpini…
Purtroppo per i laghi alpini questo non è assolutamente vero, ad oggi resistono i laghi alti, quelli sui 3000 m, lì l’acqua è ancora limpida, però se si scende alle quote del nostro lago ce ne sono molti che hanno queste caratteristiche, e tenete conto che sulle Alpi nevica di più che da noi, quindi in questi anni difficili hanno avuto un apporto idrico diverso, spesso superiore. Hanno qualche vantaggio ma lo stesso fenomeno sta succedendo anche li massicciamente, poi quest’anno hanno avuto delle temperature altissime anche loro.

Guarda l'intervista integrale, Giuseppe Vignali intervistato da Ornella Coli