Home Cronaca Hai una sorgente da segnalare?

Hai una sorgente da segnalare?

909
1

Chi camminando nel nostro Appennino non si è mai chiesto dove è la fonte più vicina dove dissetarsi? E chi non ha mai pensato al valore che possono avere le fonti per il nostro territorio o, semplicemente, si è fermato per scattare loro una foto a una sorgente o a una fontana?

È davvero suggestivo il censimento partecipato delle sorgenti “naturali” promosso dall'Area geologia, sismica e Suoli della Regione Emilia-Romagna che coinvolge volontari di varie associazioni e anche la cittadinanza secondo i criteri previsti dalla Citizens Science (Scienza dei cittadini). L’obiettivo è quello di contribuire ad arricchire il patrimonio di conoscenze sulle sorgenti non captate da acquedotto o per usi produttivi o domestici.

Il contributo richiesto è quello di avere una parte attiva nella ricerca sulle sorgenti “libere” raccogliendo dati e informazioni relative a queste emergenze.

La segnalazione di una sorgente, che quindi tutti i lettori di Redacon potranno fare, può essere effettuata compilando il modulo on line e seguendo la procedura indicata per l’invio di eventuali allegati (documenti in formato pdf e immagini in formato jpg, png, pdf) al seguente link:

https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/geologia/geologia/acque/risorse-montagna/censimento-partecipato-sorgenti/censimento-partecipato-delle-sorgenti-dellemilia-romagna-2

In particolare, il modulo on line è strutturato in tre sezioni in cui i campi segnati con l’asterisco sono obbligatori, mentre gli altri sono facoltativi. La prima sezione riguarda i dati anagrafici e di contatto della persona che segnala la sorgente; la seconda è relativa all’ubicazione della sorgente che può essere restituita tramite l’inserimento manuale delle coordinate geografiche o la localizzazione della sorgente sulla mappa navigabile che compare nella finestra del form; la terza sezione si compone di una serie di campi sulle caratteristiche fisico-chimiche della sorgente. Infine, una volta compilato e inviato il form si può accedere a un’altra sezione dedicata al caricamento degli allegati (documenti in formato pdf e immagini, foto e/o mappe in formato jpg, png, pdf).

Dopo essere validati, i dati verranno organizzati in un database specifico e resi pubblici nel WebGis “Sorgenti e unità geologiche sede di acquiferi nell'Appennino emiliano-romagnolo” (https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/geologia/cartografia/webgis-banchedati/sorgenti-unita-geologiche-sede-acquiferi).

L’iniziativa è svolta in collaborazione col Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Dichiara Alessandra Curotti, geologa dell’ente: “Le sorgenti della nostra montagna, sia quelle captate sia quelle libere sono molto importanti; da loro dipende il nostro approvvigionamento idropotabile, ciò che esce dai nostri rubinetti, e quello di tanti altri esseri viventi. Come le numerose sorgenti che, insieme alle acque del torrente Riarbero, alimentano l'acquedotto della Gabellina a servizio di quasi 40.000 abitanti o alle sorgenti sotto il Cusna che portano acqua nel comune di Toano. E pensiamo pure a quelle libere che ricaricaricano le falde, che forniscono servizi ecosistemici e supportano ambienti da cui dipende una ricca biodiversità”.

Un bene inesauribile?

“No, l'acqua non è una risorsa infinita, pertanto studiare e monitorare le sorgenti ci serve per comprendere meglio gli acquiferi e le loro variazioni legate ai cambiamenti climatici in atto, individuare le sorgenti più resilienti. Con l’Area geologia, sismica e Suoli. della Regione Emilia Romagna è in atto una collaborazione proficua già da tempo finalizzata allo studio delle oltre 3500 sorgenti della Riserva della Biosfera per avere informazioni e dati utili e maggiore consapevolezza per un impiego più efficiente della risorsa idrica. Questo progetto di censimento partecipato, oltre a permettere una raccolta di dati e informazioni per implementare e aggiornare il quadro conoscitivo delle acque sotterranee, ha anche un valore culturale teso a comprendere e a diffondere il valore di questa preziosa risorsa”.

Le attività di informazione e di formazione relative al progetto saranno realizzate all’interno dell’iniziativa regionale “I mercoledì dell’Archivio” che, ogni anno, propone due edizioni di incontri dedicati al territorio e all’ambiente dell’Emilia-Romagna con interventi di esperti in varie discipline.

 

1 COMMENT

  1. Mi viene da pensare, ma è soltanto un’ipotesi, che negli archivi di qualche Ente possa esservi già la mappatura delle sorgenti montane – alla stregua delle vecchie strade comunali o vicinali – vuoi perché all’epoca servivano quale fonte di approvvigionamento idrico per molte famiglie, vuoi perché vi si potevano dissetare persone ed animali nei loro spostamenti lungo tali strade.

    Ma una ricerca in tal senso può rivelarsi alquanto laboriosa, e può dunque trovare ragione il censimento promosso con questa iniziativa, restando in ogni caso fermo il fatto che le sorgenti del nostro Appennino si configurano quale importante patrimonio, senz’altro meritevole di essere valorizzato nei suoi diversi aspetti, ivi compreso “un impiego più efficiente della risorsa idrica”.

    Proprio a quest’ultimo riguardo, io credo, ebbero a sorgere gli “acquedotti rurali”, un tempo in buon numero anche dalle nostre parti – stando almeno alle notizie di cui dispongo – volti all’approvvigionamento idrico della rispettiva borgata, dietro captazione dalle sorgenti locali, cui sono poi subentrate altre forme di captazione e distribuzione dell’acqua nelle nostre abitazioni.

    Alcuni mesi fa mi sono imbattuto in un borgo di altra montagna emiliana, dove sgorgava acqua in abbondanza da tre fontane in pietra dislocate tra le case, e un abitante del luogo col quale ho scambiato “quattro chiacchiere” mi diceva che una volta era ivi in funzione un acquedotto rurale, stante giustappunto la grande disponibilità d’acqua (con costi per famiglia a suo dire modesti).

    E’ vero che l’acqua non utilizzata delle sorgenti montane va alla fine ad alimentare la falda sotterranea di valle, e rende comunque un servizio, ma ci si potrebbe pure chiedere se almeno una sua parte possa venir trattenuta all’origine, e vedremo se il censimento che si sta ora conducendo produrrà anche una qualche proposta di tal genere (cioè avvicinabile al principio degli acquedotti rurali).

    P.B. 18.10.2023

    • Firma - P.B.