Home Cronaca “Sicurezza e carenza di organici, si apra un tavolo con i Comuni”

“Sicurezza e carenza di organici, si apra un tavolo con i Comuni”

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“Come Uil Trasporti Montagna l’appello che faccio ai tutti i sindaci del territorio Appenninico è quello di aprire un tavolo di confronto con il sindacato sullo stato dell’arte di Seta in montagna, visto che ne sono parte anche loro, per cercare di affrontare in modo comune e, si spera, costruttivo i nodi del trasporto pubblico in questa parte della provincia di Reggio”.

Una proposta, quella di Fabrizio Bedeschi, rappresentante sindacale per la montagna reggiana di Uil Trasporti, che ha il sapore di un vero e proprio appello alle Amministrazioni comunali dell’Appennino reggiano.

Quello della ‘tenuta dei servizi’ è un refrain ricorrente in tutte le interlocuzioni delle rappresentanze sindacali che operano in montagna. Quelle che operano nell’ambito dei trasporti non fanno differenza: “Lo dico in modo accorato, l’aspetto che più mi sta a cuore è quello della sicurezza. Che sia alla fermata del Polo scolastico o al Terminale della Coop, quello che conta è mettere il trasportatore e soprattutto il trasportato nelle condizioni ottimali per poter svolgere al meglio possibile ciascuno il proprio ruolo”.

Un autobus di Seta al terminal Coop di Castelnovo nè Monti. Uno dei punti 'caldi' relativi alla sicurezza del trasporto in montagna

Questo, oggi come oggi, è l’aspetto che più preme a Bedeschi. Ma, dal punto di vista sindacale, la tematica più impellente – ed è qui che scaturisce l’appello alle istituzioni locali montane – è quello del numero, altissimo, di ore di straordinario svolte dagli autisti di Seta per sopperire alla mancanza di autisti provenienti dal settore privato: “La problematica è esplosa dal giugno di quest’anno quando Seta ha pubblicato un bando, sinceramente mal scritto, cui hanno partecipato in particolare le piccole aziende private di trasporto del territorio – approfondisce Bedeschi -. Le quali, però, hanno gli stessi problemi di Seta: la mancanza di personale. Quindi, di fatto, il problema cade direttamente ‘sulle spalle’ dell’azienda di trasporto pubblico che deve sopperire con i suoi lavoratori alla mancanza dei privati”.

Il punto di caduta? “Che son già saltate delle linee. A Reggio Emilia, più volte, ma anche in montagna. Fino a ora abbiamo tutto sommato retto, con fatica, perché alla fine tutti quelli in servizio sono stati presenti e quindi le corse saltate sono state esigue – rimarca l’esponente di Uil Trasporti – Ma basta che più di un autista si metta in malattia o vi siano delle defezioni ed ecco che la coperta diventerebbe cortissima”.

E questo sposta il tema direttamente su quanto emerso in settimana con la denuncia fatta da Gaetano Capozza, segretario di presidio della Fit Cisl di Reggio Emilia, sulla carenza di autisti e sui turni di 14 ore che vanno ad influire sulla salute dei lavoratori e sicurezza del servizio.

“Con Capozza abbiamo fatto tante battaglie sindacali – rimarca Bedeschi -, e sono perfettamente d’accordo con lui sul tema della carenza di autisti. Non si trovano. E’ un problema a livello nazionale, non solo in territorio reggiano, e questa cosa ormai si protrae da anni. La speranza è che questo Governo possa mettere un freno all’emorragia, che sta diventando sempre più grave”.

Dove però la posizione di Bedeschi differisce da quella di Capozza è sui turni da 14 ore: “Questo è un tema ben più delicato. Circa 14 mesi fa è stato firmato un contratto “post 2012”, ossia per gli assunti dopo quell’anno da parte di Cgil, Cisl e Faisal. L’unico che non lo sottoscrisse sono stato io, come Uil Trasporti”.

“Di fatto all’azienda è concessa la possibilità di fare turni da 13 ore mezzo, 14 ore. E’ previsto dal contratto che lo stesso Capozza ha firmato. Quindi adesso, dire che i turni sono massacranti è un po’ anacronistico – affonda il sindacalista Uil -. A fronte di più soldi? Ma anche su questo ci sarebbe da discutere. In realtà, chi entra, come autista, ha uno stipendio base di 1.100, 1.200 euro, tenendo conto che il tempo effettivo sul mezzo quotidiano è di 6 ore e 15 minuti ma si sta a disposizione di Seta per 14 ore. E’ chiaro quindi che, a fronte di, per esempio, affitti della casa molto alti, sia in città che in Appennino, un autista appena assunto da Seta cerchi di fare più straordinari possibili, proprio per cercare di incamerare uno stipendio più congruo. Con tutte le problematiche di sicurezza e di stanchezza che sono state sollevate”.

Un autobus di Seta (foto di repertorio)

Complessità che gli autisti che operano in montagna toccano, anche se in parte: “Diciamo che per noi autisti che lavoriamo in Appennino abbiamo un sistema di incentivazione che ci permette di avere remunerazioni leggermente più alte, legate al fatto che compiamo tragitti extraurbani, e magari in orari o posti disagiati – conclude Fabrizio Bedeschi -. Ma, come detto, questo non toglie che la carenza di organici non colpisca anche il trasporto pubblico in questa parte della provincia reggiana. E’ per questo, ribadisco, che l’auspicio è di poter aprire un tavolo di confronto con i sindaci del territorio. La tenuta dei servizi passa anche e soprattutto da dialogo e scelte il più possibili condivise”.