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Economia reggiana in rilancio nel 2022

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E’ stato presentato il Rapporto camerale, realizzato dalla Camera di Commercio dell’Emilia in collaborazione con la Fondazione Manodori, la Provincia di Reggio Emilia e il Comune capoluogo e curato anche per il 2022 da Gino Mazzoli, psicosociologo dell’Università Cattolica.

Un documento che apre ampie finestre sulla realtà reggiana, intrecciando dati e valutazioni che vanno dall’economia al lavoro, alla sanità, alla scuola, alla demografia e alla qualità della vita.

Sul futuro restano le ombre legate, soprattutto, alla situazione di grave tensione internazionale e al rallentamento di  una crescita che, a fine 2023, dovrebbe comunque portare ad un aumento del Pil pari allo 0,8%, ma il bilancio offerto dal “Rapporto sulla coesione sociale” certifica, intanto, che il 2022 ha sancito un deciso rilancio dell’economia reggiana, un rialzo dei redditi delle famiglie e il recupero di rilevanti posizioni nelle graduatorie relative alla qualità della vita nel nostro territorio.

Quattro dati, tra i tanti, evidenziano in modo particolare le buone performance del sistema produttivo reggiano: l’aumento del numero delle imprese (in due anni sono salite di 1.000 unità, portandosi a 54.950 dopo oltre un decennio di contrazioni), l’incremento del Pil (+4,9% nel 2022 dopo il più 7,8% del 2021), il nuovo record delle esportazioni (13,9 miliardi, con un aumento del 18,8%) e la discesa del tasso di disoccupazione al 4,2% dopo il rialzo di oltre un punto nei due anni precedenti, che l’aveva portato al 5,1% nel 2021.

Non mancano elementi di preoccupazione che si legano ancora alla lunga scia del Covid, a partire da un disagio psichico giovanile (e non solo) che si è fortemente accentuato, per arrivare alle preoccupazioni degli amministratori pubblici sulla tenuta dei legami sociali, sul calo delle nascite e, ancora, su un mercato del lavoro che, nonostante  il calo della disoccupazione, presenta dati in crescita sulle persone inattive.

Il rapporto in dettaglio

Demografia. Il calo complessivo della popolazione Reggiana (525.155 residenti al 31 dicembre 2022) continua come sta avvenendo da cinque anni a questa parte, ma con percentuali meno elevate (-0,1%, corrispondente a 431 residenti in meno in un anno) rispetto ai due anni precedenti che, a causa della pandemia, avevano fatto registrare un aumento dei morti e una contrazione delle immigrazioni. Il picco dei decessi raggiunto nel 2020 (6.308) a causa del Covid si è riportato sotto quota 6.000 (5.924), ma rientra in un trend di aumento legato all’invecchiamento della popolazione reggiana. Per contro, è evidente il continuo calo delle nascite, che nel 2022 sono state 3.647, determinando così un saldo naturale tra nati e morti a -2.277.

A contenere il calo della popolazione, sulla quale incidono anche i trasferimenti, sono dunque le immigrazioni dall’estero, con un saldo annuo tra ingressi e uscite che si attesta a 2.180 unità.

A fronte del calo della popolazione a livello provinciale, dieci comuni reggiani registrano aumenti, a partire da Casina (116 residenti in più) e poi via via Sant’Ilario (57), Vezzano sul Crostolo (54), San Martino in Rio (50), Canossa e Viano (entrambi con 49 residenti in più), Reggiolo (42), Campegine (28), Cavriago (22) e Bibbiano (21).

Economia.  Il numero delle imprese è salito a 54.950 (480 in più rispetto al 2021), allontanandosi ulteriormente dal dato minimo decennale raggiunto nel 2020, con 53.964 imprese registrate.

Dati in aumento soprattutto per le costruzioni (+383 unità in un comparto in cui il 75% è rappresentato da ditte individuali) e i servizi alle imprese (+162); 21 aziende registrate in più anche nei servizi alla persona, mentre tutti gli altri comparti sono apparsi in lieve calo.

Pressochè stabile è l’imprenditoria femminile (il 19% sul totale), mentre continua ad aumentare la componente straniera, giunta ad una quota del 18% sul totale dopo aver guadagnato più di tre punti nell’ultimo decennio.

Il Pil, come si è detto, è aumentato del 4,9%, ma con pesi assai diversi tra i diversi comparti. Decisamente al di sopra della media la crescita delle costruzioni (+12,8%) e dei servizi (+6,5%), mentre abbondantemente al di sotto sono rimaste l’industria (+1,5%) e l’agricoltura, con un modesto +0,7%.

Note molto positive sono comunque venute dai mercati esteri, con una crescita delle esportazioni del 18,8%, con un valore che si avvicina ai 14 miliardi e un saldo positivo, sulla bilancia commerciale, per 7,3 miliardi.

Lavoro. La situazione relativa al lavoro appare particolarmente complessa. Scende il numero degli occupati (235.414 nel 2022 rispetto al 238.876 del 2021), scende contemporaneamente il tasso di disoccupazione (al 4,2%, con i disoccupati a quota 10.320, cioè 2.500 in meno rispetto al 2021), ma aumenta decisamente il numero degli inattivi. Le persone che non cercano più lavoro sono salite di 3.000 unità in un anno, portandosi a 98.549.

Il numero degli inattivi, in ogni caso, si è riportato vicino agli oltre 101.000 del 2015, anno che fece seguito ad un 2014 che segnò il record del tasso di disoccupazione a Reggio Emilia come effetto della grande crisi economica e finanziaria del 2008. Sullo sfondo, insieme alle conseguenze del Covid, sembrano esservi le stesse ragioni di perdita di prospettive, del senso del lavoro e del sacrificio, scarsa gratificazione economica e sociale anche del lavoro a tempo indeterminato.

Reddito delle famiglie e qualità della vita. Il reddito complessivo delle famiglie reggiane (il cui risparmio è aumentato sia nel 2022 che nel primo semestre 2023) è aumentato fortemente nel 2022, segnando un +6%. A differenza di quanto accaduto nel 2021, però, la crescita è stata completamente annullata dall’incremento dell’inflazione (+7%). In termini reali, dunque, il reddito cala del -1% (era aumentato del 2,4% nel 2021).

Quanto alle classifiche sulla qualità della vita, Reggio Emilia sale addirittura al quarto posto nella speciale graduatoria di Legambiente per i territori più ecologici; quanto al Sole 24ore e ItaliaOggi colgono la nostra provincia tra 11º e 13º posto. Siamo comunque in risalita in tutte e tre le classifiche dopo essere stati 44º nel 2016 rispetto all’ambiente e trentottesimi nella classifica di ItaliaOggi. Più stabili, invece, secondo Il Sole 24 Ore.

La sanità. Il Rapporto camerale evidenzia, in particolare, l’aumento del disagio psichico già messo in luce nella precedente edizione della ricerca.

Gli utenti in cura presso i servizi di salute mentale sono aumentati del 2,8% nel 2022, ma ben più evidente è l’incremento dei minori che fanno ricorso alla neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza, che ha fatto segnare un +7%. Bambini e adolescenti in cura sono così saliti a 10.074, vale a dire 669 in più rispetto al 2021, mentre gli adulti sono passati da 11.296 a 11.100.

In massima parte non si tratta di disturbi gravi, ma questo aumento evidenzia un bisogno di sostegno che la pandemia ha fatto decollare.

Lo attestano chiaramente anche i ricoveri e i trattamenti intensivi domiciliari per i giovani con diagnosi psichiatrica: in entrambi i casi i numeri sono più che raddoppiati, con 49 ricoveri nel 2022 (contro i 20 del 2021) e 47 trattamenti domiciliari intensivi (erano 17 nel 2021).

Sempre a proposito di Covid, il Rapporto aggiorna anche i dati relativi a contagi e decessi. I primi si sono portati complessivamente a 231.733 (167.944 nel 2022, quando comunque il tasso di letalità è sceso allo 0,3% dall’1,1% del 2021 e dal 3,7% del 2020), 4.827 dei quali nel primo semestre 2023. I decessi per Covid sono stati 1.771, con il picco nel 2020 sono stati 854, ma cifre rilevanti anche nel 2021 e nel 2022, rispettivamente con 432 e 456 decessi.

La scuola. Il numero degli studenti iscritti nelle scuole reggiane di ogni ordine e grado continua a diminuire. Il calo delle nascite, per la prima volta, colpisce anche le scuole superiori, con un numero di iscritti pari a 23.053, cioè 219 in meno rispetto al 2021.

Prosegue, nel frattempo, anche la flessione per la scuola dell’infanzia (11.417 iscritti, con meno 201 unità), la primaria (23.408 iscritti contro i 24.224 del 2021) e la secondaria di primo grado, che   si porta a 15.758 iscritti, perdendo così 336 unità.

Sul totale dei 78.117 iscritti nelle scuole del territorio, gli studenti con cittadinanza straniera (ma in massima parte nati in Italia) rappresentano il 18,6%.