Home Cronaca “Il terzo ponte sul Secchia? Sarebbe manna anche per l’Appennino”

“Il terzo ponte sul Secchia? Sarebbe manna anche per l’Appennino”

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Un terzo ponte sul Secchia: wishful thinking o l’inizio di un processo che porterà a vederne la luce nei tempi a venire?

Ad oggi, quello che si ha, è un importante studio di fattibilità commissionato da Confindustria Ceramica che, ieri, nella splendida cornice della sua sede di Sassuolo, ha voluto presentare alla cittadinanza e soprattutto a tutti i suoi stakeholders, in particolare agli amministratori locali e regionali.

A presentarlo, assieme al presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani, il Presidente della Provincia di Reggio, Giorgio Zanni, e il suo omologo modenese, Fabio Braglia.

Il tavolo della conferenza di ieri mattina in Confindustria Ceramica a Sassuolo

Con un punto di partenza imprescindibile: la situazione del traffico, pesante e no, è ormai insostenibile. E’ necessario, sia per abbassare ciò che i maggiorenti di Confindustria Ceramica hanno definito ‘costi sociali’ che per mantenere una competitività oggi sempre più impegnativa, procedere ad interventi radicali e importantissimi.

Un ponte, va detto, che avrebbe ricadute decisamente positive non solo per il sistema industriale e sociale della Zona Ceramica, che è a cavallo delle province di Reggio e Modena, ma anche per l’Appennino reggiano (e modenese), con una facilitazione ed un migliore collegamento per raggiungere i luoghi di maggior attrattività sui due versanti del Secchia.

Lo studio di fattibilità di Confindustria Ceramica, per altro, va ad inserirsi nell’Accordo siglato con la Regione Emilia Romagna, le Province di Modena e Reggio Emilia, nonché i Comuni di Baiso, Castellarano, Casalgrande, Scandiano, Sassuolo, Fiorano Modenese e Formigine.

IL PRESIDENTE SAVORANI FA GLI ONORI DI CASA

A fare gli onori di casa, è stato il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani: “Ci siamo prestati a finanziare uno studio di fattibilità da redigere in tempi celeri da sottoporre alle Amministrazioni provinciali di Reggio e Modena, affinché, poi, possano assumere le decisioni politiche necessarie per valutare concretamente l’implementazione di questo progetto”.

“Oggi come oggi, gran parte del traffico che giunge agli scali punto di riferimento per noi (Lo Scalo di Dinazzano, ndr) avviene attraverso rotaia. Da Ravenna, che è il porto principale per l’approdo delle nostre materie prime, il trasporto avviene via treno, ma poi, occorre che dagli scali principali quelle merci possano arrivare alle nostre industrie per poter essere lavorate. E qui, ovviamente, il tema della logistica, del traffico, della sostenibilità degli spostamenti in tempi ragionevoli diventa determinante”.

“A meno che i cittadini non vogliano più la ceramica nelle nostre zone, e non mi pare che sia questo il caso – chiosa il presidente Savorani – è importante arrivare alla definizione di un sistema moderno di trasporti che ci permetta di mantenere una competitività a livello internazionale che si sta facendo sempre più dura”.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI MODENA BRAGLIA

Fabio Braglia, presidente della Provincia di Modena

“Va ripensato l’assetto infrastrutturale del bacino del Secchia – dichiara il presidente della Provincia di Modena, Fabio Braglia -. E’ determinante per dare impulso a tutto il sistema imprenditoriale della zona, che, nonostante difficoltà sempre crescenti continua a fare investimenti e dare lavoro alle persone. In questo senso lo studio di fattibilità proposto da Confindustria fornisce un contributo prezioso per la comunità sia in termini di costi che di qualità della vita”.

“E’ fondamentale fare presto – conclude Braglia -. Non perdere tempo, perché ne abbiamo perso già troppo. Come sindaco di Palagano, che è un Comune sull’Appennino modenese, posso dire che le ricadute sarebbero incredibilmente positive anche su quelle aree, tanto è vero che i sindaci dell’Appennino modenese invocano a gran voce un terzo ponte”

“LA POLITICA HA GIA’ PERSO TROPPO TEMPO”, L’ALLARME DI GIORGIO ZANNI

Anche il presidente della Provincia di Reggio, nonché sindaco di Castellarano, pone l’accento sulla necessità di evitare ulteriori perdite di tempo, e fare in modo che la “politica vada finalmente in gol”.

Ossia, che ‘porti a casa’, con concretezza e decisione, una struttura che serve a tutti: “E’ tanto tempo che si parla di un terzo ponte sul Secchia. Se ne discute sin da prima che io nascessi, e questo la dice lunga su quanto vi sia l’esigenza di non perdere altro tempo”.

Il Presidente della provincia di Reggio, Giorgio Zanni

“Questo studio è certamente un punto importante sugli interventi che devono necessariamente essere portati a termine – prosegue Zanni -. Lo accomuno all’allargamento della pedemontana che è un'altra faccia della stessa medaglia, dal punto di vista delle problematiche legate alla logistica delle aree che sorgono attorno al Secchia”.

“Le ricadute di un terzo ponte? – prosegue il presidente Zanni – Sono di tre tipi. Innanzitutto si aumenterebbe la qualità della vita dei cittadini, che eviterebbero le code estenuanti che devono affrontare ogni mattina all’ora di punta. Vi sarebbe una ricaduta positiva sulle aziende che operano nel comprensorio. Per ogni incidente, o problematica al traffico che si verifica sulle attuali arterie, determinano un rallentamento significativo della produzione, con un aumento ingiustificato dei costi. Infine, vi è un tema ambientale e di sostenibilità. Un traffico scorrevole, aiuta decisamente anche a livello di inquinamento”.

Ricadute fondamentali anche per il “Sistema Appennino reggiano”: “Stiamo parlando di un asse stradale che serve a entrambe le montagne – rimarca Zanni -. Da Castelnovo in poi, chi non prende la Statale 63, per arrivare nel distretto ceramico, deve prendere le altre arterie che poi sfociano a Roteglia e Castellarano. Non a caso, il Comune di Baiso è uno di quelli che più beneficerà della nascita della nuova struttura”.

Comune di Baiso che è, come detto, tra gli 8 comuni firmatari del protocollo d’intesa: “Ma le ricadute sarebbero importanti anche per gli altri comuni della nostra zona montana, Carpineti, Toano, che si affacciano sul Modenese ed i cui cittadini non prendono ‘la 63’ per scendere a valle. Di cui questi fanno i pendolari con il distretto ceramico”.

Ultimo tema dirimente sulla questione sono i tempi: “La verità è che le lancette dell’orologio sono già in movimento da anni – conclude il Presidente della Provincia -. E’ dovere della politica e delle Amministrazioni fermarle. Come? Attraverso vari passi da compiere sfruttando gli strumenti a propria disposizione, il primo fra tutti il Pug del 2024. I comuni coinvolti, in sede di redazione del prossimo Piano Urbanistico Generale dovranno aggiungere una riga riguardo la costruzione di questo terzo ponte. Questo, costituirebbe un primo importante passo per finalmente vedere la realizzazione delle varie infrastrutture necessarie per ammodernare la logistica ed i trasporti dei paesi delle due rive del Secchia. L’interlocuzione con il sindaco di Baiso, Corti, anche su questo tema? E’ continua ed estremamente positiva e costruttiva”.

“Inoltre, credo che le elezioni del 2024 possano essere una grande opportunità di confronto aperto e diretto fra le forze politiche su un tema determinante per l’intera provincia reggiana”, la chiosa definitiva di Zanni.

SCENARI E COSTI SOCIALI

Mappe e scenari a confronto

Lo studio di Confindustria Ceramica prevede due ipotesi alternative per la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Secchia. Queste prevedono la collocazione della nuova infrastruttura a sud del ponte della Veggia.

In ogni caso, la portata del terzo ponte, sarebbe di circa 1.150 autoveicoli (800 in direzione Sassuolo, 350 in direzione Reggio).

Vi è sul tappeto anche l’ipotesi del solo allargamento della Pedemontana nel tratto a due corsie. Un’ipotesi che avrebbe delle ricadute positive in termini di saturazione della circolazione.

Infine, vi è lo scenario che lo studio di Confindustria Ceramica definisce di ‘Lungo Periodo’. Ossia il ‘full monty’, formato da: terzo ponte sul Secchia, allargamento della Pedemontana e costruzione della famosa Bretella Campogalliano-Sassuolo. Uno scenario che migliorerebbe l’efficienza complessiva della viabilità stradale, affrontando tutte le criticità legate alla logistica dell’area interessata.

I costi. L’ipotesi di terzo ponte sul Secchia varia da circa 15 milioni a 18milioni e 200 mila euro a seconda della posizione. L’allargamento della Pedemontana poco meno di 6 milioni e mezzo di euro. Mentre Ponte e allargamento Pedemontana assieme avranno un costo stimato di circa 24 milioni e 700mila euro.

I mesi di rientro stimati dei costi dell'investimento

Interessante, per finire, è il tema dei tempi di rientro dell’investimento operato (con un notevole impatto anche sull’abbassamento dei costi sociali che la cittadinanza dovrebbe sopportare). Per gli scenari legati alla sola costruzione del terzo ponte, i tempi di rientro dall’investimento variano dai 16 ai 19 mesi.

Per l’ipotesi dell’allargamento della Pedemontana, i mesi sarebbero 26.

Mentre nello scenario di Ponte+Pedemontana+Bretella, i tempi di rientro dell’investimento sarebbero di soli 5 mesi.