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“Dora Cordoni e la capitale del balletto”: un giallo in chiave reggiana

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E’ un giallo in chiave reggiana “Dora Cordoni e la capitale del balletto”, nel quale non manca una buona dose di ironia, con l’aggiunta di un pizzico di suspence per la presenza di tre personaggi che nascondono figure reali della nostra città.

Scritto a quattro mani da Elena Vezzosi, magistrato, e Mirta Pollari Ballotta, insegnante, sarà presentato venerdì 1 dicembre alle ore 18,00 al teatro San Prospero, a Reggio Emilia, con una conversazione con le autrici condotta dal giornalista Andrea Mastrangelo con la partecipazione di Max Collini nella veste di narratore e del pianista Luca Rosso che proporranno la lettura di brani tratti dal romanzo e alcuni interventi musicali.

“Dora Cordoni e la capitale del balletto” è il romanzo della reggianità purosangue: personaggi che rispecchiano fino in fondo l’anima della città si propongono nella veste di salvatori del nostro primato culturale, decidendo di fare tutto ciò che è possibile – con metodi leciti e illeciti – per evitare che i Teatri di Reggio Emilia vengano “scippati” di un evento di rilievo internazionale a beneficio della Scala di Milano.

I protagonisti non sono giovani, anzi sono tutti di diritto nella terza età e di certo non hanno mai avuto a che fare con la giustizia. Eppure per compiere la loro missione, architettata da Dora, non esitano a tramutarsi in simpatici e un po’ goffi “terroristi culturali”, e con la loro semplicità riusciranno a mettere in scacco il sistema della cultura e la politica. Nell’intreccio generale si inseriscono anche tre figure in cui sarà divertente provare a riconoscere altrettanti protagonisti della vita sociale di Reggio Emilia. Un tentativo che potrebbe anche diventare un gioco, un confronto fra amici.

Dora Cordoni è il frutto dell’immaginazione di Elena Vezzosi e Mirta Pollari Ballotta, ma attraverso le sue parole e le sue azioni si possono ritrovare motivi di riflessione sulle scelte, culturali e non solo, di Reggio Emilia. Un gesto d’amore per una città che non può rassegnarsi a giocare un ruolo da comprimaria.