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Lavori sul ponte del Torrente Secchiello: ditta inadempiente, tutto fermo

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Lavori sul ponte del Torrente Secchiello: ditta inadempiente, tutto fermo

Mentre in alcuni territori del nostro Appennino, le attività su infrastrutture importanti procedono con una certa alacrità, con anche tempi di consegna rispettati o anticipati – com’è il caso della galleria di Casa Poggioli nel Comune di Baiso, che verrà riaperta al transito prima di Natale -, ve ne sono altri dove l’incedere delle stesse segna il passo.

Il ponte sul Torrente Secchiello oggetto di lavori che sono tuttora bloccati

Come quelli legati alla messa in sicurezza e riammodernamento del ponte sul Torrente Secchiello, sulla Strada Provinciale 19, nel Comune di Villa Minozzo dove, sono iniziati, ma non sono ancora conclusi, con particolari disagi per la popolazione che vede da mesi il traffico deviato su percorsi alternativi.

L’intoppo? “Il contratto con la ditta esecutrice dei lavori (di Eboli, Salerno) è stato rescisso per inadempienza, per cui per completare i lavori si deve fare un nuovo affidamento” fanno sapere dalla Provincia di Reggio Emilia.

In sostanza si deve dar vita ad una gara d’appalto, ex novo, che verrà bandita nei prossimi giorni.

“E’ una notizia in linea agli elementi in nostro possesso – fa eco all’Istituzione anche il sindaco di Villa Minozzo, Elio Ivo Sassi -. I lavori erano stati revocati perché non in linea con quanto stabilito ‘nero su bianco’ e soprattutto le aspettative di Provincia e Amministrazione Comunale”.

APPALTO IMPORTANTE

Secondo quanto stabilito dalla determina dirigenziale numero 449 del 20 maggio del 2022, quello in oggetto era un appalto molto importante dal punto di vista economico: 800 mila euro.

Il progetto definito “Ripristino delle strutture in cemento armato e messa in sicurezza del piano viario del ponte sul Torrente Secchiello”, il cui quadro complessivo delle riparazioni da svolgere impegna la cifra suddetta ha visto l’aggiudicazione nel maggio del 2022, dopo che una prima gara d’appalto era andata deserta all’inizio di aprile 2022, e una successiva richiesta di aggiornamento prezzi dei materiali che avevano subito un importante aumento dei costi.

Palazzo Allende, sede della Provincia di Reggio Emilia

Secondo la Provincia: “Non è stato possibile fare prima la nuova gara d’appalto perché è necessario escutere la fidejussione a garanzia che aveva prestato l'impresa precedente, recuperando così le somme necessarie per riavviare i lavori”.

RIPRISTINO STRUTTURA

Quali erano i lavori al centro di questo piano di ripristino?

La determina del maggio 2022, viene in soccorso per fornire le informazioni di contesto e quelle operative. Stiamo parlando di una struttura realizzata negli anni ’70 per cui: “si ritiene superata la vita utile dell'opera ed inoltre non sono stati eseguiti negli anni passati interventi di manutenzione straordinaria”.

Il ponte è formato da “6 campate semplicemente appoggiate con quattro travi in cemento armato precompresso”, e “A seguito di indagini eseguite nel corso degli anni 2017 e 2021, finalizzate ad accertare le condizioni strutturali del ponte in parola, è emersa una situazione di elevato degrado delle strutture in cemento armato sulle quali la Provincia intende intervenire in tempi molto rapidi, attraverso lavori di ripristino e rinforzo”.

Uno stato di degrado che necessariamente comporta: “una riduzione delle capacità portanti delle strutture del ponte, rendendolo non più adeguato all'odierno traffico di mezzi pesanti; risulta, pertanto, necessario un intervento di consolidamento strutturale”.

Sulla Strada Provinciale 19, infatti, secondo quanto era stato misurato dai tecnici della Provincia, i mezzi pesanti che transitavano e transitano quotidianamente su quel tratto di strada erano (e sono) circa 267 al giorno creando una “sollecitazione dinamica” che lo stato della struttura, non era più in grado di assorbire.

Da qui la necessità di un profondo restyling del ponte, per garantire piena sicurezza e percorribilità ottimale su un tratto di strada ad alta ‘densità di traffico’, soprattutto pesante.

L’OBIETTIVO DEI LAVORI

L’obiettivo dei lavori tra i tanti che sono stati evidenziati dagli esperti della Provincia erano quelli di un pieno ripristino della capacità portante del traffico veicolare della struttura, la “saturazione dei vuoti presenti in prossimità delle guaine di protezione dei cavi di precompressione post-tesi delle travi”, opere di impermealizzazione, di demolizione e rifacimento dei giunti stradali, un nuovo sistema di raccolta delle acque e infine, la posa di un nuovo e più efficace manto stradale.

LO ‘STATO DELL’ARTE’

Il punto è che tra inadempienze ed eventi atmosferici che hanno colpito pesantemente la montagna, i lavori sono in una fase pressoché di stallo.

“A causa dell'interruzione delle lavorazioni, non è neppure possibile percorrere un tratto della corsia di monte, per non gravare su una parte del ponte non terminata”, spiegano i tecnici di Palazzo Allende.

La quale ha cercato, per quanto possibile, impegnando risorse proprie, di tamponare al meglio le problematiche legate al traffico: “Per ovviare al problema e togliere prima possibile il senso unico alternato, la Provincia, nell'ambito di un contratto di manutenzione ordinaria di vari manufatti finanziato con risorse proprie, ha affidato il completamento di questa parte dei lavori che interessano le prima due pile”.

Ma, come detto, in questo caso, a decretare lo ‘stop’ ci ha pensato …’Madre Natura’: “Le recenti piene hanno impedito l'accesso in alveo, prima per la presenza di acqua ed ora per le condizioni delle scarpate, e questi lavori, che dovevano già essere iniziati, stanno slittando”.

Su questo versante è previsto, in conclusione, un sopralluogo dei tecnici della Provincia unitamente a quelli dell’impresa che deve condurre i lavori per capire come procedere con i lavori in modo rapido ed efficace.

Siamo consapevoli del disagio ma la colpa è della ditta (quella indempiente, ndr) e ce la stiamo mettendo tutta...”, concludono – con un filo di mestizia – da palazzo Allende.

 

2 COMMENTS

  1. Fino a quando esisteranno gli appalti al massimo ribasso, il risultato è scontato.
    Mi chiedo come sia possibile che un’azienda che ha la sede operativa a circa 600 km di distanza possa risultare aggiudicataria di un appalto di così poca entità. meno di un milione , compresi oneri di sicurezza ecc ecc.
    Ma è riduttivo incolpare la ditta, distogliendo il lettore dal problema o ancor peggio da un mediocre controllo da parte della stazione appaltante e cioè la provincia, eppure di esempi non molto distante (SS63) ve ne sono parecchi.
    Evviva evviva e chi paga….. l’automobilista che paga ripaga e paga, bollo, accise, tasse di proprietà ecc ecc
    Cordialmente

    • Firma - Roberto Malvolti