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Beni confiscati alla criminalità, si apra un tavolo provinciale

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Beni confiscati alla criminalità, si apra un tavolo provinciale

Durante il consiglio del 21 dicembre scorso è stato approvato con voto unanime l'ordine del giorno presentato dal Presidente, Marco Cassinadri.

Tale ordine del giorno, elaborato dall’esperienza vissuta a Casalgrande, chiede che il Parlamento si attivi per una revisione dell’intera procedura di assegnazione dei beni volta a evitare che tali beni vengano affidati quando sono ormai degradati e il riutilizzo ne risulti dunque troppo oneroso.

Il Muncipio di Casalgrande

“Negli anni, Reggio Emilia e la sua provincia sono diventate famose non solo per la Sala del Tricolore, ma sfortunatamente anche per le infiltrazioni della criminalità organizzata a vari livelli – sottolinea Cassinadri -. Reggio si conferma infatti vertice del quadrilatero della Ndrangheta oltre a Mantova, Cremona e Piacenza e le problematiche emerse dai processi “Aemilia” e “Grimilde”, quest'ultimo attualmente in corso, non si sono risolte con lo svolgimento di processi, ma sono solamente diventate palesi”.

OLTRE 200 IN PROVINCIA 

“A riprova di ciò, nella Provincia di Reggio Emilia sono presenti oltre 200 beni confiscati alla criminalità organizzata – prosegue il Presidente del Consiglio Comunale -. Nel Comune di Casalgrande sono dislocati "solo" quattro beni immobili confiscati, ma sono passati purtroppo anni dalla data della confisca e ancora non se ne è reso possibile il recupero da parte del Comune (tanto più che essi sono ancora nella disponibilità di occupanti ormai da anni senza titolo)”.

“E' utile sottolineare come le attuali misure riguardanti il sequestro e la confisca dei beni delle organizzazioni mafiose rivestano una notevolissima importanza, in quanto volte a colpire il patrimonio illecitamente accumulato dalle dette organizzazioni criminali. Non si vuole infatti soltanto colpire il soggetto socialmente pericoloso, ma anche e soprattutto sottrarre i beni di origine illecita al circuito economico dell’organizzazione criminale – prosegue -. In questo sen sicuramente indispensabile che i Tribunali segnalino automaticamente ai singoli comuni la presenza di beni confiscati sul loro territorio e che di questo sia data la più ampia informazione ai cittadini”.

“L'ordine del giorno in questione – conclude Cassinadri- auspica la messa in opera di un tavolo provinciale permanente sull'argomento, aperto a tutte le autorità interessate, dove i sindaci possano trovare suggerimenti e sostegno per l'esperimento delle pratiche relative all'acquisizione al patrimonio comunale dei beni confiscati”.