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Bedeschi (Uil Trasporti montagna): “Non so fino a quando reggeremo in Appennino”

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Bedeschi (Uil Trasporti montagna): "Non so fino a quando reggeremo in Appennino".

(foto di repertorio)

“Basta, basta e ancora basta”, tuona così Fabrizio Bedeschi della Uil Trasporti montagna, dopo la nota emanata alcuni giorni fa da Cgil e Filt che denunciano le difficoltà dovute alla soppressione delle corse urbane ed extraurbane, una situazione che “rende difficile la vita degli utenti del bacino reggiano di Seta”.

 

NON SO FINO A QUANDO REGGEREMO IN MONTAGNA

“Le corse saltano in città. Per ora. In montagna, grazie a persone che fanno il proprio mestiere con coscienza, ad oggi non salta una corsa e tutti gli studenti vanno regolarmente a scuola e gli operai vanno al lavoro. E’ vero che in pianura ci sono più disagi ma si rischia che il problema investa anche la montagna. Insomma, non so fino a quando reggeremo. Nonostante le difficoltà, già da tempo si cerca di coprire i turni con tanti straordinari, proprio perché abbiamo un po’ di coscienza: insomma non vogliamo lasciare a piedi i cittadini, soprattutto gli studenti e i pendolari. Fino ad oggi abbiamo retto ma con fatica, perché tutti gli autisti in servizio sono stati presenti. Ma ora sono molto preoccupato. Abbiamo appena ricevuto la notizia che andranno via due o tre colleghi. Considerando che se solo a Castelnovo abbiamo due o tre corse da coprire, mi chiedo di questo passo, come faremo? La preoccupazione è tanta”.

NON È PIÙ UN LAVORO AMBITO DAI GIOVANI

“Manca il ‘ricambio’, quello che negli anni scorsi c’è sempre stato specialmente in montagna. E pensare che fino a qualche anno fa questo lavoro in Seta era molto ambito. Vero, come ormai ripetiamo ormai da tempo che il problema è innanzitutto nazionale. E mi riferisco alla procedura relativa al conseguimento della patente: i costi, dover seguire corsi per rinnovarla, ecc…, mi riferisco al fatto che lavoriamo anche nei giorni festivi; ed altro ancora. Tutto questo per uno stipendio di 1200 euro al mese. Il problema è soprattutto legato ai contratti firmati da Seta poco tempo fa, che penalizzano ancora di più questi ragazzi. Contratti che la Cgil ha accettato senza problemi. Faccio un esempio: la Tep a Parma è molto più ambita e sapete perché? Appena arriva, un autista guadagna di più e in estate fa dei turni ‘vivibili’. La cosa è semplice. La Cgil e la Cisl, dopo aver sottoscritto un contratto che danneggia il lavoratore, come dicevo prima, non possono ora lamentarsi dell’azienda e della cosiddetta rimodulazione del servizio”.

CONVOCARE UN TAVOLO CON I SINDACI DELLA MONTAGNA

“Ora più che mia occorre convocare un tavolo istituzionale con i sindaci della montagna, come chiedo da tempo. Occorre che intervengano prima che sia troppo tardi. Le Istituzioni fanno fatica ad avere un tavolo di confronto con noi eppure i Comuni fanno parte dell’agenzia della mobilità questa: ogni dà dei soldi a Seta per avere un servizio. A mio avviso, se non interverranno i sindaci avremo problemi seri. E sarà troppo tardi.

Intanto un primo passo potrebbe essere quello di rivedere le modalità della gara di appalto che così come state espletate, a mio avviso, hanno peggiorato il problema. Hanno dato via delle linee ai privati che potevano tornare comode a noi: potevano essere un incentivo per rimanere o per far sì che la gente venisse a lavorare da noi".

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  1. In questo caso sembra che il coinvolgimento dei Sindaci montani trovi ragione nel fatto che i rispettivi Comuni versano una quota al Gestore per avere il servizio (e c’è da auspicare che la convocazione di “un tavolo istituzionale”, con la loro presenza, possa trovare la giusta soluzione, vista l’importanza delle “corse” per studenti e pendolari, e per quanti vi fanno ricorso) ma i Comuni sono comunque sempre in prima linea, quali avamposti dello Stato e quali entità più vicine alle problematiche territoriali, con tutte le relative ed annesse ricadute e ripercussioni (il riconoscersi nel proprio Comune alimenta altresì sentimenti di identità ed appartenenza, ovviamente per chi crede in detti valori).

    Nelle cosiddette Aree Interne, come quella nostra, il ruolo dei Comuni può assumere poi un ulteriore e non secondario significato, nel senso di essere visto come un “baluardo” contro il rischio di venir trascurati e penalizzati, rispetto a territori più popolosi, tanto che vi sono comprensori con persistenza di entità comunali i cui residenti sono in numero piuttosto basso, a testimoniare il risalto e rilievo attribuiti alla loro funzione, e sembra interpretabile in tale direzione, a conforto del ruolo dei Comuni, pure l’iniziativa del Governo in carica volta a togliere “l’abuso d’ufficio”, pur se la materia è controversa e sta creando divergenze e discussioni tra i diversi orientamenti e versanti del pensiero politico.

    P.B. 11.01.2024

    • Firma - P.B.