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Turismo, crollo in Appennino: persi il 25% degli alberghi

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Turismo, crollo in Appennino: persi il 25% degli alberghi.

Da un’analisi dell’ufficio studi di Lapam Confartigianato sulle dinamiche del turismo reggiano è emerso che nel 2022 (ultimo dato disponibile) gli esercizi ricettivi in provincia di Reggio Emilia sono complessivamente 461 di cui un quarto situati nei comuni dell’Appennino, pari al 25,2%, con una capienza di 4.139 posti letto. Gli alberghi e pensioni in Appennino rappresentano il 29,3% delle attività ricettive.

In Appennino si perdono 10 strutture alberghiere, con un calo di 410 posti letto (-29% sul 2012).

"A Carpineti sono rimasti solo due alberghi - ci spiega Paola Cassinadri dell'albergo Marola - pensi che quando abbiamo iniziato questa attività, trentasei anni fa, c’erano cinque strutture. Ormai qui in montagna non c’è più il turismo che dovrebbe esserci perché, purtroppo, il nostro Appennino è molto abbandonato. Sarebbe ora che si pensasse ad organizzare eventi (e non l’evento singolo) che consentano di riempire le strutture. Non siamo assolutamente ai livelli del 2019". Paola spiega che “dopo la chiusura dovuta alla pandemia non c’è stata la ripresa che ci aspettavamo, ora riusciamo a lavorare solo a luglio e dopo il ferragosto già non ci sono più prenotazioni. Qui non possiamo più contare sulla presenza di squadre di calcio dal momento che non abbiamo neanche più un campo, nonostante la Pro Loco si impegni molto. Certo abbiamo qualche ‘riscontro’ grazie al turismo sportivo di Castelnovo con la presenza degli atleti della nazionale sordi ma molto limitato vista la distanza. Da soli non andiamo da nessuna parte. Noi ormai non apriamo più le camere d’inverno e fino a Pasqua perché è troppo oneroso tenerle aperte”.

Invece Giuseppe Rognoli, gestore dell’albergo Bismantova afferma che “le presenze nell’albergo nel corso del 2023 sono rimaste nella media solita, fatta eccezione nei mesi estivi, da giugno a settembre, dove effettivamente si è riscontrato un calo di turisti. Si sono visti molti ciclisti tedeschi ma non c’è stata comunque una richiesta come gli anni scorsi”.

Prendendo in esame tutto il territorio della provincia di Reggio Emilia, nei primi 11 mesi del 2023, da gennaio a novembre, i turisti hanno scelto di alloggiare nell’82% dei casi in strutture alberghiere, per un totale di 245 mila turisti e 505 mila pernotti. L’afflusso di turisti che prediligono gli alberghi è cresciuto del 3,4% rispetto ai primi 11 mesi dell’anno precedente, restando tuttavia inferiore del 23,3% rispetto allo stesso periodo del 2019, mostrando un grave ritardo sui livelli pre pandemia. Focalizzandosi esclusivamente sui comuni dell’Appennino reggiano, qui si accoglie il 5,9% del turismo provinciale. Nei primi 11 mesi del 2023 hanno ospitato 17 mila turisti per un totale di 90 mila pernotti. Oltre la metà dei turisti (il 55,4%) ha scelto di soggiornare in strutture alberghiere, numero in lieve flessione rispetto agli arrivi registrati un anno prima (-0,8% rispetto ai primi 11 mesi 2022) ma in forte calo rispetto al 2019 (-16,5%).

DANIELE CASOLARI, RESPONSABILE SINDACALE E DELLE CATEGORIE LAPAM CONFARTIGIANATO

"Il turismo rimane un traino importante per l’Appennino, come dimostrano le ultime analisi. Ampliare le opportunità in termini di servizi e investire nelle strutture deve essere un must per gli imprenditori, ma gli stessi hanno bisogno di incentivi per garantire e aumentare una qualità dell’offerta che ora è eccellente. “La montagna è un territorio strategico per tutta la provincia – conclude Casolari – e contribuisce allo sviluppo sostenibile dell’area. L’Appennino è ricco di bellezze naturali, culturali e storiche e rappresenta un patrimonio da valorizzare perché in grado di generare anche opportunità occupazionali. È in questa direzione che si deve agire per contribuire allo sviluppo di tutta l’area, attraverso iniziative mirate e collaborazioni che possano migliorare accessibilità, promuovere esperienze autentiche che attirino turisti anche internazionali”.