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Via libera al decreto legge che cambia i limiti di rielezione per i sindaci

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Via libera al decreto legge che cambia i limiti di rielezione per i sindaci.

Dunque nessun limite di mandato per i comuni fino a 5.000 abitanti e terzo mandato per i sindaci dei municipi da 5.000 a 15.000 abitanti.

Eccome come commentano la notizia alcuni sindaci dell'Appennino reggiano.

ENRICO BINI, SINDACO DI CASTELNOVO NE’ MONTI   

“Rispetto all'aumento del limite di mandati nei comuni tra 10.000 e 15.000 abitanti e l'abolizione del limite per i comuni sotto i 5.000 abitanti, devo dire che sono critico, la mia posizione è perfettamente in linea con quella espressa dall'Uncem. Ritengo molto importante il rinnovamento, specie nei comuni sopra i 10.000 abitanti. Credo che dieci anni siano sufficienti per impostare e portare avanti progetti consistenti e di prospettiva, ma poi a portarli avanti, e introdurne dei nuovi, devono essere amministratori nuovi, quando possibile più giovani. A volte capisco che invece nei comuni piccoli possa essere più difficile trovare chi voglia farsi carico della mole di impegno e responsabilità che la carica di Sindaco richiede. Ma non credo si debba tornare alla figura dei sindaci di professione, che magari amministrano lo stesso comune per 20 o 30 anni. In questo caso ritengo che il limite dei tre mandati fosse quello corretto”.

FABRIZIO CORTI, SINDACO DI BAISO

Il sindaco Fabrizio Corti

“Come ho sempre sostenuto, non sono favorevole come non lo sono mai stato quando hanno approvato la legge per i Comuni sotto i 5000 abitanti che non pone limiti di mandato. Ribadisco che i mandati erano e dovevano essere due, per tutti. Così rischiamo che questi diventi un ‘lavoro’ ed i giovani così si allontaneranno sempre di più dalla politica. Quello che io credo, è che sia importante creare una classe politica che dia la possibilità ai giovani di inserirsi”

Il sindaco Tiziano Borghi

TIZIANO BORGHI, SINDACO DI CARPINETI

“Il cambiamento dei limiti dei mandati ai sindaci è un tema abbastanza dibattuto e, come in tutte le variazioni, ci sono dei punti di forza e dei punti di debolezza. Un punto di forza è che sicuramente un sindaco con più mandati ha già un'esperienza acquisita da spendere fin da subito. Un punto che potrebbe rappresentare una debolezza è il senso di nepotismo che può suscitare un sindaco in carica da troppi anni. C'è da considerare che però spesso la differenza la fanno i candidati in lista con il candidato sindaco. In ogni caso l'ultima parola spetta sempre ai cittadini che sceglieranno di votare la lista con il programma elettorale che riterranno migliore. Ciò considerato non vedo il cambiamento come una negatività, semplicemente perché il sindaco uscente ogni cinque anni dovrà correre al pari degli sfidanti”.