Home Cronaca Forse non basta dirsi democratici e garantisti per essere davvero tali

Forse non basta dirsi democratici e garantisti per essere davvero tali

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Riceviamo e pubblichiamo
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Elly Shlein, segretaria del Partito Democratico

C’è un partito nel cui nome figura la parola “democratico”, ma stando alle notizie di stampa di qualche giorno fa - dopo il caso della Consigliera regionale dissociatesi dalle posizioni del partito in tema di “fine vita” - uno dei suoi fondatori non pare essere più molto convinto che tale aggettivo sia del tutto appropriato, o avverte quantomeno sentimenti di imbarazzo, se non malessere e disagio, e si fa fatica a non credergli stante il predetto suo ruolo, né sembra essere il solo a provare siffatti stati d’animo.

In materia di questioni etiche, le forze politiche a tradizione liberale e liberalsocialista della Prima Repubblica, e se ben ricordo anche quelle di ispirazione cattolica, lasciavano la cosiddetta “libertà di coscienza” (affinché lo Stato laico non avesse a tradursi in etico) la quale andava per solito di pari passo col “garantismo”, esercitato a tutto campo, ossia senza distinzione tra seguaci ed avversari, ma che non è stato loro restituito allorché, trent’anni fa, in talune correnti di pensiero prevalse una linea di segno giustizialista.
Il vento giustizialista che ebbe a spirare allora sul Belpaese portò alla immeritata uscita dalla scena politica di partiti appartenenti alla sinistra riformista, la cui eredità, a parole, doveva essere raccolta dall’altra sinistra, uscita indenne da quella stagione, ma sembra che, nel perimetro dell’attuale sinistra, si stia ancora cercando chi possa essere l’interprete della cultura riformista - storicamente coniugata col garantismo - a dirci che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, oppure che “l’abito non fa il monaco”, come si usa dire.
Ovvero, per dirla in altro modo, non ci si improvvisa garantisti e riformisti (senza un retroterra e un passato che ne certifichi la continuità, e non la saltuarietà), né autentici democratici, nel senso di esserlo fino in fondo, tanto da lasciare libertà di coscienza sulle questioni etiche, le quali non possono essere importanti solo quando danno modo e pretesto per polemizzare col centrodestra, e viene infine da chiedersi se non abbiano nulla da dire in proposito quelle forze che si erano proposte di dar vita al Terzo Polo.
P.B.