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Mola (Legambiente): “Abbassare il limite restituisce alla comunità spazi pubblici preziosi”

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Mola (Legambiente): “Abbassare il limite restituisce alla comunità spazi pubblici preziosi”.

Acceso il dibattito sotto nostro articolo riguardante la città 30. Le reazioni, caratterizzate da una mescolanza di sarcasmo, critica e preoccupazione, rivelano un'innegabile tensione e la discrepanza percepita tra le decisioni politiche e la realtà vissuta dai cittadini. La sicurezza, un principio non negoziabile, sembra scontrarsi con la praticità e la qualità della vita di chi le strade le percorre ogni giorno. Nuccia Mola, presidente di Legambiente Appennino Reggiano, non chiude gli occhi davanti alle problematiche delle infrastrutture ma riconosce al limite dei 30 km/h vantaggi che vanno ben oltre la sicurezza e che sarebbero validi anche per un territorio come il nostro.

Nuccia Mola

Oltre la politica, per una mobilità urbana sostenibile e inclusiva

“La tematica della ‘città 30’ trascende le divisioni politiche, essendo focalizzata sulla sicurezza e la mobilità urbana che non conoscono colori politici” – spiega Mola. “È fondamentale, pertanto, abbracciare un cambio di mentalità che favorisca l'adozione di abitudini più sostenibili. Questa misura mira a promuovere una mobilità che privilegi il benessere e la salute dei cittadini, spostando l'attenzione dal predominio dell'auto a un approccio più inclusivo che consideri tutti gli utenti della strada. Il caso di Bologna, così come quello di altre città europee, emerge come esempio virtuoso di questa transizione. L'introduzione di limiti di velocità ridotti nelle zone urbane densamente popolate mira a proteggere la vita umana, promuovendo al contempo un ambiente più equilibrato in cui pedoni, ciclisti e veicoli a motore coesistono armoniosamente. Queste iniziative si inseriscono in un contesto più ampio di impegno per la sostenibilità ambientale, come dimostrato dalla riduzione dell'inquinamento e delle emissioni di CO2, nonché dal miglioramento della qualità dell'aria e della diminuzione dell'inquinamento acustico. La riqualificazione degli spazi urbani, attraverso la limitazione del traffico in aree chiave come le piazze centrali, ha dimostrato di poter restituire alla comunità spazi pubblici preziosi, incentivando la socializzazione e migliorando complessivamente la qualità della vita urbana. Ricordiamo come l'esperimento di Bologna con la pedonalizzazione di Piazza Maggiore ha incontrato iniziali resistenze, ma ha infine rivelato i benefici tangibili di un centro storico più accessibile e vivibile.”

Anche i piccoli Comuni devono ripensare la mobilità

“Anche Castelnovo ne’ Monti, nonostante le sue specificità, potrebbe trarre vantaggio da una simile trasformazione” – continua la presidente di Legambiente Appennino Reggiano. “Con l'aumento del traffico e il caos nelle giornate di mercato, c'è un'urgente necessità di ripensare la mobilità urbana. Proposte come la chiusura al traffico delle piazze durante i weekend potrebbero favorire un ambiente più sicuro e invogliare alla socializzazione e al commercio locale. Sia per le grandi città che per le comunità più piccole come Castelnovo, l'obiettivo rimane lo stesso: realizzare una visione di mobilità sostenibile che ponga al centro il benessere dei cittadini, riducendo la dipendenza dalle auto e migliorando la vivibilità urbana. Questo richiede un impegno collettivo verso la creazione di spazi urbani che favoriscano la salute, la sicurezza e l'interazione sociale, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030.”

4 COMMENTS

  1. Ok per i centri storici importanti e belli di citta’ come Bologna ma, Castelnovo, non ha un centro storico importante da pedonalizzare. Inoltre e soprattutto, Castelnovo Monti soffre di una mancanza cronica di parcheggi, in centro come davanti alle scuole e ai bar. La vita attuale, soprattutto per chi ha lavoro e ha famiglia, e’ frenetica con pochi spazi per passeggiate e conversazioni davanti ad un caffe’. Dover parcheggiare lontano dal punto dove si vuole andare sarebbe la fine di un commercio locale gia’ in fin di vita.

    • Firma - G.
  2. Come premessa, mi sembra di poter dire che, con tutto l’impegno e la buona volontà dedicabili al problema, non si può cambiare il modello di vita di una comunità come se avessimo a che fare con un interruttore, che ci permette di cambiare le cose da un momento all’altro, né credo che sicurezza e mobilità urbana non conoscano colori politici, essendo settori dove la politica, dei vari livelli istituzionali, può fare scelte tra loro diverse, come infatti è successo, e se non interviene la politica succede per solito che sia l’ideologia ad orientare e determinare le decisioni, e a me pare che oggi stia avvenendo proprio così, o quasi, con spinte ed accelerazioni, non solo nel campo dei limiti stradali, che sembrano guardare alla cosiddetta “decrescita felice” , e che non so quanto, a conti fatti, possano giovare alla causa.

    P.B. 02.02.2024

    • Firma - P.B.
  3. Buongiorno, mi permetto di segnalare che il tema del controllo e della limitazione della velocità’ dei mezzi a motore riguarda tutte le aree urbane e suburbane edificate ed abitate, a prescindere dalla loro importanza e qualità’: il pedone che percorre le strade del paese di Castelnovo o della frazione di Carnola ha lo stesso diritto alla sicurezza di chi transita per i tanti “centri storici” di pregio della nostra nazione. Ma si tratta di un problema culturale, politico e di “buon senso”: occorre ribaltare un paradigma consolidato riportando al centro dell’attenzione nella fruizione degli spazi pubblici la persona ed in particolare tutti i soggetti “deboli” (bimbi, anziani, ciclisti, etc.) a discapito di un uso indiscriminato (e spesso incauto) dell’auto.
    Sul tema delle “Zone 30” allego in calce un link di utile lettura.
    Agli scettici sull’utilità’ della misura, invito a confrontare gli esiti di un investimento a 30 km/h e uno a 50 km/h… Provare per credere.
    Grazie dell’attenzione e buona lettura.
    https://www.bikeitalia.it/2024/02/01/130-tecnici-contro-salvini-e-scontro-totale-sulla-citta-30/

    • Firma - Luigi M.
  4. Le argomentazioni addotte in favore e sostegno dell’abbassamento dei limiti di velocità hanno di certo una loro logica, ma vanno poi inserite, a mio vedere perlomeno, nella cornice generale, ovvero una società in continuo e perenne movimento, al cui riguardo ci si può senz’altro proporre l’obiettivo di un rallentamento, ma evitando possibilmente di cadere in contraddizioni (semmai condite da un qualche pizzico di ipocrisia).

    A tutti noi capita di vedere il “viavai” giornaliero della miriade di automezzi che fanno consegne a domicilio, su richiesta dei destinatari, e il cui compenso, da quanto almeno mi risulta, viene calcolato anche sul numero delle consegne effettuate, e se abbassiamo i limiti di velocità estendendoli al di fuori delle zone “critiche”, le quali sicuramente lo necessitano, il numero delle consegne andrà di fatto a calare (in una con gli introiti).

    Mi pare cioè un po’ arduo volere “l’uovo e la gallina”, pena il cadere in contraddizioni come avanti dicevo, salvo il voler cambiare abitudini divenute ormai comuni e diffuse, il che mi pare francamente un po’ difficile, mentre sono d’accordo che anche nei nostri centri abitati, frazioni incluse, vadano rispettati i limiti esistenti, e laddove non è possibile istallare “dissuasori” ritengo utile il ricorso agli autovelox (visto che il buon senso non sempre funziona).

    P.B. 04.02.2024

    • Firma - P.B.