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Appennino, terzo ‘driver’ turistico in regione: “Ottimo, che sia stimolo per migliorare ancora”

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Appennino, terzo ‘driver’ turistico in regione: “Ottimo, che sia stimolo per migliorare ancora”

E’ questo l’aspetto più interessante ed importante che emerge dall’analisi sull’andamento del turismo in Emilia Romagna, reso noto dalla Regione stessa settimana scorsa, relativo all’anno 2023.

Dodici mesi, parlando in generale, in cui tutti gli indici legati alla presenza di turisti – italiani e stranieri – sul territorio regionale hanno segnato aumenti significativi rispetto all’anno 2022.

Montagna: i dati

Ponendo il focus su quanto emerso dal Rapporto sul movimento turistico nelle strutture alberghiere ed extra alberghiere dell’Emilia Romagna rilevato dall’Osservatorio turistico regionale (realizzato da Regione e Unioncamere Emilia-Romagna), ed elaborato da Trademark Italia, per quanto riguarda l’intera fascia appenninica, i 12 mesi relativi al 2023 si concludono con un importante incremento del movimento turistico in montagna.

Rispetto al 2022, infatti, i dati fanno registrare un aumento pari al 5.5% di arrivi e, complessivamente, un +3.7% di presenze.

 

Quello che spicca nell’analisi è un incremento delle presenze di stranieri sulle nostre montagne, con percentuali in aumento pari al 24.8% di arrivi e al 17.7% di presenze. Che si unisce al consolidamento anche di quello nostrano (leggi ‘italiano’) che ha fatto segnare un +0.8% di arrivi e un +0.3% di presenze.

Union Camere prende come termine di paragone il 2019, l’ultimo anno (per altro record, infranto dal 2023 a livello complessivo) dove pandemie e limitazioni della mobilità delle persone non l’hanno fatta da padrone, e in questo caso la crescita è effettivamente esponenziale.

Tanto da far registrare un aumento del 40.6% per quanto riguarda gli arrivi ed un ‘più’ 25.5% di presenze.

Rilevante anche il ‘peso’ che l’Appennino ha, nel movimento turistico in regione. Infatti in questo senso, l’aumento degli arrivi è pari al 5.6% mentre le presenze si attestano al 4.9%. Ponendo l’attenzione sul ‘breakdown’ del movimento turistico regionale che punta alla montagna, siamo al 5.9% di tutti gli arrivi, ed al 5.3% delle presenze, in cui, di questa quota, il 4.8% di arrivi sono cittadini stranieri, così come il 4.2% delle presenze complessive sono di persone non italiane.

Ferretti (Assessore al turismo dell’Unione Comuni dell’Appennino): “Numeri eccellenti che devono spingerci a crescere ancora”.

Il sindaco Enrico Ferretti, nonché Assessore al turismo dell'Unione dei Comuni dell'Appennino

Ca va sans dir che in un contesto di crescita importante, l’Appennino reggiano abbia fatto ampiamente la sua parte. Consapevoli, per altro, che i numeri devono essere sostenuti da una crescita continua e da un approccio sempre più moderno alla richiesta turistica per il nostro territorio.

Una visione espressa anche da Enrico Ferretti, sindaco di Ventasso, ma, in questo caso, interpellato come Assessore al Turismo per l’Unione dei Comuni dell’Appennino: “Sono dati confortanti che certamente fanno piacere. E’ assolutamente un bene che anche i numeri riconoscano gli aspetti unici e le caratteristiche particolari del nostro Appennino e che questi rappresentino un indice importante di apprezzamento da parte di chi punta sui nostri territori per trascorrervi un po’ di tempo”.

“Soprattutto è di particolare significato il fatto che, ormai, l’Appennino reggiano viene vissuto anche al di fuori dei periodi che consideriamo tipici per il turismo – prosegue Ferretti -. Lo sport, gli eventi che sono stati organizzati negli ultimi due anni, alcuni anche di rilevanza nazionale, oltre ad una certa connotazione che si è dato il territorio, costituiscono certamente un elemento importante dal punto di vista della capacità di convogliare presenze sui nostri monti. Inoltre va aggiunto, il dato del 2023 acquisisce ancor più significato se si pensa che l’anno scorso la stagione sciistica è iniziata a fine gennaio. Ovviamente sono fatti che non dipendono dalla nostra volontà, ma è Madre Natura che ci mette lo zampino. Ma questo fa anche capire il potenziale a disposizione”.

Proprio questo, in ultima analisi, è l’aspetto su cui pone l’accetto Ferretti. I numeri segnano un trend positivo e che è inconfutabile: “Ma questo deve servirci da stimolo a migliorare ancor di più l’offerta – conclude -. Paradossalmente il Covid ha aiutato, e non voglio essere frainteso in ciò che dico, perché ha fatto riscoprire a tanti la montagna e le sue innumerevoli attrazioni. Ora, questi numeri devono motivarci a migliorare ancora. Bisogna diventare ‘esperti di turismo’, cercando di promuovere non solo i luoghi, ma anche l’emozione e l’esperienza dello stare in montagna con la bellezza della natura e lo sviluppo dei suoi pregi. Un esempio? L’idea di riqualificare il bosco, come esperienza turistica importante, che poi si traduce in eventi che stanno crescendo a vista d’occhio come il Mondiale del Fungo. Contestualmente, non ce lo nascondiamo, deve migliorare l’offerta ricettiva che è ancora carente. Sappiamo che la Regione ha pubblicato un bando da 30 milioni proprio indirizzato al miglioramento delle strutture alberghiere e ricettive, e l’auspicio è che in tanti vi partecipino. Perché la chiave come in tutte le cose è consolidare e crescere ancora di più”.

 

Bonaccini e Corsini: “L’obiettivo è l’Emilia Romagna regione leader del turismo in Italia”

Il Presidente Bonaccini e l'assessore Corsini commentano i dati relativi al turismo in Emilia Romagna nel 2023

Più in generale, il bilancio del movimento turistico in regione l’hanno stilato il presidente Stefano Bonaccini e l’Assessore Andrea Corsini: ““L’Emilia-Romagna piace e si conferma ancora una volta regione attrattiva sia per i turisti italiani che per quelli stranieri- commentano -. Grazie al lavoro di squadra delle istituzioni e degli operatori del comparto, che non si è fermato un attimo neppure dopo l’alluvione senza precedenti di maggio, abbiamo superato anche i numeri del 2019, l’anno dei record prima dell’emergenza pandemica, con dati che sembravano quasi irraggiungibili. Risultati che denotano la raggiunta maturità dell’industria turistica emiliano-romagnola e che, guardando a un futuro non troppo lontano, saranno capaci di farne ancora di più uno dei settori trainanti della nostra economia, con l’obiettivo, entro il 2030, di raggiungere il 16% del Pil e posizionare l’Emilia-Romagna come regione turistica leader in Italia”.