Home Economia Ligabue (Lapam Confartigianato): “Il commercio online ha bisogno di regole chiare”

Ligabue (Lapam Confartigianato): “Il commercio online ha bisogno di regole chiare”

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Come emerge da un indagine condotta dall' associazione, tra i cittadini reggiani si ricorre sempre di più all’acquisto sul web. Tant’è che anche le attività d’impresa hanno recepito l’importanza di usufruire di questa modalità: nel 2023 le imprese di Reggio Emilia che valutano l’investimento nell’online uno strumento estremamente importante raggiungono il 35,2%, superando di 9,5 punti percentuali il periodo di riferimento 2018-2022.

A Reggio Emilia le piccole imprese che hanno effettuato investimenti digitali nel 2023 sono state l’81,4%, dato che posiziona l’area reggiana al secondo posto tra le province in Emilia-Romagna.

A livello nazionale, la nostra regione è seconda (al pari della Lombardia) nella classifica delle regioni e province autonome con la quota più elevata di consumatori online, pari al 55,7%. L’Emilia-Romagna vede inoltre il più marcato incremento della quota di utenti di e-commerce nell’ultimo anno, segnando un aumento di 4,5 punti percentuali, decisamente più ampio dell’incremento medio nazionale che si registra un +1,5 punti. Il 19,8% delle imprese emiliano-romagnole che hanno effettuato vendite online, aumentano di 1,8 punti rispetto al 18% del 2022 e superano la media nazionale che si ferma al 19,1%.

CINZIA LIGABUE: " UN’OPPORTUNITÀ IMPORTANTE PER LE ATTIVITÀ, MA IL COMMERCIO ONLINE HA BISOGNO DI REGOLE CHIARE".

“Sicuramente il commercio online rappresenta una concorrenza estremamente aspra per i negozi di prossimità, ma non possiamo demonizzare uno strumento che rappresenta un’opportunità anche per gli stessi negozi. Vendere la propria merce online può permettere di ampliare il business, rimanere competitivi e connessi con i propri clienti.

Questi dati confermano come non possiamo più pensare a un commercio senza l’online. Come Lapam Confartigianato da anni sensibilizziamo i nostri associati con momenti informativi e anche mediante corsi formativi specifici per imparare l'utilizzo dei vari strumenti digitali. Lo strumento in sé, come specificavo precedentemente, rappresenta un’occasione, ma va assolutamente regolamentato. Non possiamo pensare che sul web si trovino sempre articoli a prezzi ribassati: questo rappresenta una concorrenza sleale nei confronti dei negozi di prossimità, dove si creano vere e proprie esperienze di vendita, mentre l’acquisto online è solamente una transazione fredda senza rapporto umano con il cliente. Il commercio online, inoltre, trascina con sé anche le solite questioni spinose di sempre: se la merce che viene consegnata non rispecchia le caratteristiche viste sul web si innesca il lungo meccanismo di reso che ha tempistiche importanti, un problema che non si presenterebbe se si facessero acquisti direttamente nei negozi, dove la merce si può provare e si può capire immediatamente se è di proprio gusto. Senza dimenticare che in caso di difetti o problemi, è molto più diretto e semplice riportare un articolo nel negozio dove si è acquistato piuttosto che chiamare un’assistenza online nel caso di un acquisto sul web. Auspichiamo una regolamentazione del sistema, così da poter permettere una convivenza corretta tra due modalità che possono assolutamente convivere”.