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“Asp Don Cavalletti, un problema che si trascina dal 2014. Non averlo risolto è segno di incapacità”

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“Asp Don Cavalletti, un problema che si trascina dal 2014. Non averlo risolto è segno di incapacità”.

Anche nel consiglio comunale del Comune di Carpineti tenutosi giovedì sera, la questione della gestione della casa di riposo ha infiammato la seduta. Il sindaco che interviene e le opposizioni che insorgono: “(La gestione del Don Cavalletti è) un problema che l’amministrazione Borghi e i sindaci della montagna non hanno saputo risolvere in dieci anni di mandato. Dall’approvazione del passaggio del servizio in ASC Appennino Reggiano è passato quasi un anno e mezzo, tempo perso e soldi buttati”, sottolinea con una lunga nota, Carpineti Civica.

Un disavanzo in bilancio non previsto

Patrick Fogli, esponente di Carpineti Civica

La questione centrale è sempre quella economica, con un disavanzo non previsto: “Perché ASC non ha seguito il piano economico con cui era stato consegnato il servizio – prosegue nell’analisi -. Ora scopriamo che ASC non ha pagato ad ASP l’affitto della struttura di Poiago e che è indietro con il rimborso degli stipendi (che ASP anticipa di tasca sua).  Il totale del dovuto è di circa 260.000 euro.  La conseguenza è che ASP per far fronte al problema ha un debito con la banca di oltre 500.000 euro. Vale la pena ricordare che ASP non ha più incasso, perché sia le rette degli utenti che i fondi dell’AUSL vengono incassati da ASC.  ASC li ha regolarmente incassati, eppure non paga comunque”.

“Per quanto tempo la banca continuerà a finanziare ASP, se chi garantisce la sua unica entrata non paga, e cosa succederà quando la banca smetterà di farlo? – si domanda Carpineti Civica -. Chi restituirà i 30.000 euro di interessi che ASP sta pagando per causa altrui, visto che ASC dopo aver creato il problema dice di volerne rimborsare solo 5.000? A chi sta facendo da banca ASP e di conseguenza il comune di Carpineti? Cosa sarebbe successo se ASP fosse già stata estinta? ASC non avrebbe pagato gli stipendi? E, prima di tutto, che cosa ha fatto e sta facendo il sindaco Borghi per impedire questo disastro? E perché ASC non paga?

Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione, ovviamente, che non lo voglia fare. C’è una crisi di liquidità? I comuni dell’Unione non pagano la parte dei servizi sociali che ASC gestisce e di conseguenza ASC non ha i soldi in cassa per pagare?"

Domande, che il sindaco avrebbe fatto lui stesso a chi di dovere ma: “Di non avere ottenuto alcuna risposta. Un segno di impotenza che aumenta la nostra preoccupazione – affonda Carpineti Civica -. Sono questioni di cui ci si deve occupare anche entrando in decisa rotta di collisione pubblica con i suoi colleghi, con decisione, fermezza, autorevolezza. La stessa che avrebbero meritato le infelici dichiarazioni dei vertici di ASC che ha riferito ieri sera”.

Tema annoso, soluzioni lontane

La ASP Don Cavalletti

E qui, Carpineti Civica ritorna a sottolineare come il problema sia annoso e le soluzioni ben lontane da venire: “Abbiamo firmato per ASP pubblica. Ed era ed è chiaro che intendevamo che la gestione del servizio deve restare pubblica. Per questo siamo sempre stati a favore del passaggio in ASC, abbiamo addirittura offerto collaborazione che l’amministrazione ha rifiutato ed è un’ipotesi che abbiamo affrontato pubblicamente in campagna elettorale nel 2019.  La stessa campagna elettorale in cui la maggioranza ha detto chiaramente che avrebbe risolto il problema senza continuare a metterci soldi.  Promessa non mantenuta su cui il sindaco ha finito per perdere un pezzo di giunta”.

“Basta propaganda, si risolva il problema una volta per tutte”

“Borghi sa bene che siamo contrari alla gestione sconsiderata che sta mettendo in campo ASC, ignorando i voti stessi dei consigli comunali e senza che lui e gli altri sindaci abbiano esercitato il minimo controllo.Sa bene che non è stata l’opposizione che gli ha impedito di prendere una decisione dal 2020 al 2022, rimettendoci 300.000 euro.  Sa bene che, avendo deciso di non cautelarsi in nessun modo, oggi il Don Cavalletti è nelle mani del Comune di Castelnovo che controlla ASC e che, alla chiusura di ASP, Carpineti non avrà nessun mezzo per impedire che si realizzino decisioni prese altrove: se la proprietà di ASC deciderà di dare il servizio alla cooperativa, Carpineti non lo può impedire”.

Un quadro, sottolinea Carpineti Civica, che è stato ammesso anche dal Primo cittadino ma di cui, lamenta il gruppo consigliare, nessuno sembra interessarsi fino in fondo: “Ascoltiamo preoccupazioni senza senso sul consiglio di amministrazione (per altro non rinnovabile e ormai scaduto) o leggiamo che i soldi ricevuti per la ristrutturazione della CRA sono la concessione a un comune in crisi economica e non il risultato di un bando ben fatto dai tecnici, quasi che la regione Emilia Romagna fosse un ente di beneficenza – conclude Carpineti Civica. Noi continuiamo a chiedere che si smetta di fare propaganda e si affronti nel merito la situazione. Senza perdere tempo o buttare la palla in tribuna. Senza raccontare ai cittadini favole più o meno credibili. Senza fingere di avere soluzioni che si sono rivelate chiacchiere”.

 

 

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