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Cisl si mobilita: “Basta prese in giro, più controlli e prevenzione”

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Cisl si mobilita: “Basta prese in giro, più controlli e prevenzione”

La segretaria di Cisl Emilia Centrale, Rosamaria Papaleo, interviene, in modo netto, dopo il disastro nel cantiere Esselunga di Firenze. E lo fa leggendo i dati definitivi del 2023 sulle morti bianche e sugli infortuni a Modena e Reggio.

“Dolore, morte, disastro. La tragedia di Firenze ripropone queste tre parole come un marchio a fuoco sul Paese che parla, parla e parla ma poi combina poco o nulla. Questa è la verità. Quando chiede un grande Piano nazionale, con soldi e personale per i controlli, ha ragione da vendere Luigi Sbarra. E non perché è il nostro segretario. Bensì perché insieme a noi che siamo sui territori denuncia la follia di un Paese che dice di voler più controlli per prevenire le morti sul lavoro e poi schiera 31 ispettori a Reggio e 30 a Modena, per un totale di 126.000 imprese. Chiamiamola col suo nome: è una presa in giro”.

BENE I TAVOLI A MODENA E REGGIO, UN PASSO AVANTI. ORA INVESTIMENTI STRUTTURALI SULLA SICUREZZA

A Modena e Reggio sono stati attivati, questo sì, i tavoli provinciali previsti dal patto regionale “ed è un passo avanti, sono luoghi dove le Istituzioni, le imprese e i sindacati possono e devono battere pari ma ancora non basta. Rischiamo di fare ottime analisi, di inquadrare alla perfezione il problema ma poi si torna al punto di partenza: servono controlli, ne servono tanti e per farli occorre non solo una strategia ma del personale.

Che costa – osserva Domenico Chiatto, segretario generale aggiunto con delega alla Sicurezza sul lavoro –. Il nostro parere è che una vita salvata vale più di un bilancio, eppure questo è un Paese dove gli ispettori del lavoro e i loro colleghi che fanno funzionare la macchina amministrativa lo scorso autunno sono stati costretti a scioperare, per denunciare la situazione difficile in cui si trovano ad operare. Una su tutte: in un contesto tecnologico obsoleto, dove accedere ad alcune banche dati è ancora proibitivo, è urgente ottenere la piena incrociabilità dei dati e delle informazioni”.

Chiatto non solo chiede investimenti in prevenzione ma indica dove trovare i soldi: sono ben 2 miliardi di euro di cui Inail dispone a livello nazionale. “Risorse che non possono essere solo utilizzate per ripianare i conti statali. Devono essere invece risorse dedicate alla implementazione della formazione dei Rappresentanti di lavoratori, dei lavoratori stessi”, indica il sindacalista. Ricordando che è indispensabile utilizzare parte di questi 2 miliardi sulle nuove tecnologie intelligenti (IA) che possano contribuire a prevenire gli infortuni sul lavoro. Infine manca ancora un indirizzo normativo preciso di limitazione del subappalto selvaggio anche nei cantieri edili. E’ questo l’elemento ancora di maggior criticità nel comparto delle costruzioni, che continua ad essere il settore a maggior tasso infortunistico”.


CISL DICE BASTA E SI MOBILITA
Cisl ha preso una posizione forte, che sta rimbalzando su tutti i media. Il segretario Sbarra ha chiesto un Piano Nazionale al Governo di Giorgia Meloni. Un piano composto da “più controlli, più ispezioni e più ispettori sul territorio, più risorse e interventi concreti, banche dati incrociate, rating sociale per le imprese, con una patente a punti che premi le realtà virtuose. E poi un grande investimento sulla prevenzione, formazione e una stretta su sanzioni e repressione”. Per questo Cisl ha dato il via ad una mobilitazione nazionale con assemblee nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici e nei luoghi della produzione.

I NUMERI FINALI DI UN 2023 PESSIMO

Gli ultimi dati commentati si fermavano a settembre. Ora tutti possono vedere il consuntivo negli open data Inail. Modena registra 15 morti sul lavoro (7 dei quali nel settore delle costruzioni), uno in più del 2022. A Reggio gli incidenti mortali sul lavoro sono aumentati del 133%, passando da tre a sette. Certo, calano leggermente gli infortuni, ma stiamo sempre parlando di 23.107 casi, vale a dire 63 infortuni al giorno: 40 a Modena e 23 a Reggio.

“Ci chiediamo e lo chiediamo alle persone che lavorano, alle imprese e alle Istituzioni: questi sono numeri normali o sono la polaroid di una indecenza?”.