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Una panoramica sulle sfide e le emozioni legate alla danza

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Le interviste pubblicate in questo articolo sono state redatte dalle studentesse e dagli studenti della classe 1G dell’Istituto Cattaneo – Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti nell’ambito di un laboratorio di giornalismo. Pur essendo sottoposte a supervisione e revisione, il contenuto delle interviste riflette le opinioni personali degli intervistati e degli intervistatori.  

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Intervista doppia dedicata al meraviglioso mondo del ballo. Oggi siamo lieti di avere con noi due esperti del settore, direttamente dal nostro Appennino: Gaia Ronzoni e Orazio Spadaro. Gli ospiti ci guideranno attraverso una panoramica affascinante sulle sfide e le emozioni legate alla danza. Scopriremo insieme i segreti dietro i loro passi di danza più iconici e le loro prospettive sul futuro di questa forma d'arte così coinvolgente. Senza ulteriori indugi, facciamo un salto nel magico mondo del ballo con Gaia e Orazio.

Orazio, quando hai scoperto la tua passione per la danza?

“La mia passione per la danza è iniziata da piccolo, intorno ai dieci anni. Ho provato tanti sport ma niente è riusciva a catturarmi, fino a quando non sono entrato in una sala di danza…”.

E tu, Gaia?

È iniziato tutto in maniera abbastanza casuale: all'età di sei anni, la mia amica del cuore mi propose di andare un pomeriggio a danza con lei. Il mio intento non era ballare, volevo solo divertirmi e passare più tempo con gli amici. Ma dal quel pomeriggio non ho più smesso! È stata una passione che è cresciuto piano piano. All'inizio era solo un hobby, poi intorno ai dodici anni ho iniziato a capire che, al di là di tutto, a me piaceva veramente danzare! E così ho iniziato il mio percorso agonistico. Trovare una spiegazione mi risulta abbastanza difficile, ma credo che ciò che mi ha spinto più di tutto a continuare a danzare sono state le emozioni che provavo quando ero in pista, emozioni che non riuscivo a trovare da nessun'altra parte”.

Orazio, come è andata la prima gara?

“La prima gara è stata in Sicilia, la mia terra natia, con la mia prima ballerina. Ero piccolo, ciò che ricordo è che mi sono divertito come non mai”.

 Gaia, cosa ti è riuscita a regalare la danza?

“Bella questa domanda! Tanto, tanto e tanto. È una scuola di vita, ti insegna dei valori che a volte neanche la famiglia o la scuola riescono a trasmettere. Primo fra tutti la disciplina! Quell'attenzione, quella dedizione costante che deve avere verso le cose importanti. Poi certamente il rispetto, prima verso se stessi e poi verso gli altri, la determinazione e tanti altri principi che mi servirebbe un giorno intero per descriverli tutti!

Mi ha dato la possibilità di incontrare persone stupende che sono, oggi, tra le più importanti della mia vita. Forse ciò che ogni giorno riesce a darmi è una ragione per alzarmi alla mattina; sapere che oggi ho un obiettivo da raggiungere, e domani un altro e poi un altro ancora. Questo alla fine è ciò che ci tiene vivi”.

Orazio, quali sono i sacrifici e le rinunce che hai dovuto affrontare e che affronti per poter praticare e questo sport?

“Domanda difficile: innanzitutto ho lasciato casa a diciannove anni per seguire il mio sogno. La Sicilia iniziava a diventare stretta in questo senso; ero consapevole che per fare carriera sarei dovuto andare in un ambiente favorevole per aprire i miei orizzonti. E così mi sono trasferito prima a Roma per cinque anni, e successivamente a Bologna per studiare nel prestigioso Team Diablo. Certamente la mancanza della mia terra e dei miei cari ogni tanto si fa sentire, ma sono contento perché loro hanno supportato dal primo giorno ogni mia scelta.

Chiamarli sacrifici non è appropriato secondo me, perché sono io che consapevolmente ho scelto di fare il ballerino, con tutte le cose positive e negative annesse. Sicuramente non si vive una vita "normale": ci si allena sempre, nei weekend quando tutti i giovani escono noi siamo alle gare, tutto ciò che abbiamo lo investiamo per la danza. E, ripeto, sono scelte, non rinunce: io la vedo così”.

Gaia noi vorremo sapere anche la tua routine quotidiana, c'è la puoi spiegare in breve?

“Le mie giornate sono sempre diverse, però solitamente abbiamo una prima sessione di allenamento alla mattina, una lezione di un'ora e mezza con i nostri coaches, pranzo e nel primo pomeriggio abbiamo la preparazione fisica in palestra con il nostro personal trainer. Successivamente nel tardo pomeriggio e alla sera insegniamo. Diciamo che non ci annoiamo!”.

Prima di salutarci Orazio vorremo sapere anche da te quante ora al giorno ti alleni?

“Dipende dal giorno, solitamente tre ore di danza, due ore in palestra e un’ora di yoga. Abbiamo un programma settimanale in cui abbiamo pianificato tutti gli allenamenti, che possono subire variazioni a seconda della gara che dobbiamo preparare”.

Prima di lasciarvi ho un'ultima domanda per Gaia. Secondo te quale il messaggio che trasmetti mentre balli?

“Quando ballo cerco di trasmettere nient'altro che me stessa, ovviamente attraverso le tecniche previste dalla danza. Non mi piace copiare qualcuno, al massimo prendere ispirazione, ma la base deve essere la mia. È l'unico modo con cui riesco a mostrare e dimostrare chi veramente sono”.

(V.M.)