Home Cronaca Da Cervarezza, nel cuore dell’Appennino, arriva un accorato appello per la pace

Da Cervarezza, nel cuore dell’Appennino, arriva un accorato appello per la pace

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L’invito a tendere alla pace, quanto mai necessario nel periodo attuale, trova quale vettore comunicativo un mix di note, parole e melodie permeate di “reggianità”. Si tratta di “Primavera a Mariupol” composta al pianoforte dal maestro Pietro Campani di Cervarezza. Il testo è firmato da Edoardo Tincani, ed interpretato dalla cantante Morena Vellani, una delle voci della Cappella Musicale della Cattedrale, nell’arrangiamento e nella videoproduzione, curati da Marco Gatti. La distribuzione è affidata all’etichetta Artisti Online. L’opera di cui si riporta il video è uscita già qualche tempo fa purtroppo rimane molto attuale.

La parola chiave nel testo è mir, pace in lingua russa. “Pietà, o Maria, per questa tua città. Che assurdità, quanto dolore!”: la canzone si apre con questa accorata preghiera, per continuare nella speranza di una nuova primavera di pace per l’Ucraina tutta.

Singolare la genesi della canzone, come spiega Edoardo Tincani: “Nell’agosto 2023 su La Libertà ho recensito il disco che Pietro Campani aveva registrato pochi mesi prima a Bagnolo in Piano; tra le nuove composizioni del musicista, inserita in apertura del cd Le mie stelle (il disco, che contiene altri canti sacri, si può acquistare presso i negozi Bizzocchi e Discoland al prezzo di 10 euro, ndr) c’è appunto Primavera a Mariupol, suonata egregiamente al pianoforte dal maestro Primo Iotti su trascrizione di Armando Saielli; nel libretto che accompagna il cd, tra l’altro, è presente una poesia romantica che lo stesso Campani aveva pensato come adatta a quell’aria. Nel ringraziarmi successivamente per l’articolo, conoscendomi anche come autore, Campani mi ha chiesto se avessi potuto immaginare delle parole per quella sua musica, dolce e un po’ struggente”.

Qui le cose sono andate diversamente da quanto in un primo momento il compositore forse avrebbe immaginato: il nuovo testo non è stato un adattamento della poesia originaria, ma è diventato una preghiera alla Madonna come patrona di Mariupol. La versione è piaciuta a Pietro Campani, così come ha convinto Morena Vellani, l’interprete che il musicista aveva già individuato; il brano dedicato a Papa Francesco è stato quindi arrangiato e registrato da Marco Gatti, debuttando su YouTube il 12 novembre, con diverse centinaia di visualizzazioni e commenti positivi lasciati scritti in rete.

Nel videoclip le immagini in bianco e nero degli orrori della guerra contrastano con il fiore colorato che spunta dalle macerie, simbolo di una fine possibile per il conflitto, mentre in sovraimpressione compaiono anche la parola “pace” e il volto della Santa Vergine, mediatrice e protettrice. La voce delicata m

a al tempo stesso energica della cantante ci ricorda di continuare a pregare per il cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, senza cadere in una rassegnazione sterile. La musica può aiutare. E sapere che la canzone viene da questa nostra terra, che ha conosciuto da vicino la crudeltà della guerra fratricida, le dà ancora più forza.

La riflessione proposta sul brano “Primavera a Mariupol” è l’occasione per presentare a chi ancora non lo conosce, la singolare figura appenninica rappresentata dal poliedrico Pietro Campani. Bancario in pensione, musicista, montanaro, astrofilo.

A 78 anni, ha deciso di incidere con l’aiuto di diverse e prestigiose collaborazioni, il cd “Le mie stelle” che contiene nove tracce mixate da Mauro Vandelli prendendo spunto da un’aria composta da Campani nel 1967.

“Le mie stelle”, con sottotitolo “Mezzo secolo di melodie sacre e profane”, ha in copertina – per la grafica di Luca Correggi – una poetica immagine della Pietra di Bismantova “sfiorata” dalla cometa Neowise, catturata fotograficamente dal figlio ingegnere, appassionato di astronomia come il padre, custode dell’osservatorio di Cervarezza, ove vive. Tra le “stelle” che accompagnano la vita di Pietro Campani non mancano le persone che contano di più, quelle di famiglia: Elvira con Stefano e Alice. Pietro, nato a Cervarezza Terme, Campani è rimasto fedele alla sua terra. Dopo la licenza in teoria e solfeggio guadagnata all’Istituto “Peri”, ha insegnato educazione musicale nella scuola media di Busana, dopodiché la sua vita professionale si è trasferita in banca, a Collagna, fino al 2008.

Una costante nell’esperienza del nostro è stata l’immersione nella musica religiosa, a partire dall’adolescenza, quando accompagnava prima all’harmonium quindi all’organo le messe cantate; a metà degli anni Ottanta, sempre a Cervarezza, Campani ha fondato un coro parrocchiale poi diventato vicariale con il nome di “Oltre la Sparavalle”, esibitosi fino al 2015. Negli anni Duemila è venuta la composizione di brani per coro, realizzati grazie alla competenza dell’amico Simone Ivardi Ganapini, e poi un volo d’uccello su generi differenti. Fino al brano, a mio giudizio stupendo, di “Primavera a Mariupol”, scritto l’anno scorso di fronte all’orrore della guerra in Ucraina: il testo della poesia si può leggere sempre nel libretto del cd, mentre la musica, trascritta da Armando Saielli, si può ascoltare in apertura della raccolta.

Dicevamo delle collaborazioni che hanno reso possibile la pubblicazione. Senz’altro spicca quella con il maestro Primo Iotti, che ha curato l’intera collezione, la direzione del coro della Cappella Musicale della Cattedrale di Reggio Emilia e le registrazioni dei pezzi, avvenute nell’inverno scorso tra la chiesa parrocchiale e l’ex refettorio del convento di Bagnolo in Piano, con la benedizione del parroco don Guerrino Franzoni e l’assistenza del fonico Maurizio Mancini. All’organo si sono alternati lo stesso Iotti (anche pianista) e Armando Saielli, con Gianluca Togninelli al clarinetto e Letizia Spaggiari al flauto traverso.

Le voci che risuonano nei brani liturgici (“Gloria” e “Alleluia-Salmo 150”, armonizzati rispettivamente da Simone Ganapini e Matteo Malagoli) e in due altre perle come “L’Annunciazione” e “Alba radiosa” (testo di Clemente Parmeggiani) sono quelle di Loredana Bigi, Sara Fornaciari, Paola Garavaldi, Lucia Bagnoli, Marialuisa Bartoli, Morena Vellani, Andrea Caselli, Marco Guidorizzi, Stefano Mascetti, Fabio Miari e Paolo Picciati. Il fisarmonicista reggiano di fama mondiale Paolo Gandolfi ha trascritto “Omaggio a Johann Strauss”.

Un’altra collaborazione che impreziosisce l’opera è il pensiero scritto da Giovanni Lindo Ferretti, che rievoca il complesso “I Cervi”, costituito nel 1967 da Campani con un gruppo di amici, habitué di vari locali della montagna, in primis la Tavernetta di Cervarezza. Il cantautore e scrittore parla del cd come di “un compendio di atmosfere colte e popolari” in cui “l’ingresso delle voci classicamente impostate certifica, passando dal latino all’italiano al dialetto, come nel tempo di sua vita la passione di Pietro per la musica si sia fatta disciplina”.
Non a caso Ferretti cita il vernacolo, e proprio l’ultima traccia di “Le mie stelle” è un altro gioiello da ascoltare: è una composizione del 2021 dedicata alla Madonnina di Cervarezza, su un testo di monsignor Giovanni Costi e con la trascrizione di Andrea Caselli.

Per “Madunina üd Scürvarêsc(i)a”, questo il titolo originale, il compositore Campani si fa anche interprete. E non potrebbe essere diversamente: è la preghiera di un innamorato del nostro Appennino che si eleva nel linguaggio universale della musica alla nostra Regina del cielo. E delle stelle.

(fonte La Libertà)