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Artigiani in scena: l’opera-paese di Giorgio Battistelli muove i primi passi

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Artigiani in scena: l’opera-paese di Giorgio Battistelli muove i primi passi

Coinvolgere una grande fetta della comunità appenninica mettendo in relazione e valorizzando le attività del territorio attraverso l'opera-paese di Giorgio Battistelli, un'operazione audace che porta sulla scena dei veri artigiani e i loro utensili per dar vita a un mondo di suoni e di gesti oggi in via d’estinzione. Un evento particolare e straordinario che sarà rappresentato il 31 agosto all’interno del “nonfestival” L’uomo che cammina che da diversi anni anima con grandi appuntamenti culturali la montagna.

Tutte le persone coinvolte sono autentici artigiani dell’Appennino reggiano conosciuti ed apprezzati dall’intera comunità della montagna: il pasticcere Strabba, i muratori Corrado Spadaccini, Oliviero Rivi, i falegnami Nildo Leurini, Dino Costetti, i fabbri  Franco Romei, Danilo Canovi, i selciaioli Giancarlo Giacopelli, Mauro Fioroni, lo scalpellino Dario Severi, i calzolai Gianluca Tagliamonte, Alberto Daviddi, l'arrotino Rino Albertini, i battitori di forme Antonio Albertini e Danilo Rossi, numerose voci tra cui  Donatella Zanni, Katia Sentieri, Emanuela Romei, Natascia Zambonini, Marina Coli, Franca Iori, Zelinda Manfredi, dieci giovani musicisti del gruppo reggiano Icarus vs Muzak, l'attore Pierluigi Tedeschi, il tutto coordinato dai preparatori musicali Dina Bartoli, Mirko Ferrarini, Marco Pedrazzini.

Il progetto vede il supporto della Cooperativa Parco Tegge di Felina, Cooperativa la valle dei Cavalieri, Cooperativa Briganti del Cerreto, Cooperativa il Ginepro, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e presto si potrà sostenere l’iniziativa sulla piattaforma di crowfunding Ginger.

Inoltre l’evento, essendo inserito nel cartellone de L’uomo che cammina, gode del sostegno e patrocinio del Comune di Castelnovo ne' Monti.

L'opera

Working class è una creazione di Giorgio Battistelli che ha come protagonisti artigiani, voci femminili naturali, un percussionista e un attore. Mentre vengono recitate le storie degli artigiani, le didascalie delle illustrazioni dell’Encyclopédie illuministica di Diderot e D’Alembert, che descrivono gli attrezzi dei mestieri rappresentati sulla scena, pagina dopo pagina fanno risorgere un autentico villaggio di suoni. Gli artigiani sono performer delle loro stesse professioni, occupazioni al giorno d’oggi in via d’estinzione: il pasticciere, i calzolai, gli arrotini, i falegnami, i bottai, i fabbri ferrai, i selciaioli, lo scalpellino, i muratori, e un coro delle donne della comunità. Alla fine della rappresentazione ogni artigiano realizza sulla scena il proprio manufatto, in perfetta sincronia con i tempi musicali e teatrali previsti dalla partitura, in un gioco d’incastri timbrici e ritmici che esaltano gesti forgiati da un’antica tradizione. Una drammaturgia del lavoro, un rito che propizia l’arrestarsi del tempo, omaggio a un teatro privato della memoria.
Questo lavoro è stato realizzato oltre quattrocento volte nei principali teatri di tutto il mondo ottenendo entusiastici consensi per l’originalità della concezione e contribuendo alla fama del suo ideatore Giorgio Battistelli, riconosciuto ormai come una tra le più importanti personalità musicali sulla scena mondiale.

Hanno detto

Per Battistelli “gli artigiani partecipano tutti ad una performance totale con le loro mani, i loro corpi e i loro volti solcati dalle rughe, consumati dal tempo e dal lavoro. Producono una musica “sudata” che nasce dalla fatica e che intende rappresentare l’immagine dello scorrere del tempo. Con questo lavoro voglio richiamare i suoni ancestrali della nostra cultura, già abbastanza rari e in via d’estinzione: un mondo che sta tuttora evaporando, con una scomparsa lenta ed inesorabile.

“Siamo davvero orgogliosi di poter proporre la prossima estate questo evento – afferma la consigliera comunale e provinciale e presidente della commissione comunale scuola e cultura, Erica Spadaccini – e poter collaborare con una personalità come Battistelli, che ha già eseguito dei sopralluoghi a Castelnovo e che teniamo a ringraziare. Parliamo davvero di un artista riconosciuto e stimato a livello mondiale: negli anni ‘70 è stato allievo di Stockhausen, Kagel e di Drouet, ha fondato con alcuni amici il gruppo di improvvisazione Edgard Varèse e l'ensemble strumentale Beat '72, nel 1990 ha vinto il premio Siae per la lirica e nel 1993 il Premio "Cervo" per la musica contemporanea, nel 2022 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Biennale Musica di Venezia. Svolge parallelamente all'attività compositiva quella di organizzatore musicale. Poter ospitare a Castelnovo l’Opera-paese, che valorizza le tradizioni e le maestranze locali, è davvero un grande onore”.