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Reggio Emilia, in corso sequestri per oltre 2,5 milioni di euro per frodi fiscali

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Reggio Emilia, in corso sequestri per oltre 2,5 milioni di euro per frodi fiscali

Oltre 40 i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Reggio Emilia, su delega della locale Procura della Repubblica, stanno dando esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo e ad un Decreto di perquisizione locale e personale e Informazione di garanzia e sul diritto di difesa.

In corso sequestri per oltre 2,5 milioni di euro per frodi fiscali, relativi ad emissioni ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e false dichiarazioni dei redditi. Eseguite 6 perquisizioni personali e notificati 15 avvisi di garanzia. Attività in corso nelle province di Reggio Emilia, Torino, Genova, Crotone e Parma.

L’ operazione Chrysalis muove da accertamenti svolti sul conto di un nucleo familiare, il cui tenore di vita si era improvvisamente modificato, con l’acquisto di un’abitazione di pregio ed il possesso di numerose autovetture di grossa cilindrata.

I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare la costituzione di società cartiere, intestate fittiziamente a soggetti prestanome ma di fatto gestite da un uomo di origine calabrese vicino alla criminalità organizzata della c.d. “Cosca Emiliana”, che hanno emesso, nel periodo 2016 - 2019 fatture per operazioni inesistenti per circa 10.000.000,00 di euro.

Tali società ricevevano ogni giorno numerosi bonifici che venivano prelevati in contanti presso vari uffici postali, per essere poi restituiti ai disponenti il bonifico. A riscontro di giroposta, si era già proceduto al sequestro di denaro contante e del saldo presente sul conto corrente di due società ritenute essere delle cartiere, per un totale complessivo di € 69.926,33.

L’Autorità Giudiziaria ha emesso provvedimenti nei confronti di 5 società e di 15 soggetti risultati essere, nel tempo, loro rappresentanti legali e/o amministratori, dislocate nelle province di Reggio Emilia e Parma.

Al termine delle attività d’indagine, è stato appurato come due tra le società interessate abbiano utilizzato, nelle rispettive dichiarazioni annuali ai fini dell’I.V.A. e delle Imposte dirette, fatture per operazioni inesistenti ricevute dalle società cartiere per oltre 10.000.000,00, mentre ulteriori tre società hanno omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi, procurandosi un profitto illecito totale quantificato in circa € 2.500.000.