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Si apre a Vetto la rassegna legata alle tradizioni del culto religioso

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Si apre a Vetto la rassegna legata alle tradizioni del culto religioso

Venerdì 29, alle ore 20, la rassegna delle manifestazioni intitolate Il sentiero dei Portatori delle tradizioni orali, musica, letteratura, storia e paesaggio con una manifestazione legata alle tradizioni del culto religioso, la Processione del Cristo Morto del Venerdì Santo con la partecipazione del Coro Parrocchiale della chiesa di San Lorenzo di Vetto e la partecipazione del gruppo vocale Armonie dell’Appennino di Monchio delle Corti con la liturgia tradizionale monchiese.

Già all’inizio del ‘900 erano presenti a Vetto le confraternite maschili e femminili che curavano le celebrazioni e si dedicavano alle attività di culto e di assistenza ai più bisognosi.

Le consorelle indossavano una tunica bianca raccolta in vita da un nastro azzurro e i confratelli un mantello rosso ornato da ricami gialli e nelle manifestazioni religiose aprivano il corteo con lo Stendardo della congregazione.

La rappresentazione del Venerdì Santo ha una documentazione molto antica di sicura conoscenza a partire dall’inizio del ‘900. Allora senza luce elettrica, davanzali e soglie delle porte, al passaggio della Processione brulicavano di fievoli luci ricavate dai gusci delle lumache che si mangiavano durante l’anno e questi venivano riempiti di petrolio e inserito uno stoppino di canapa.

E la statua del Cristo Morto, in legno pregiato (commissionata dal dott. Carlo Arlotti), medico condotto di Vetto nei primi anni del ‘900) veniva portata a spalla da gruppi di quattro ragazzi vestiti con una lunga tunica bianca seguiti dai cantori che intonavano Le Lamentazioni.

Di quest’ultime è chiara la loro provenienza di tradizione orale in quanto l’unica scrittura musicale risale al 1600 con le musiche di A. Lotti che non hanno niente a che vedere con la melodia popolare vettese.

A cura di Teresa Camellini