Home Cronaca Asc Appennino, Bini: “Non abbiamo nulla da nascondere”

Asc Appennino, Bini: “Non abbiamo nulla da nascondere”

1219
1

Asc Appennino, Bini:" Non abbiamo nulla da nascondere"

“Devo dire che mi ha un po’ sorpreso questo intervento perché sembra indicare la volontà da parte del candidato Briglia di intraprendere una strada che va nella direzione della ricerca di dietrologie e atteggiamenti da 'sindacato ispettivo', con cui ci siamo dovuti confrontare per anni con la minoranza in consiglio comunale. Siamo perfettamente in grado di rispondere anche a questi toni, non è un problema, ma se il dottor Briglia volesse approfondire realmente la storia e la situazione di Asc Appennino per avere un ruolo e un atteggiamento maggiormente costruttivo sono disponibile quando vuole: sono io il referente del Comune di Castelnovo in Asc, non abbiamo nulla da nascondere".

Così risponde il Sindaco Enrico Bini in merito all’intervento del candidato Sindaco Ermanno Briglia sulla situazione dell’Asc Appennino Reggiano.

"Asc in questi anni  - spiega Bini - si è fatta carico di intervenire per provare a risolvere situazioni che presentavano grandi criticità. Grazie alla collaborazione e all’appoggio di tutti i Sindaci dell’Unione Appennino che per questo credo vadano elogiati, ad esempio, si è sobbarcata l’impostazione della fusione con Asp Don Cavalletti, una realtà che era avviata verso la privatizzazione e che invece alla fine abbiamo scelto di mettere in sicurezza. Oggi abbiamo saldato tutti i contributi e stiamo lavorando per dare al Don Cavalletti un assetto stabile per affrontare il futuro. La situazione della struttura resta complessa e i conti, per la natura dei servizi che eroga, sono sempre sul filo tra attivo e passivo, ma abbiamo compiuto una scelta politica precisa, mantenendone l’assetto pubblico. Abbiamo operato sempre nella piena regolarità degli atti, sono pubblici e chi è interessato li può consultare".

"Per quanto riguarda il rinnovo del Consiglio direttivo di Asc Appennino Reggiano - aggiunge - abbiamo anche in questo caso compiuto una scelta all’insegna della serietà. Avremmo potuto rinnovarlo, e sarebbe rimasto in carica per i prossimi tre anni, ma abbiamo scelto di portarlo con il minimo di consiglieri previsti, comunque un numero a norma che consente all’Azienda di operare, fino a dopo le elezioni amministrative, così che possano essere i nuovi amministratori eletti a sceglierne la composizione”.

Conclude Bini: “Da Briglia so di potermi aspettare, anziché polemiche di questo tipo, delle proposte concrete, ne ha sicuramente la capacità e competenza, così da garantire il futuro di quella che è una grande realtà che opera nell’erogazione di servizi avanzati per la montagna reggiana”.

1 COMMENT

  1. Io non so se tutti i Sindaci dell’Unione Appennino abbiamo partecipato all’azione corale per mettere in sicurezza il Don Cavalletti, puntando a darvi un assetto stabile così da affrontare il futuro, ma in ogni caso tale azione, che sembra essere già di per sé meritoria, figurerebbe doppiamente apprezzabile se la non privatizzazione, oltre ad aver “saldato tutti i contributi” – risultato di indubbia importanza – portasse ad un concomitante contenimento delle rette, anche con lo sguardo rivolto agli anni a venire.

    Le residenze per anziani – e persone non autosufficienti – svolgono un servizio alquanto prezioso per la nostra società, stante anche l’indice d’invecchiamento che stiamo riscontrando nella nostra popolazione, ma nel contempo il costo delle rette rappresenta viepiù un problema affatto irrilevante, per non poche famiglie, i cui congiunti si trovano ad essere ospitati in tali strutture, pur nella doverosa consapevolezza che va considerata la molteplicità di spese cui devono far fronte i titolari o curatori delle strutture.

    Intendo sostanzialmente rappresentare che, anche in questo settore come già avvenuto per altri, andrebbe verificato se (a parità di prestazioni e condizioni proposte e garantite, come si usa dire) una conduzione di tipo privatistico possa rivelarsi più vantaggiosa per l’utenza, quanto a relativa onerosità economica, rispetto alla gestione rimasta in mano pubblica, salvo che quest’ultima non rischi di indebitarsi per contenere le “tariffe”, generando però un “buco” di bilancio da ripianare poi con la fiscalità più generale.

    P.B. 03.04.2024

    • Firma - P.B.